Lo squadrone di Louis Vuitton. Parte Terza: Charlotte Gainsbourg
Se è difficile vedere Jennifer Connelly indossare abiti particolarmente femminili, è quasi impossibile che lo faccia Charlotte Gainsbourg. Figlia di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, si divide tra produzioni europee ed hollywoodiane: tra i protagonisti del sequel di “Indipendence Day” di Roland Emmerich atteso per il prossimo anno, è celebre per i film di Lars Von Trier “Antichrist” (2009), “Melancholia” (2011) e “Nymphomaniac” (2013), oltre ad aver lavorato con registi come Wim Wenders, Alejandro Gonzalez Inarritu, Todd Haynes e James Ivory, e svolge in parallelo l’attività di cantante. Fin dall’insediamento di Ghesquière si è vestita quasi unicamente in Louis Vuitton, così come fino al 2012 ha vestito Balenciaga, ed ha partecipato alla campagna pubblicitaria per l’autunno/inverno 2014-15 in cui, esattamente come la Connelly, sfoggia outfit che ha indossato anche nella vita reale.
Vero e proprio spirito ribelle, non la si vede mai in lungo, persino ad importanti eventi come gala e prime cinematografiche si presenta in pantaloni, blusa e minigonna oppure in un abito corto. Dimostra una straordinaria naturalezza qualunque cosa indossi, dando l’impressione che non le ci siano voluti più di cinque minuti per prepararsi, anche grazie ai lunghi capelli castani perennemente sciolti e leggermente spettinati ed al trucco acqua e sapone. Ciò accadeva anche quando indossava Balenciaga, con volumi più ricercati ed all’avanguardia, decisamente meno portabili di quelli proposti ora da Louis Vuitton.
Questo approccio casual, disseminato da leggeri tocchi rock, purtroppo spesso sfocia nel cattivo gusto. Essenzialmente osa troppo: abiti trasparenti con intimo a vista, gonne vertiginosamente corte, abbinamenti di colori ed accessori stridenti, troppa pelle in vista ed tronchetti vistosi ed eccentrici a tacco alto. Durante il Festival di Cannes nel 2014, l’attrice quarantaquattrenne ha presentata “Incompresa” di Asia Argento, comparendo alla conferenza stampa con indosso un corto abito di maglia bianca accollato a maniche lunghe con variegati motivi verticali rossi e neri ripetuti, tanto trasparente da lasciar vedere il reggiseno e le mutande nere. Alla prima dello stesso film ha abbinato una maglia blu marino, decorata con tagli circolari guarniti in oro, a pantaloni giallo limone dalla linea dritta e con piega, a vita alta e zip nera a vista sul davanti; cintura di scaglie dorate simile ad un festone natalizio come tocco finale. Lo stesso modello di pantaloni, stavolta arancione, li ha sfoggiati alla sfilata per la primavera/estate 2015, assieme ad una giacca di pelle rossa con inserti neri; ad un altro evento organizzato da Louis Vuitton si è presentata con un mix di colori che erano un vero e proprio pugno nell’occhio: un corto abito a collo alto senza maniche formato da strisce di pelle nere e giallo scuro, sia orizzontali che verticali, con alamari bordeaux sempre in pelle e grandi bottoni di metallo bianco a chiuderlo sul davanti, che inevitabilmente faceva venire in mente un’ape. Come se non bastasse, sotto il vestito portava una maglietta a maniche corte bianca ed ai piedi tronchetti con tacco alto grigi.
Come le altre ambasciatrici, per contratto anche lei deve sfoggiare le eccentriche calzature della casa di moda francese, per quanto ogni tanto opta per decollettes oppure sandali neri, che purtroppo finiscono sempre col peggiorare ulteriormente il suo modo di vestire. La sua passione per la pelle, solitamente nera, risulta esagerata, sia che si tratti di pantaloni di Louis Vuitton aderentissimi, più simili a leggins, abbinati a top o camicie e con gli immancabili tronchetti appariscenti ai piedi, oppure di creazioni di Anthony Vaccarello come gonne eccessivamente corte o miniabiti tagliati che lasciano troppa pelle in vista.
Tuttavia, la collaborazione con Louis Vuitton è in grado anche di dare i suoi frutti. Al Festival di Toronto lo scorso anno ha indossato un corto vestito senza maniche con scollo a V in pizzo nero e pailettes argento, con un’alta cintura di pelle nera in vita, e con ai piedi gli immancabili tronchetti neri, che però in questo caso permettevano di attenuare la femminilità dell’abito, avvicinandolo al suo stile abituale.
Ma è al Festival di Venezia che l’attrice anglo-francese ha stupito tutti, optando per qualcosa completamente inusuale per lei: un completo formato da un top corto incrociato e da una lunga gonna a vita alta con alto spacco centrale in mussola di seta nera, con pailettes arancioni e blu che disegnavano dei coralli. Per quanto siano rare occasioni, fa piacere sapere che la Gainsbourg è in grado di tirare fuori anche il suo lato più femminile e raffinato.