Roberto Coin: il Maestro dei gioielli
L’appuntamento è al numero 73 di Via del Babbuino; é il primo giorno di reale freddo Romano, quello che decreta l’arrivo conclamato e indiscutibile dell’inverno.
Nella quiete di questo pomeriggio di fine novembre a metà della via del Tridente ( in pieno rione Campo Marzio), l’ atmosfera è gioiosa, invitante, come una carrozza d’oro con su spensierate dame adornate a festa, come un giorno gaudioso, raffigurato in quel di un romantico dipinto settecentesco.
Un’elegante gazebo e due gentili signorine accolgono gli ospiti all’ingresso : circa duecento metri quadri di puro folgore che trapassano via del Babbuino ed irrompono in via Margutta, la più romantica (forse), delle vie romane: la via di Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze Romane, la via di Federico Fellini e Giulietta Masina, la via di Giorgio De Chirico, ma ancor prima, la via di marmisti, cocchieri e maniscalchi; duecento metri quadri irradianti luce a getto continuo la sede della nuova prestigiosa Maison di Roberto Coin, nome, tra più influenti dell’attuale panorama mondiale della gioielleria di lusso.
Una consecutio di teche incastonate tra marmi pregiati avvolge le più strabilianti creazioni; una dimensione -onirica-, come la notte di un’estate appena nata, come il paese dei balocchi nella mente di Pinocchio, come i luoghi di “Alice nel paese delle meraviglie”, e –sfarzosa- , come le vesti nella favola de “ i vestiti nuovi dell’imperatore”.
Opulente, ricche, e variegate, le collezioni: cestini di gemme colorate legate ai più pregiati metalli ispirano la collezione Shangai, un omaggio dell’artista all’antica Cina; fili d’oro, abbracciano i più luminescenti diamanti, in un tripudio di ardimentosa armonia, tale, da soddisfare la più estrosa delle principesse; proprio ad una giovane principessa etrusca – Tanaquilla-, è dedicata una parte delle collezioni.
Giada nera, agata verde e madreperla, le protagoniste di –Black jade-, sofisticata ed elegante serie che mesce il tocco moderno delle linee pulite, al fascino antico di magiche pietre.
Un giardino segreto, la primavera e il barocco ispirano altre capsule, eseguite dalle più qualificate maestranze italiane : mani attente e laboriose , delicate e salde, incisive ed esperte, capaci di donare un risultato eccezionale alla creatività dell’ indomabile mente, di questo maestro gioielliere.
Colpisce la firma prescelta dall’artista per ricordare di sé: un piccolo rubino incastonato nella parte interna di ognuno dei suoi gioielli, alla stregua di un puntino di sangue volto a suggellare un patto d’amore, e al contempo, affettuosamente, avvezzo a carezzare un microscopico lembo di corpo di ognuna delle sue clienti.
I numeri della Maison: sessanta, i paesi del mondo in cui la rete Coin ha esteso i suoi affari; mille, i negozi rivenditori del Brand; seicento (circa) i modelli annualmente ideati per soddisfare le richieste della più sofisticata clientela internazionale.
Un occhio attento, non può non essere attratto dai colori della piccola, splendida raccolta di accessori in coccodrillo, si tratta della appena nata –Not Only Jewels Collection- (borse, pochette, cinture, ma anche morbide pashmine) che accompagna, garbatamente, la collezione “prioritaria”.
L’impegno morale e sociale che l’artista assume da sempre con parecchie realtà, e, soprattutto, la partnership, creata con l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù ( cui andranno in donazione parte dei proventi delle vendite), accredita a questo -signore delle meraviglie- un fascino tutto speciale, quel profumo di buono che promana dall’anima di chi, del tutto naturalmente, “ procede” al bene.