La Viscontessa dello stile
Raramente il Costume Institute del Metropolitan Museum di New York dedica una mostra ad una sola persona (era capitato per Jackie Kennedy nel 2001, Iris Apfel nel 2005, Nan Kempner nel 2006). Ora Harold Koda, curatore del Costume Institute, ha deciso di rendere omaggio a “Jacqueline de Ribes:The Art of Style” (questo il titolo dell’evento in programma sino al 21 Febbraio), motivando così la scelta: «L’approccio di de Ribes ai vestiti era una sorta di affermazione di personalità, che può essere vista come una specie di esibizione artistica».
A molti il suo nome non dirà molto, ma la viscontessa parigina Jacqueline de Ribes è stata (ed è, dato che è viva e vegeta portando elegantemente i suoi 86 anni) una delle donne più raffinate di sempre, una vera icona di stile del Novecento, un modello irraggiungibile di classe sia che indossasse capi haute couture sia che si lasciasse sedurre dal ready-to-wear.
In mostra al Met sono esposti 60 abiti di alta moda – metà disegnati da lei e metà per lei da celebri stilisti come Valentino, Yves Saint Laurent, Jean-Paul Gaultier, Ralph Lauren, Giorgio Armani, Pierre Balmain, Bill Blass, Roberto Cavalli, John Galliano, Madame Grès – oltre ad alcune fotografie che la ritraggono, scattate da “big” dell’obiettivo (in primis Richard Avedon).
Lo scrittore americano Truman Capote l’aveva eletta tra i suoi “cigni”, cioè le amiche dell’upper class che si distinguevano per buon gusto e ricercatezza. Fu addirittura soprannominata “il De Gaulle della moda” per il forte temperamento e il fascino signorile, tanto che per lei si può ben parlare di “leggenda vivente” dell’alta società internazionale. Dal 1962 compare regolarmente nell’elenco delle donne meglio vestite al mondo.
Ma, oltre a “benvestire”, Jacqueline de Ribes è stata lei stessa designer, donna d’affari, produttrice teatrale e cinematografica, ecologista e filantropa. Nel 1982 de Ribes lanciò con successo a New York una sua linea di abiti prêt-à-porter (tanto che Saks Fifth Avenue le offrì un contratto triennale), poi anche una collezione di gioielli, ed ebbe come clienti signore del calibro della baronessa von Thyssen, di Olympia e Marie-Hélène de Rothschild. Joan Collins, Raquel Welch, Barbara Walters, Cher, Danielle Steel.
Si ritirò da questa attività solo nel 1999, anno in cui lo stilista Jean-Paul Gaultier le dedicò la collezione di alta moda intitolata “Divine Jacqueline”.Nel 2010 il Presidente francese Nicolas Sarkozy la insignì del prestigioso riconoscimento della Legion d’Onore per le sue attività benefiche e culturali (comunque non si contano i premi che ha ricevuto in tutto il mondo per i suoi meriti professionali e umanitari).
Dotata di un’aura esotica a incorniciare un fisico da gazzella, con zigomi pronunciati e lunghi capelli neri spesso acconciati secondo fogge etniche, il profilo austero e il taglio orientale degli occhi sottolineato da un tratto di eyeliner, Jacqueline de Ribes più di tutte fu “The Body” del XX secolo, esteticamente presa a modello e riferimento da creativi, media, opinione pubblica.
Ci sono donne dal fascino innato, che in virtù di un indecifrabile mix di bellezza, eleganza e fortuna diventano leggende incarnando la quintessenza del glamour. Donne che nascono con quel “di più” di classe che ne fa un segno visivo. Jacqueline de Ribes modestamente lo nacque.