Tendenze invernali……Tentatrici ancora per un po’
È quasi “diabolico” il richiamo seducente che i pezzi -già esposti in molte vetrine- delle nuove collezioni primavera/estate 2016 emanano e lanciano verso il nostro desiderio di novità e di leggerezza.
Ma, restando con i piedi ben piantati per terra e seguendo il buon senso di un responsabile “principio di realtà”, dobbiamo ammettere che i tepori tipici del periodo concomitante con l’arrivo delle rondini sono ancora lontanucci e improbabili da poter già godere.
Stanche però dei capi pesanti che da circa cinque mesi entrano ed escono dai nostri affollati armadi, proviamo a cercare, con la complicità delle succulente occasioni che i saldi ancora in corso ci offrono, le proposte preesistenti più stimolanti e ancora “in voga” per rinnovare con giusta misura ciò che non possiamo ancora riporre “in naftalina”.
D’altra parte, come ci capita sempre più di osservare, sono moltissime le ibridazioni che si vengono a creare nei momenti di passaggio da una stagione all’altra e, di conseguenza, sempre più si affaccia il rischio di dare vita a contaminazioni non del tutto appropriate.
L’obiettivo è dunque quello di pescare, con un pizzico di fantasia e una buona dose di lungimiranza, qualcosa di -si fa per dire- vecchio che rechi in sé un annuncio e un sapore di fresche primizie.
Qualcosa che ci inviti a trattenere ancora per un po’ quella sensazione di piacevolezza che un maglione di lana sa procurarci quando inizia a fare freddo e che, giocando con la classica alternanza umorale che condiziona spesso le nostre scelte, ci aiuti a distaccarcene senza troppi rimpianti.
L’aggiunta di un dettaglio o, al contrario, l’eliminazione di esso; la lunghezza di un guanto; la scollatura di una maglia; lo spessore di una calza, identica nel colore ma con diversa consistenza; la celebrazione di colori da far riaffacciare timidamente alla luce che pian piano e languidamente ha la meglio sul buio di certi “riservati” pomeriggi che ci stiamo lasciando alle spalle.
“Se l’inverno dicesse: ‘Ho nel cuore la primavera’, chi gli crederebbe?” recita un pensiero di Kahlil Gibran.
E invece, fortunatamente, è proprio così.
Allora, con un filo di pazienza (che è a volte amara ma che porta a dolce frutto, come afferma Rousseau) o un pizzico di fortuna (che, secondo un antico detto persiano, ogni tanto va “svegliata”), tra gli scaffali di una boutique alle prese con il nuovo allestimento stagionale o i ripiani di un outlet grondante di mille curiosità, non sarà difficile trovare esattamente quel che corrisponde alle nostre palesi esigenze o ai nostri reconditi sogni…….
Nelle collezioni autunno/inverno 2015/16 abbiamo avuto la grazia di vedere insoliti e audaci accostamenti -simili talvolta a certi gusti che molti chef stellati osano e sperimentano nei loro piatti- che ben si prestano a proseguire nella “zona d’ombra” attuale e che possono fare da apripista a quel che verrà.
Quegli ocra apparsi sui cappottini di Miu Miu facilmente si offrono a rischiarare serate ancora decisamente fredde e a trasformarsi -alleggerendo furbescamente il “sotto”- in soprabiti svelti e dinamici da indossare ai primi confortanti raggi di sole.
Quegli aranci e quei gialli agrumati delle giacche e delle gonne di Sportmax -che tanto ci hanno solleticato a ottobre senza arrivare a catturarci del tutto- ora ci adescano con tratto gentile per traghettarci in modo soft verso i teneri paglierini e i docili pastelli che impereranno da qui a poco.
Quei poetici e sofisticati rosa su cui moltissime griffe -da Kristina Ti a Chiara Boni, da Vionnet a Chanel, da Blumarine a Fendi- hanno puntato l’accento mettendo ali e cuore ad abitini puliti e mai caramellosi o a impalpabili pull dal peso inesistente da sfoggiare in modo inusuale nelle feste di fine anno, si mostrano adesso ai nostri occhi in veste rinnovata, più simili a bramati fiori di pesco che a batuffoli di cotone colorato.
Quegli intramontabili toni caldi -come il biscotto, il crema, il latte macchiato, il cammello, il sabbia….- che non finiscono mai di stupirci e di calamitarci per quella sorta di rassicurante e mai banale raffinatezza, passano da un cassetto all’altro, modificandosi giusto un filo, con serena disinvoltura. Una mantellina tricot di MaxMara, un pantalone in suede di Bottega Veneta, una spiritosa cintura di Orciani, una cappa in cashmere di Brunello Cucinelli, una pragmatica borsa di Furla.
Tutto può “remixarsi” e adeguarsi al cambio di passo e di clima.
Quegli amatissimi bianchi che, con il loro abbagliante splendore, sembravano sussurrarci “guardateci e non toccateci”, trovano la loro rivincita a fine inverno e possono con incisività “ungarettiana” “urlarci”, con la loro elegante e magnifica voce, “illuminatevi d’immenso”. Senza paura e senza complessi. Con la consapevolezza che un piumino candido di Moncler o un’affusolata tunica di Hermès restano fedeli “copains” di sempre e per sempre.
E poi, da acquistare senza indugio, una camicia dal collo a nastro come quelle viste da Gucci per sentirsi in linea -senza dimenticare un po’ di ironia!- con certi ritratti di dame ottocentesche.
Abbinata a un jeans dalla linea pulita e a una giacchetta dalla forma trapezoidale, ci darà immediatamente una sferzata di energia ricostituente.
Lo stesso dicasi per una gonna lunga lunga dal tessuto fluente. Quelle di Stella Jean, così originali e caleidoscopiche nelle loro fantasie “uniche” simili ad arazzi fiamminghi, ci accompagneranno senza dubbio fino all’estate.
“Obbligatorio” conquistarsi un pezzettino di azzurro. Che si materializzi in un trench o in un Blazer di gabardine o di panno leggerissimo -Armani ne è il re-; che si esprima e sbocci in una blusa di seta dalle maniche sbuffanti o in una bordura di baluginanti pietre dure -Alberta Ferretti ne è la regina-; che si concretizzi in una grande bag o nel bordo di un foulard con un “non so che” di antico -quasi tutte le passerelle hanno “aderito” alla magia di questa tinta così donante-…..per nessun motivo si potrà rinunciare a portarsi fiduciosamente addosso, dove si voglia, una traccia di cielo.
Sì, il cielo. Quel cielo che -come Goethe ha acutamente osservato-, senza bisogno di fare il giro del mondo, si sa che è azzurro dappertutto.
Può essere abbastanza…….per proseguire in bellezza?