C’era una volta la Moda
“In principio era la Favola. E vi sarà sempre” poetava Paul Valéry. Ebbene, che la moda per certi aspetti sia una narrazione fantastica lo sapevamo, ma ora a ribadire il concetto è stata allestita al Museum at the Fashion Institute of Technology di New York, fino al 16 Aprile prossimo, una sorprendente mostra dal titolo “Fairy Tale Fashion”, dedicata per l’appunto alle mise realizzate dagli stilisti prendendo spunto da racconti immaginari come quelli dei Fratelli Grimm oppure di Charles Perrault o di Lewis Carroll o ancora di Hans Christian Andersen.
Forse non si è mai considerato abbastanza questo nesso creativo, ma in realtà grandi designer come Miuccia Prada, Tom Ford, Dolce & Gabbana, Alexander McQueen, Rodarte, Rick Owens, Comme des Garçons, Christian Louboutin, Walter van Beirendonck, Giles, Mary Katrantzou, Marchesa, Thom Browne si sono lasciati tutti ispirare, ciascuno alla sua maniera, da Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Dorothy del Mago di Oz, Alice nel Paese delle Meraviglie… e attraverso i loro capi hanno voluto riproporre le atmosfere magiche delle opere letterarie.
Del resto, le fiabe rivelano più che mai il nostro bisogno di dare ordine e razionalità agli eventi, di trovare un senso alle cose e una risposta alle esigenze dell’anima. I messaggi che indirizzano direttamente al nostro inconscio ci aiutano a chiarire emozioni e sentimenti, ci insegnano a vincere ansie e paure, ci suggeriscono idee e stimolano la nostra personalità, arrivando persino a risolvere i nostri conflitti interiori. E lo fanno incantandoci, proiettandoci in un mondo lontano e meraviglioso che però attinge continuamente al reale.
“Eppure dev’esserci stato un giorno, in un villaggio sull’Inn, in cui un bambino di nome Adolf si commosse fino alle lacrime ascoltando la favola di Cappuccetto Rosso e del Lupo” scriveva Gesualdo Bufalino.
Ecco perché la moda, che da sempre si alimenta di “magia”, non può prescindere dalle fiabe e, se da un lato ha dato corpo ai sogni, dall’altro ne ha tratto ispirazione per i propri “umori” creativi (con un occhio al business, beninteso).
La mostra “Fairy Tale Fashion” (curata da Colleen Hill) presenta un’ottantina di abiti, accessori e illustrazioni dal Settecento ai giorni nostri all’interno di una location quanto mai fantasy, progettata dall’architetto Kim Ackert, che allude scenograficamente alla foresta dei fratelli Grimm ed al castello di Perrault. In effetti, il cuore del percorso espositivo è presidiato da forti rimandi iconici a Biancaneve, La Bella e la Bestia, La bella addormentata, Cenerentola. A ricordare gli “stracci” è una gonna di stoffa sfilacciata di Giorgio di Sant’Angelo; parimenti, le scarpette di cristallo sono riplasmate in acrilico trasparente da Noritaka Tatehana.
La mitica mantellina rossa di Cappuccetto Rosso è declinata in diverse varianti, a partire da una cappa di lana settecentesca per giungere fino a quella di vernice disegnata da Comme des Garçons per la P/E 2015. Invece l’abito di organza nero tempestato di strass di Alice+Olivia è chiaramente suggerito dalla bella Biancaneve, così come l’abito verde smeraldo di velluto impreziosito con una cascata di perline color rame (firmato da Alexander McQueen) è un palese omaggio a Raperonzolo.
Nella sezione espositiva dedicata alle creature marine ad affascinare sono soprattutto La sirenetta (illustrata dall’abito lilla metallizzato con la gonna a coda di pesce di Thierry Mugler) e La fanciulla cigno (modello incrostato di perle, paillettes, piume e cristalli Swarovski di Rodarte), esaltate anche da abiti di Charles James e Undercover; mentre il mondo di Alice nel paese delle meraviglie e Il mago di Oz è evocato da creazioni come il mini-abito blu di Manish Arora, ornato con carte da gioco in tessuto che ricordano la Regina di Cuori, e le scarpette rosse tempestate di strass come quelle di Dorothy, rielaborate audacemente da Christian Louboutin. Tra gli accessori, poi, non potevano mancare le famose clutch di Olympia Le-Tan: strepitose pochette che sembrano libri di fiabe!
Va segnalato che “Fairy Tale Fashion” è introdotta da una serie di opere di artisti come Edmund Dulac, Arthur Rackham e A.H.Watson, che nel corso del tempo hanno codificato i tratti iconografici fondamentali delle fiabe, affiancati in mostra da recenti reinterpretazioni come il pregevole progetto fotografico Wonderland di Kirsty Mitchell.
A questa esposizione newyorkese al Museum at the Fashion Institute of Technology seguirà la pubblicazione di un volume (edito dalla Yale University Press), focalizzato sul tema “Fairy Tales & Fashion”.
“Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo” (Dino Buzzati).