Primavera a Teheran per la moda italiana
L’Italia è apparsa in pole position – schierando tra le sue ammiraglie il settore moda – nell’approfittare del clima di disgelo post-rimozione dell’embargo che per circa 4 anni ha freddato i rapporti commerciali con l’Iran, un Paese dalle enormi potenzialità: ricchissimo di risorse energetiche strategiche (basti pensare al petrolio ed al gas), con un PIL elevato, 70 milioni di abitanti, di cui oltre due terzi in età lavorativa (15-64 anni), quindi con una certa propensione al consumo e ben scolarizzati. L’Iran ha già espresso il proposito di entrare nel WTO (l’organizzazione mondiale del commercio), così da creare i presupporti per migliorare gli standard di vita della popolazione e incentivare la presenza imprenditoriale straniera.
Resta aperta comunque la questione dei diritti umani, per cui auspichiamo che, in nome dei meri accordi economici, il nostro establishment non si dimentichi delle discriminazioni nei confronti delle donne, delle esecuzioni capitali, delle persecuzioni contro gli oppositori politici, né delle altre violazioni diffuse in Iran, e quindi faccia le debite pressioni sulla classe dirigente locale.
Comunque, tra i primi passi compiuti dall’Italia del business in quell’area medio-orientale vi è quello del Sistema Moda Italia (SMI), che ha prontamente sottoscritto un accordo, per l’esattezza un Memorandum of Understanding (MoU) con la Tehran Garmet Union (TGU), la principale organizzazione del settore tessile-abbigliamento iraniano, che riunisce oltre 20mila imprese.
E’ stato Claudio Marenzi, Presidente di Sistema Moda Italia, a firmare l’importante intesa durante la recente Missione Imprenditoriale in Iran orchestrata dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (guidata dal Primo Ministro Matteo Renzi): l’obiettivo è quello di sviluppare con la controparte iraniana il processo di reciproca internazionalizzazione delle imprese che operano nel settore tessile-moda, incrementarne l’import e l’export e, non da ultimo, rafforzare la cooperazione industriale nonché la condivisione di know how nello specifico ambito. Alla firma erano presenti anche il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto, che dovrebbe sostituire Carlo Calenda alla guida del Comitato italiano per la moda, e il Viceministro dell’Industria iraniano
L’accordo stretto dal Sistema Moda Italia con l’ associazione settoriale iraniana TGU faciliterà altresì da un punto di vista burocratico le imprese italiane che vorranno intraprendere relazioni commerciali con Teheran, le quali potranno ottenere direttamente la licenza dalla stessa TGU. “Siamo molto soddisfatti della firma di questo accordo – ha dichiarato Claudio Marenzi – promuovere il confronto ed una proficua collaborazione tra le business community italiana e iraniana è un obiettivo importante per la federazione. Il MoU è necessario per agevolare le condizioni di sviluppo del business in Iran delle imprese italiane del Tessile e della Moda. Oltretutto l’Iran stesso rappresenta un mercato con grandi opportunità che sono certo le aziende italiane sapranno cogliere”.
E’ curioso che questa operazione felicemente andata in porto sia arrivata nonostante il settore moda non fosse, inizialmente, tra le categorie prese in considerazione dall’azione commerciale e politica del Governo (la due-giorni del Premier Renzi a Teheran aveva visto fin da subito invece la partecipazione di una cinquantina di aziende dei comparti delle infrastrutture e dei trasporti, dell’industria, idrocarburi e energia). E’ probabile che l’originaria assenza sia attribuibile anche alla prolungata vacatio generata dal passaggio di consegne tra Carlo Calenda e Ivan Scalfarotto (a riprova dell’insostenibile gap esistente tra i tempi della politica e quelli del business).