A scuola di fashion system
Il tavolo nazionale della moda ha affidato la supervisione delle attività relative alla formazione al Centro di Firenze per la Moda Italiana (CFMI), ente non profit che da oltre 60 anni persegue l’obiettivo di promuovere e valorizzare, anche in senso commerciale, la moda italiana in tutti i suoi aspetti, supportando mostre, iniziative editoriali, studi, ricerche, presentazioni a livello nazionale e internazionale.
La formazione è una materia delicata e strategica nel settore fashion, ed è importante che sia riconosciuta pubblicamente la sua valenza politica, economica, culturale. Comunque non possiamo che apprezzare la creazione di potenziali sinergie tra la filiera della moda e le scuole per i risvolti benefici che ciò avrà ad ampio raggio, innescando un sostanziale circolo virtuoso. In effetti, la commissione formazione del tavolo nazionale della moda si è focalizzata sulla promozione all’estero delle scuole di moda tricolori e sull’attivazione di legami più forti tra gli istituti e la supply chain.
Ha spiegato Andrea Cavicchi, Presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana: “All’interno del tavolo nazionale della moda voluto da Carlo Calenda (da pochi mesi Ministro dello Sviluppo Economico, prima Viceministro, n.d.r.) e gestito dal MISE, c’è un comitato dedicato alla formazione. Al Centro di Firenze è stato affidato il compito del coordinamento della commissione formazione, dove ci sono molte scuole. Stiamo lavorando per la promozione delle scuole all’estero, per dare maggiore impulso alla promozione internazionale e un maggiore collegamento con la filiera produttiva. Il tavolo della moda è stato creato alla fine del 2015, ad Aprile 2016 è stato affidato al CFMI questo incarico. Abbiamo in programma a Roma la prima riunione operativa per capire in che modo proseguire i lavori”.
Nella missione del Centro di Firenze per la Moda Italiana – è il caso di ricordarlo – rientra la definizione delle linee-guida generali di politica fieristica e promozionale per Pitti Immagine (che controlla all’85%), società organizzatrice di celebri saloni ed eventi internazionali nel settore della moda e del lifestyle, per Ente Moda Italia (di cui detiene il 50%), operante nel campo delle fiere estere, e per Efima (posseduto al 50%), il quale svolge la funzione di cabina di regia di manifestazioni di moda femminile a Milano.
Ebbene, CFMI ha pure deciso una cospicua donazione per la nuova illuminazione della facciata di Palazzo Pitti, presentata ufficialmente il 13 Giugno, durante una serata-evento alla vigilia di Pitti Uomo 90.
Intanto da Firenze è partita un’altra idea “extra-strong”. Infatti il Sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella, appunto all’inaugurazione di Pitti Uomo, in presenza del Ministro Carlo Calenda, ha dichiarato di voler lanciare il progetto di creare un hub per la formazione della moda: “Abbiamo bisogno in Italia di giovani che sappiano tenere in mano ago e filo, di giovani che imparino la professioni, non solo designer ma artigiani e ragazzi capaci di fabbricare un prototipo, trasformare idee in prodotti”. Ed ha aggiunto: “Abbiamo già individuato due location, una può essere l’ex meccano-tessile, oppure le murate, il vecchio carcere”. Inoltre, sempre a Firenze, “entro il 2016 saranno terminati i progetti definitivi per la riqualificazione e il restyling della Fortezza da Basso, che potrà dunque essere ancora di più motore centrale di Pitti, in collegamento con la Leopolda”.
Insomma, sono tutti atti, piccoli o grandi che siano, i quali vanno nella direzione giusta, anche e soprattutto perché concepiti e implementati finalmente in ottica sistemica, con il concorso di più controparti, e non in modo rabdomantico e particolaristico, come sovente avveniva fino al recente passato. Vogliamo essere ottimisti?