“Bellissima”. La memoria del passato che vive in Camillo Bona
“Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968” era il titolo di una mostra ospitata al MXXI nel 2015. Tema: il dialogo tra arte e moda che ha segnato quegli anni. Bellissime le creazioni di quell’ epoca che portano i nomi di Capucci, Gattinoni, Schuberth, Germana Marucelli, Simonetta, le Sorelle Fontana, Sarli, Mila Schön, Balestra, Pucci, Galitzine, Biki, Fendi, Valentino…, e certamente ne abbiamo trascurato qualcuno. E’ l’epoca della nascita e affermazione, fuori dei confini nazionale della couture italiana, dell’alta moda italiana e romana in particolare, complice sicuramente Roma e Cinecittà.
Un’epoca “bellissima” ci ricorda Camillo Bona con la sua collezione p/e 2017 presentata sulla passerella di AltaRoma gennaio 2017 e accompagnata, nella sua lenta cadenza dei passaggi delle modelle, da suoni e immagini di Roma di quegli anni; la Roma della Dolce Vita.
Una sfilata nostalgica? No, ma piena di personalissime memorie del passato che vivono e alimentano il lavoro presente; un passato che Camillo Bona sa ripresentare e riprodurre con una sguardo aderente al presente, e alla molteplicità di impegni professionali e di rappresentanza che la donna di oggi è tenuta ad affrontare. Compone così una collezione di una eleganza “bellissima”con una gamma di proposte adatte a momenti diversi della giornata.
L’Alta Moda, sembra dirci il couturier romano, non si esprime solo negli abiti da gran soirée, il lusso che l’alta moda aggancia, deve innestarsi anche sul quotidiano, deve vivere nella vita reale di una donna “normale”; è comunque il lusso del fatto su misura, creato esclusivamente per una determinata persona, arricchito di quegli elementi che interpretano l’essere e le circostanze di chi indossa l’abito. E’ il lusso dell’eleganza che non stupisce per opulenza o per stravaganza, ma si lascia ammirare perché è elegante tout court.
Se analizziamo l’immagine di donna che emerge dalla collezione capiamo più a fondo il lavoro di Camillo Bona. Ci presenta una donna estremamente femminile, rigorosa ma seducente, che ha una personalità definita e una posizione sociale “elevata” che giustifica la possibilità di vestire alta moda; possiede un’eleganza misurata, autentico charme: per questo può permettersi di eccedere in un dettaglio, vestire “pesantemente” il collo con collarini di perle, coralli, e pietre dure, da cui scendono cascate di fili di perle e pietre.
L’immagine femminile che emerge si esprime principalmente attraverso la semplicità delle linee e della costrizione dell’abito che scivola sul corpo, senza nasconderlo ma senza ostentarlo; una semplicità arricchita dai tessuti, le lane lavorate in double e il cachemire, il lino leggerissimo, lo chiffon trasparente in colori tenui dal bianco al leggermente rosato alternato in un gioco di luce da righe seta della stessa tonalità. Elegantissimo per un cocktail la tunica in chiffon che doppia una gonna liscia e un top di merletto; e ancora il pizzo bianco che doppia una gonna lunga dorata per una mise da sera; il corpino in pizzo lascia le spalle scoperte. Più ridondante nei materiali, pur nella semplicità della linea, la gonna in lamé con un esito visivo di plissé orizzontale, color oro nella gonna, bruciato nella baschina, “stampata” a colori tenui nel corpino; data la preziosità dei materiali avremmo utilizzato gioielli più semplici solo il doppio filo del collier bianco o almeno le pietre di un unico colore. Tutti da ammirare gli abiti in pizzo; ma anche il completo pantaloni bianchi larghi, top dal taglio asimmetrico lungo a balze plissettate.
E’ il plissé ad aprire la sfilata con la mantellina chiusa a nodo sul davanti nel completo dai pantaloni di un giallo caldo e dalla linea morbidissima; pantaloni dalla chiusura sovrapposta sul fianco destro; un mood che ritorna nel completo bianco dove la mantellina è fermata sulla spalla sinistra lasciando scoperto il braccio, mentre scivola sul braccio destro; oppure, quasi a ricordare una giacca da ussero, passa sotto un seno ed è fermata asimmetricamente con un laccio. Restano da segnalare gli abiti più “quotidiani”. La tunichetta ambra –la accompagna il collier con un medaglione color ambra più scuro, dalle spalle importanti con inserto bianco di volute e trafori; questi ultimi decori si ripetono sui pantaloni del tailleur di lino celeste e topo bianco a maglia di rete. Ultima uscita l’abito da sposa, a nostro parere non particolarmente riuscito, dove il velo tradizionale è sostituito da nastri tubolari fermati alla nuca.