La Primavera di Renato Balestra
Una medaglia non fa primavera!
Virginia Raggi, presente alla filata della collezione p/e 2017, consegna la Medaglia del Natale di Roma a Renato Balestra. Un premio doveroso per quel che Balestra ha dato a Roma, portando per il mondo l’immagine di eleganza dell’alta moda romana nei mercati più importanti del lusso e vestendo star e personaggi del jet-set internazionale; ma anche per la sua fedeltà alla Città che lo ha accolto, lui triestino di nascita, fin dai suoi primi passi presso le Sorelle Fontana nel 1965 e poi da quando nel 1970 aprì il suo atelier a via Gregoriana.Un premio che arriva in ritardo e arriva privo della solennità che il personaggio avrebbe meritato, perché la confusione “del dopo” sfilata, ha coperto i gesti e le parole dei protagonisti.«La città di Roma ringrazia Renato Balestra – ha detto la sindaca sulla passerella a fianco dello stilista — e per tutto quello che fa per Roma e per il mondo. Questa medaglia rappresenta il 60esimo anno del gemellaggio tra Roma e Parigi».
Un premio non fa primavera, una nuova primavera per AltaRoma e la moda capitolina, anche se Virginia Raggi ha voluto sottolineare che « la moda è comunque un settore importante che dà lustro alla città e va rilanciata. Roma è una grande città dove si svolgono molto eventi importanti e la moda fa parte di questi. Stiamo lavorando, ……. Sì vogliamo in ogni modo sostenere il tessuto produttivo e artigianale della Città». Parole che la presidente di Altaroma Silvia Venturini Fendi presente all’evento avrà ascoltato con attenzione.
Un premio non fa primavera, ma la collezione di Renato Balestra, che sfila sulla passerella, ha come tema proprio la primavera; in essa il couturier ha profuso le suggestioni e i colori del risveglio della natura. La prima uscita è il documento programmatico della collezione; una moderna Primavera del Botticelli, indossa un abito arcobaleno drappeggiato e plissettato, in tutta la gamma dei colori della collezione: il glicine, il rosa delicato, il verde ed il celeste acquamarina, i colori adatti agli abiti da cocktail e da gran soirée.
Nell’insieme la collezione non ha convinto, talvolta, in alcune uscite, lascia la sensazione di cose già viste, anzi di cose di sapore vintage, come l’abito dalla gonna in tulle e inserti, effetto maculato, o quello lungo color melanzana, a balze ondeggianti; o le applicazioni di grandi fiori sulla giacchina acquamarina e sull’abito monospalla color glicine. Belli invece l’abito rosa dalla gonna plissettata, la baschina lavorata con applicazioni che fanno effetto nido d’ape. Tessuto leggerissimo celeste, stampato a fiori più chiari, per il bell’abito dalla scollatura all’americana fermata, come la cintura, da un nastro con incrostazioni luminose. Di effetto e fortemente appariscente, l’abito dai grandi fiori stampati, foderato in rosso, dall’ampio strascico; ammiratissimo l’abito in tulle glicine col corpetto dalla profonda scollatura, impreziosito da rose ricamate in tutte le nuance; ancora tulle per l’abito di strati di viole lungo malva pallido con spirale di ruche nel corpino, nella gonna e nell’orlo. Infine, chiude la collezione l’abito da sposa in candido mikado e pizzo chantilly, equilibrato nella costruzione, un “edificio” assolutamente simmetrico; classico, ma di effetto.
Plissè volute e drappeggi, tulle e voile; linee scivolate e a sirena; punto vita sottolineata; colori pastello, cannutiglie e cristalli: in sintesi una collezione meno appariscente, più sobria delle abituali del Maestro, e con esiti diversi secondo gli abiti.