“New folk remix” da Cristiano Burani
Una performance positiva quella di Cristiano Burani nella Sala delle Cariatidi nel primo giorno della FW milanese. La sua collezione A/I ha convinto ed evidenziato il lavoro di ricerca dello stilista che a marzo e a ottobre dello scorso anno ha partecipato con successo all’Arab Fashion Week di Dubai e ha poi portato la sua collezione a Shanghai.
Un prodotto e una passerella -quella di Milano- melting pot, incrocio di visioni e culture diverse, ma fedele alla tradizione di un prodotto tutto Made in Italy. Concessioni folk discrete, come le leggere suggestioni peruviane nella mescolanza dei colori e nella maglieria con frange e fili di lane colorati e in libertà. Accentuati i riferimenti sportivi nei materiali: la pelle lucida per i capospalla e negli accesori. gli stivali alti chiusi da ganci stile “trekking”, o corredati da lacci coloratissimi con maxi platform in poliuretano stratificato.
Lievi riferimenti grunge degli anni 70 che evidenziano però un lavoro meticoloso per agganciare comunque l’urban chic di ispirazione più tradizionale. Ne risulta una immagine di donna impegnata in un lavoro professionale, pratica e grintosa, che osserva i dress code, ma si concede più di un guizzo di modernità e di attenzione alle tendenze.
Le linee, specialmente nei pull dalle lunghe maniche, sono oversize; le maglie sono chiuse sul collo da lunghe zip, a volte con un effetto singolare per il contrasto tra il colore carne della maglia Le gonne sono mini in pelle – è questo l’elemento più sex della collezione- ma nei colori caldi che ne smorzano l’impronta più aggressiva; sono lunghe a disegno patchwork di tessuto lucido e pelo dalle belle donalità di colore e con effetto “tridimensionale”.
I must della collezione sono i capispalla, dalle linee ampie e avvolgenti, talvolta con maniche gonfie ma serrate ai polsi e collo di pelliccia bianca. La texture è complessa, pelo e tessuto laminato stampato sono disposti in una alternanza di pieni e vuoti che formano già di per se una superficie grintosa. Capispalla in pelle lucida nelle tonalità del nero, del marrone, del cammello e cipria, hanno una parvenza più classica; bello e bon-ton, il soprabito in pelle cipria, collo amplio, ma senza revers e senza abbottonatura, un accenno sul davanti della mantellina del trench e cinghietta sulle maniche chiuse da un piatto bottone in tinta. Abbinati a tute pijama in sete color cipria, borchiate sui fianchi, accentuano il loro carattere un po’ militare tanto se in tessuto che se in montone con caldo collo di pelliccia. Interessante il giaccone dal tessuto arricciato nero lucido alternato a bruciato maniche larghe.
In fine il velluto leggero- un velour di kashmir – stampa a righe per una completo casacca e pantaloni rosso scuro, dalla linea molto fluida; più rigido risalta naturalmente l’effetto del velluto a coste, nel completo pantalone camicia con quattro grandi tasche, e nel tailleur con gonna dall’orlo tagliano al vivo.
Altri tessuti come i gessati, denim, pizzo valencienne, taffetas subiscono trattamenti vari-spalmati, plissettati, laminati a mano con effetto cracklè-. Spesso tessuti leggeri sono accostati a materiali rigidi, come nello scamiciato nero di pizzo nero nella gonna a balze e pelle nera nel corpino, replicato in rosa con una gonna a balse plissettata. Complessivamente risulta questa la caratteristica più ricorrente, il fil rouge, della collezione: la linea morbidissima dei pijamas in taffetà o delle lane leggerissime o dei tessuti leggeri, in contrasto con la rigidità della pelle o quella che deriva dai trattamenti che subiscono i tessuti stessi.
Gli accessori altre agli stivali, sono di taglio sportivo, i guanti da sciatori, le borse con tracolle metalliche hanno lunghe frange, le cinture sono alte elastiche prese a prestito dall’ambiente sportivo.