L’eleganza Burberry secondo Christofer Bailey
Complimenti, complimenti, complimenti !!!!!! Bellissima collezione. Un lungo applauso della sala superaffollata manifesta l’apprezzamento del pubblico
Il merito va a Christopher Bailey direttore creativo di Burberry, responsabile della creazione di tutte le collezioni e linee Burberry Prorsum, Burberry London, Thomas Burberry, e di tutti i prodotti Burberry realizzati su licenza a livello mondiale.
Ma non finisce qui, e si nota dalla coerenza che lega il tutto, responsabile dell’immagine aziendale globale, dalla pubblicità, al design dei negozi; e quindi, ci viene da pensare, anche della regia della presentazione della collezione. Perchè entrando nella location di Corso Venezia si aveva l’impressione di essere trasferiti nel mondo Burberry, dominato dai colori antracite scuro, nero e bianco e dal disegno del macro check ripetuto sugli inviti e sul segnaposto. Sobria anche la messa in scena, gradevoli le musiche: tutto ha contribuito a fissare l’attenzione sulle uscite (sugli abiti) e a non distrarsi con altro.
Forse per questo è lui (lo stilista in persona) stesso a dare gli ultimi ritocchi alle modelle in procinto di uscire sulla passerella. Annoda meglio la cintura dell’una, sistema lo scollo del soprabito dell’altra; e si assicura che si possa valutare bene l’abito bianco leggero di cotone quasi di garza che va sotto il trench. Poi raccoglierà gli applausi con il suo gesto tipico da personaggio schivo, stringendo tra le dita i lembi della giacca.
Una collezione misurata, quasi a rassicurare gli animi in questi giorni difficili. Senza eccessi e senza durezza. Morbida nelle forme, più amplie, più mobili. Leggera: assolutamente femminile. Semplicissima e per questo straordinariamente elegante.
L’ispirazione o almeno l’obiettivo dichiarato dalla stilista, sta in questa descrizione: “Unire il passato e il presente utilizzando l’iconografia Burberry con una collezione che rispecchia i nostri punti di forza, la nostra tenerezza e le nostre contraddizioni”. Attualizzare, rendere trendy quindi le icone inglesi che Burberry mantiene nel suo guardaroba come punti di forza. Di fatto il cardine, l’elemento intorno a cui gira tutta la collezione, è il classico trench, interpretrado in tanti differenti modi. Ora è in pelle, ora è in camoscio, in lana, lucido; a volte ha la mantellina lunga, fino alla vita, altre volte è solo accennata. Bailey lo trasforma in mantella o lo rende sorprendente e bellissimo con una fitta plissettatura a partire dai fianchi e dietro, lo ammorbidisce e gonfia ancora di più con un fascio plissè che prende anche i passanti della cintura.
Accanto al trench i cappotti, di dimensioni over; nella forma più trendy il cappotto ha una ampia gonna che con il suo movimento alleggerisce mirabilmente un capo notoriamente rigido. Nelle forme più classiche è un chesterfield a doppio petto o una redingote; ma si trasforma in cappotti di pelliccia con balze più voluminose in volpe. Poi diventa cappottino più elegante e leggero, a grandi stampe di broccato in velluto che ritroviamo su abitini e gonne.
Sulla scia della tradizione del ‘british style’ Bailey non tralascia di utilizzare, i tweed per i cappotti, tailleur pantalone, gonne; ma anche i kilt in tinta unita in tweed e superpieghettati, con baschina e doppia allacciatura. In controtendenza allunga la giacca e la rende più squadrata.
Il classico check Burberry appare come fodera dei colli di pelliccia o di lana ad anello che completano abitini, giacche; oppure è l’interno dei revers.
Ma andiamo agli abitini, spesso hanno linea impero ottenuta con un intreccio a nodo sotto il seno; la vita è stretta e ciò contribuisce a gonfiare la gonna. Leggerissimi e pieghettati: con pieghe a pannello, con pieghe attorcigliate, con camicia plissettata sul davanti; con camicia e pettorina; bellissimo quello con bustino a pieghe incrociate e una morbidissima gonna. Bianchi in cotone, ma anche neri, pietra, corteccia, noce moscata, blu notte, inchiostro, porpora reale, prugna scuro, ametista, rubino e poi a stampe tappezzerie, floreali, o di personaggi. Sono portati sotto il trench, il cappotto, il giaccone di shearling dalla linea a rettangolo ammorbidita da un amplio collo stondato; sotto cappe di visone, o di volpe. Ma gli abiti -come le gonne- sono anche in tessuti più sostenuti tweed, in raso liscio o stampato, crepon stampato, in velluto comunque morbidissimo.
Anche le maglie sono sottili; lisce o con trecce molto sottili; alcune con disegni geometrici; corposi solo i colli ad anello, in maglia oltre che in pelliccia che accompagnano abiti e golfini, camicie.
Gli accessori completano nel giusto modo la collezione. Le noste preferenze vanno a borse e borsoni lisci o arricciati con i quadri tradizionali, decorati con profili in alligatore, o con coste in camoscio; braccialetti con catena intrecciata, meno riusciti quelli di metallo in filo spinato; retina per chignon con scacchi tradizionali Burberry.
Incontrano meno il nostro gusto gli stivali da motociclista con zeppa in gomma, stivale da deserto con zeppa e suole in gomma, il sandalo a piattaforma con lacci e suola in gomma, sandalo con piattaforma con nastri intrecciati a mano e suola in gomma. Ma ciò non diminuisce l’apprezzamento del lavoro di Christopher Bailey.