C’è vita a Venezia: aziende unite per la bellezza in nome di Peggy
Da sogno a realtà a brand. Tutto ciò è “Intrapresæ Collezione Guggenheim”, ossia Acqua di Parma, IED Venezia, René Caovilla, tessuti Rubelli, Swatch, Safilo, Corriere, Nardini Distillerie, Campari, Arclinea, Florim, Mapei, Reggiani Illuminazione, Arper, solo per citare alcuni nomi di queste imprese appartenenti a settori molto diversi tra loro (alta profumeria, interior design, informazione, illuminotecnica, calzature, edilizia, ecc.). Si tratta di realtà impegnate a supportare finanziariamente e tecnicamente una sede museale di fama internazionale –fondata nel 1951 da Peggy Guggenheim e ubicata nel cuore di Venezia (con quartier generale a New York) – concepita come luogo esclusivo di rappresentanza culturale al servizio delle aziende stesse, al fine di qualificare e consolidare le loro relazioni.
Ora che “Guggenheim Intrapresæ” è diventato un marchio vero e proprio, intende dimostrare ancora di più di essere un esempio eccezionale, unico nel suo genere in Italia, di Corporate Membership. In effetti, aderendo al progetto e sostenendone le attività culturali, ogni impresa instaura un rapporto di scambio col Museo che le consente di realizzare iniziative personalizzate in linea con le sue esigenze, usufruendo per i propri eventi degli spazi prestigiosi del Museo medesimo. Ma soprattutto, con un intervento di questo tipo, le aziende confermano di voler pervadere la loro missione aziendale di solidi valori culturali, ponendoli al centro della strategia di comunicazione e interpretandoli come moderno strumento di sviluppo economico e sociale.
La Collezione “Peggy Guggenheim” (raccolta, nel corso della sua intensa vita, dalla celebre ereditiera americana appassionatamente devota all’arte) rappresenta la realtà museale più importante e significativa per la prima metà del Novecento. Nella sua raffinata dimora di Palazzo Venier dei Leoni, la munifica e intraprendente Lady (una donna colta, amante della vita bohémienne, capace di segnare un’epoca e divenire essa stessa un’icona fashion, simbolo di emancipazione femminile) fu tra i più grandi mecenati d’arte del suo tempo, insieme allo zio Solomon.
Proprietaria anche del Padiglione Americano della Biennale di Venezia, la Collezione conserva capolavori del Cubismo, dell’Astrattismo, del Surrealismo. Si tratta di dipinti di maestri come – cito in ordine sparso – Balla, Boccioni, Brancusi, Braque, Burri, Chagall, Dalì, De Chirico, Duchamp, Fontana, Giacometti, Magritte, Man Ray, Mirò, Modigliani, Mondrian, Picasso, Pollock, Rivera, Rothko, Severini, Sironi, Wahrol, ecc. ecc. Non manca una nutrita serie di oggetti d’arte etnica, provenienti da tutto il mondo; mentre negli spazi all’aperto, come anche nel Giardino delle Sculture intitolato a Patsy R. e Raymond D. Nasher, sono esposte opere plastiche di Arp, Calder, Caro, Chillida, Duchamp-Villon, Ernst, Fazzini, Flanagan, Giacometti, Gilardi, Goldsworthy, Hepworth, Holzer, Kapoor, Kelly, König, LeWitt, Marini, Minguzzi, Mirko, Merz, Moore, Ono, Paladino, Richier, oltre a prestiti a lungo termine provenienti da altre fondazioni e collezioni private. Nella città lagunare il Museo Guggenheim è secondo solo alle Gallerie dell’Accademia per affluenza di pubblico, essendo visitato ogni anno dal oltre 400mila persone.
A questo punto la storia di “Intrapresæ Collezione Guggenheim” merita un cenno. Era il 1992 quando alcuni illuminati imprenditori italiani decisero di unirsi sotto un’unica egida coniugando l’eccellenza del proprio settore con la passione per l’arte della Collezione Peggy Guggenheim; ed oggi quel progetto sfidante di ispirazione americana compie 25 anni. Il carattere innovativo di questa collaborazione tra il principale museo italiano per l’arte moderna e contemporanea e alcune imprese che incarnano il meglio del made in Italy risiede nella volontà di diventare catalizzatore di cultura, creatività e innovazione. Un luogo di incontro e di partecipazione attiva costituito ad oggi da 22 aziende, che riesce a rappresentare un panorama diversificato, vivace, coeso.
Philip Rylands, ex-Direttore della Collezione Peggy Guggenheim (ora Direttore Emerito dopo il recente cambio al vertice che ha portato alla nomina di Karol P.B. Vail come nuova curatrice), ha definito le imprese aderenti a questo formidabile sodalizio “fabbricatori di cultura” ed i fatti dimostrano che è proprio così, perché le stesse aziende, oltre a sostenere e creare cultura, sviluppano continuamente iniziative che promuovono il concetto del bello, non in senso astratto, ma in chiave di crescita culturale e sociale del proprio territorio di appartenenza e operatività. In quest’ottica, con il suo venticinquesimo compleanno, Guggenheim Intrapresæ dà vita ad un contemporaneo Rinascimento che si concretizza in un brand appunto, alla cui base ci sono la condivisione degli stessi intenti e valori.
Gli stessi intenti e valori della frizzante Peggy che, morta a Venezia nel 1979, ci lasciò queste parole dedicate alla “sua” adorata città: “Si è sempre dato per scontato che Venezia sia la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore: vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro”.