Una visita ai Musei della Moda
Regalatevi una settimana.
Magari in autunno, quando l’aria si fa tersa e colori della natura assumono sembianze cromatiche pacate. Quando i crepuscoli commuovono persino i cuori più aridi. E’ quello il tempo in cui viaggiare inebria più della fragranza creata dal migliore dei maestri profumieri. Regalatevi una settimana e riempite i vostri occhi fino a farli traboccare di bellezza.
Noi di Imore, abbiamo ipotizzato per voi un possibile itinerario. Che siano giorni lieti e pieni, che siano giorni proficui, aperti ad una visuale inedita del nostro paese. Che siano giorni gravidi di speranza, perché chi osserva la parte più bella, ama, e chi ama possiede tutto.
Pronti?
Non poteva che essere ubicato in quel di Napoli, capitale Italiana della produzione dei guanti in pelle il Museo della Guanteria. Nato nel 2007 si trova in Piazzetta Mondragone, ed è parte integrante del Museo Tessile dell’abbigliamento “Elena Aldobrandini” fondato nel 1655 dalla nobildonna. Il museo raccoglie quaranta pezzi storici che vanno dal 1700 ai giorni nostri, oltre ad una collezione di macchinari d’epoca per la produzione e ad un abito fatto di guanti.
Un piccolo suggerimento? Da non perdere se siete appassionati del tema.
Dopo una passeggiata nell’unica città al mondo ad avere nel suo perimetro sette castelli, dopo aver gustato una buona pizza e aver sorseggiato un caffè come si deve, si riparte.
Destinazione? Fondazione Micol Fontana (Via s. Sebastianello) nel cuore pulsante della Roma Antica.
Scrigno prezioso e custode solerte delle radici dell’Alta Moda Italiana con al suo interno l’abito da sposa creato per Linda Christian nel 1949 e confezioni appartenute ad icone di stile e principesse del passato. Qualche nome? Jacqueline Kennedy , Grace di Monaco e Soraya di Persia. La visita regala una immersione totalizzante in una delle favole più belle della storia della moda del novecento, quella delle tre sorelle Fontana.
Stessa città, identico scopo, altra meta. Zona “ex dolce vita”, Via Boncompagni, Museo Boncompagni Ludovisi.
Disegnato dall’architetto Giovanni Battista Giovenale, ha al suo interno una generosa collezione di abiti da sera delle più grandi firme Italiane: Fernanda Gattinoni, Roberto Capucci, Valentino, Lorenzo Riva, Mila Schön; oltre ad una selezione di mise appartenute a Palma Bucarelli, ex direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna, tra le donne Italiane più eleganti del secolo scorso.
Dopo una sana passeggiata per i vicoli del centro storico e un buon ristoro all’ombra di una pergola, si riprende la via maestra.
Direzione? Museo della Moda e del Costume. Citta? Quella che ha dato i natali al padre della lingua Italiana.
Ubicato nelle sale della palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti, Il Museo ospita abiti e accessori dal 1700 ai giorni nostri. La collezione consta di oltre seimila pezzi tra abiti di corte e di gala, vestiti d’alta moda, e costumi di scena. Alcuni dei capi più interessanti? le tuniche appartenute ad Eleonora Duse e alcune mise della nobildonna siciliana Donna Franca Florio che fu dama di corte della regina Elena di Savoia.
Una curiosità, tutti gli abiti vengono presentati su manichini con la struttura corporea tipica del periodo in cui sono stati confezionati.
Il quid pluris? Il museo ospita un laboratorio di restauro dei tessuti.
Altri due luoghi valgono una visita accurata nella città dantesca : Il Museo di Salvatore Ferragamo e il Museo di Gucci.
Nel primo è documentata tutta la vita lavorativa del maestro calzaturiero per un periodo che va dal 1927, (anno del suo rientro dagli Stati Uniti) al 1960, anno della sua morte. Sono presenti in archivio, la celebre zeppa di sughero brevettata nel 1936 e calzature appartenute a Marylin Monroe, Audrey Hepburn e Greta Garbo, oltre ad una infinità di altri modelli.
Il Museo di Gucci invece, è situato in Piazza della Signoria nel trecentesco Palazzo della Mercanzia e ripercorre, riassumendo la storia della casa di moda. Lo spazio è suddiviso in sale a tema per fornire una visita piacevole e orientata.
Cos’altro potete fare qui? un giro nella ben nutrita libreria di moda e ristorarvi nel bel caffè ristorante.
Procedendo determinati a condurre a temine la nostra mission museale, ci dirigiamo in Lombardia. L’appuntamento è in Villa Mazzucchelli a Brescia, dove nelle sale delle antiche scuderie è ubicato il Museo della Moda e del Costume. La collezione, frutto delle ricerche e dei viaggi fatti dalla poetessa e scrittrice Franca Meo, è composta di abiti, accessori, cappellini, ombrellini, fazzoletti, biancheria e vestimenti etnici databili dalla metà del 700’ al 900’, per un complessivo archivio, fatto di più di cinquemila pezzi.
A Milano, dopo aver gironzolato tra una boutique e l’altra, aver fatto un passaggio in Galleria e una incursione in Duomo, come non perdersi tra le incantevoli sale del settecentesco Palazzo Morando? All’interno, il Museo del Costume Moda e Immagine ospita una collezione di abiti appartenuti alle signore dell’alta società meneghina nell’arco temporale tra il IX e il XX secolo, una pinacoteca e la mostra itinerante di turno.
Altro giro, altra tappa, eccoci ad Alessandria dove, in via Cavour 88 troviamo il Museo del Borsalino.
Fondato nel 2006, ospita i campioni di tutti i cappelli prodotti a partire dal 1857 (anno di nascita della Maison) ad oggi. Per un numero complessivo di oltre duemila esemplari scelti tra i più rappresentativi della collezione ordinatamente disposti nei celebri armadi disegnati da Arnaldo Gardella. Un percorso interessante e in parte multimediale. Il museo accoglie anche mostre temporanee ed edita pubblicazioni volte a promuovere la cultura d’impresa.
Da non perdere.
Ed eccoci approdare in quel di Vigevano, per una “gita” al Museo della calzatura di Pietro Bartolini.
Centro propulsore di fama internazionale e prima istituzione pubblica in Italia dedicata alla storia e all’evoluzione della scarpa, il polo museale ha sede nel castello Sforzesco della Città. La visita parte con un video sulla pianella rinascimentale appartenuta a Beatrice D’Este e continua tra una antica scarpa cinese e una babbuccia di corte settecentesca, tra una Ferragamo e una Roger Vivier, tra una décolleté in raso verde di Marylin Monroe e la scarpina da neonato del Principe Umberto di Savoia fino a giungere alla sezione dedicata ai nuovi designer della scena internazionale tra cui Manolo Blahnik e Jimmi Choo.
Como, lungolago, come non trascorrere parte di uno splendido pomeriggio al Museo del Tessuto?
Il polo e stato fondato nel 1985 da Antonio Ratti un appassionato cultore del tema che dal 50’ ha iniziato a collezionare tessuti antichi dedicandosi all’acquisto di singoli pezzi o interi archivi di aziende dismesse. Le sale contengono una collezione di ben tremilatrecento reperti e duemilacinquecento libri campionario, oltre ad una fornita biblioteca a tema.
Andateci, e passate parola!
L’ultima delle nostre tappe? Venezia
Siamo in uno dei più ricchi musei della moda in Italia: Palazzo Fortuny straordinario esempio e una delle architetture più complesse di gotico veneziano. Tempio e studio, dal finire dell’800, del couturier granadino Mariano Fortuny Madrazo e di sua moglie Henriette. Il palazzo, oggi proprietà del comune per essere “ utilizzato perpetuamente come centro di cultura in rapporto con l’arte” – secondo la volontà di Henriette-, contiene una raccolta della più raffinata espressione artistica di tutti i tempi, con un archivio fatto di tessuti rinascimentali, drappi, preziosi velluti , matrici di stampa , e il “Delphos”, l’abito in satin di seta ispirato alle tuniche delle sculture greche che conferì grande fama al versatile artista. Il museo ospita anche una sublime biblioteca e mostre d’arte d’eccezione.
Sara forse è giunta l’ora di iniziare a pensare a cosa mettere in valigia? L’autunno è già cominciato…….