Madame Iris Apfel vista da vicino
La sua più grande ricchezza? La capacità di leggere dentro se stessa e intercettare la propria identità; riconoscerla ed amarla così com’è, senza tentennamenti, senza pregiudizi, senza timori. Così come è, depurata dalla brama di andare a genio a tutti, dall’ardore di distinguersi ad ogni costo e da convenevoli inutili.
Iris Apfel, classe 21’ del secolo scorso, newyorchese doc, signora dai multicolori e dalla personalità multitasking, custode di vita e di charme, icona di stile mondiale ridondante di quel certo “non so che”. Profetica e avanguardista, geniale e ipnotica, visionaria e sagace, ammaliante, irriverente, spiritosa e vittoriosa. Figlia unica di genitori ebrei – papà vetraio e mamma proprietaria di boutique-, studia storia all’università di New York, un primo lavoro al magazine Women’s Wear Daily, e un marito Carl Apfel con il quale stipulerà un sodalizio di vita e lavoro.
Imprenditrice tessile assieme al signor Carl, con il quale fonderà la Old World Weavers, e interior designer, si occuperà per ben nove presidenze degli arredi della Casa Bianca: da Harry Truman a Dwight D. Eisenhower, da Richard Nixon a Gerald Ford, da John F. Kennedy a Lyndon B. Johnson, da Jimmy Carter a Ronald Reagan a Bill Clinton.
Da sempre considerata un’ icona di stile dalla stampa americana, sale ufficialmente sul podio delle donne più glamour e influenti della scena mondiale in seguito alla mostra, dal successo planetario, dedicatale dal Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York, intitolata “Rara Avis: The Irreverent Iris Apfel” .
Iris è la musa del fotografo Ari Seth Cohen, ideatore del blog “Advanced Style” tagliato su donne glam che hanno superato i cinquanta anni di età; a lei è stato dedicato un documentario da Albert Maysles intitolato “Iris”; è stata lei la protagonista dello spot dell’automobile DS3 che le ha accreditato ulteriore risonanza di immagine su scala internazionale. In prima fila alle settimane della moda e ad ogni evento mondano di rilievo, non passa giorno in cui il suo essere se stessa manchi uno strike; in cui le sue mises variopinte e i suoi macrobijoux di ogni foggia ipotizzabile, non creino sinfonie d’autore inimitabili.
Ma come pensa Miss Apfel ?
Un piccolo collage di sue dichiarazioni ci aiuta a dipingere questa composta quanto irriverente signora di novantasei anni appena compiuti, in tutta la sua ricca saggezza.
In una recente intervista ad una giornalista che le ha domandato di dare un consiglio valido per tutte, lei ha risposto: “Prendete la vita nelle vostre mani, siate intraprendenti, esercitate la curiosità, fate esperimenti fuori dal coro. C’è un grande mondo là fuori che vi aspetta”. E ancora “Non bado mai all’età di una persona: se mi piace, è giovane e bella, altrimenti è vecchia e brutta”.
A proposito del femminismo ha dichiarato: “Essere una donna indipendente per me è naturale. Non mi piacciono le etichette e il far parte di gruppi. E so che noi donne non possiamo avere tutto. Chi lo crede diventa nevrotica. Se vuoi una carriera a tempo pieno, non puoi avere figli. Per questo io non ne ho voluti, mi sarei sentita frustrata se avessi dovuto rinunciare ai viaggi e al mio lavoro. Talvolta rimpiango questa decisione, ma la vita è una serie di scelte e se vuoi tutto non ottieni niente. Non puoi essere ingorda”.
E poi… :”Mi piace improvvisare. Penso sempre che mi piace fare le cose come se stessi suonando jazz. Prova qui, prova là. [..] Mi piace più il processo che mi porta a scegliere cosa indossare, che indossare qualcosa. La cosa più bella è prepararsi per una festa: chissenefrega di andare a una festa. Il punto è vestirsi per andare a una festa”.
“Se non conosci te stessa non potrai avere mai un grande stile. Non sarai mai veramente viva. Per me il peggiore passo falso nella moda è quello di guardarsi allo specchio e non riconoscere se stessa”.
Ad una intervista su ELLE nella quale le è stato chiesto se è meglio investire in abiti o accessori ha risposto: “Accessori. Io sono una figlia della Grande Depressione: avevamo poco, bisognava stare attenti. Mia madre diceva sempre che, con un abitino nero e gli accessori giusti, potevi creare un centinaio di mises diverse. Compiva autentici miracoli con un semplice foulard. E aveva ragione. Puoi andare in ufficio e poi uscire a cena e persino andare a una serata di gala con gli stessi abiti, cambiando semplicemente gli accessori. I gioielli possiedono uno straordinario potere di trasformazione”
Ad un domanda sull’eleganza ha risposto:”Le persone più eleganti che ho conosciuto nella mia vita non avevano soldi. Puoi comprare la moda, ma non lo stile, che fa parte dei tuoi geni. Dopo la Seconda Guerra mondiale ho viaggiato molto e ricordo ancora oggi delle donne napoletane che non avevano assolutamente niente, ma che risultavano straordinariamente eleganti anche con addosso due stracci”…… “I ricchi acquistano tanti bei capi costosi, ma non è detto che sappiamo anche come indossarli”.
Quando le è stato chiesto qualcosa sullo stile ha dichiarato:“Non è che tutti sono costretti a essere eleganti. Ci sono tante altre cose importanti nella vita. Se è qualcosa che ti appartiene, che fa parte di te, e se la sai coltivare, allora va benissimo. Altrimenti, si può avere una vita piena e realizzata anche senza la moda. È molto meglio essere felici che vestiti bene”.