L’immaginario Cattolico nella Moda si svela al MET
Si preannuncia grandiosa la prossima mostra del Metropolitan Museum of Art (MET) di New York dedicata alla moda, che si pone un obiettivo ambizioso: far dialogare stile e iconografia sacra. L’evento, il cui titolo è “Heavenly bodies: fashion and the Catholic imagination”, si terrà dal 10 Maggio all’8 Ottobre 2018, allestendosi in tre location diverse: l’Anna Wintour Costume Center, la galleria medioevale nella sede del MET sulla Fifth Avenue e gli ambienti monastici dei MET Cloisters a Manhattan.
Oltre ad Anna Wintour, storica direttrice di Vogue America, il prestigioso Gala di inaugurazione (dove il red carpet per importanza e caratura degli invitati può competere con quello della cerimonia degli Oscar) ha visto la presenza di celebrities come Rihanna, George e Amal Clooney, Donatella Versace. Proprio il brand Versace, in effetti, sarà sponsor della rassegna al pari del potente Stephen A. Schwarzman (private equity, The Blackstone Group) e dell’influente Condé Nast (editore di Vogue).
Cuore della mostra saranno le oltre 150 creazioni di grandi stilisti – tra cui Coco Chanel, Cristóbal Balenciaga, Gianni Versace, Madame Gres, Dolce & Gabbana, John Galliano – selezionate dal curatore Andrew Bolton del MET e accostate a capolavori dell’arte religiosa di proprietà dello stesso museo newyorkese. Per l’occasione Bolton si è avvalso della collaborazione del dipartimento interno di medievalistica e dei Cloisters per far incontrare sacro e profano, cercando di superare controversie triviali e scontate per indagare piuttosto le vere radici immaginifiche della moda, la quale attinge alla sfera della sacralità molto più di quanto si pensi.
La “missione” di “Heavenly bodies”, quindi, non è solo quella – palese – di far ammirare begli abiti e belle opere d’arte – ma ambisce ad essere quella di offrire stimoli mentali per indurre a comprendere l’influenza (talvolta inconscia) della religione sul percorso creativo di alcuni fashion designer (a prescindere dalla loro reale confessione). Se si rievocano certi capi di Gianni Versace, ad esempio, si ha subito un’idea chiara di ciò che si vuole significare (fu lui nel 1998 a lasciarsi ispirare da una croce processionale bizantina per un suo capo mitico). E si comprende come i paramenti sacri siano stati metabolizzati e rielaborati con tocco personale nel processo di invenzione e codificazione di uno stile.
Così, visitando “Heavenly bodies: fashion and the Catholic imagination”, rivedremo i ricchi ornamenti pontificali ed i maestosi mosaici del Duomo di Monreale nei vestiti di Dolce & Gabbana, mentre in quelli di Jean Paul Gaultier scopriremo arredi liturgici ossia il calice della Messa ricamato sul seno, e nell’abito da sera di Madame Gres riconosceremo incredibilmente un semplice saio francescano!
Si aggiunga, per concludere, che al cattolico Bolton è riuscito il “colpaccio” di ottenere dal Vaticano una preziosa collezione di paramenti e accessori papali che certamente saranno la vera calamita dell’esposizione.
Nel 2017, la mostra di moda del MET era stata dedicata all’attività di Rei Kawakubo per Comme des Garçons e l’evento si era rivelato un autentico blockbuster, ma – visto il tema e gli spunti che propone – questa rassegna del 2018 promette di eclissare i successi del passato.
“Dal sacro l’uomo tende a tenersi lontano, come sempre accade di fronte a ciò che si teme, e al tempo stesso ne è attratto come lo si può essere nei confronti dell’origine…” (Umberto Galimberti).