“Prima di questa notte non ho mai veduto la bellezza …“
L’inizio è di quello che non dimentichi. Incisivo, roboante, tagliente e affilato come l’odio tra i Capuleti e i Montecchi. I cori come i colori sono forti ed energici, suggestivi.
Rosso e blu si contrappongono per odio e si uniscono per amore.
“Romeo e Giulietta – ama e cambia il mondo” è più di un musical, è più di una serata indimenticabile a teatro, è qualcosa che ti entra dentro, che ti trafigge, che ti avvinghia e ti stringe al cuore come quello straziato di Giulietta per il suo Romeo.
Una regia ed una direzione artistica quella di Giuliano Peparini pregevoli, con una rilettura in chiave contemporanea dal forte taglio teatrale e drammatico straordinari. Una congiunzione perfetta di tradizione storica e modernità dove il tempo passato si adegua al presente senza esagerazioni dando alla vicenda dei due amanti un’immortale attualità.
I costumi sono creature tutte shakespeariane che ostentano in ogni loro mirabile sfaccettatura la definizione del dettaglio, della rilettura e del particolare. Frédéric Olivier ha ricreato un percorso storico-costumistico davvero travolgente e ricercato. Splendenti e preziosi questi abiti – sono ben 270 e prevedono 23 cambi di scena – tanto che potremmo osare definirli perfettamente glamour in chiave “modaiola”. Ammaliano con le loro note tinteggiate che dai sanguigni vermigli legati al blasone dei Capuleti si stemperano nei celestiali cobalti legati ai Montecchi.
Bustini, farsetti, gamurre, broccati, manicotti e sovragonne dal sapore antico ma con un accento attuale che non disdegna qualche tocco di eccentricità cromatica che spinge verso una giusta contemporaneità. La loro costruzione sprigiona quell’energia eversiva e sovversiva che solo certi costumi sono in grado di accendere legandosi indissolubilmente ad un personaggio.
E questi elementi caratterizzanti fatti di cromie forti e contrapposte, di leggerezze e abbondanze si uniscono all’unisono alle coreografie di Veronica Peparini impetuose, sfrontate, moderne e allo stesso tempo romantiche, languide ed appassionate, in simbiosi con i tumulti che turbano una tenebrosa Verona ammantata di inimicizia e amore.
Alla scenografia raffinata ed artistica di Barbara Mapelli, il compito – ben riuscito – di creare un’atmosfera di incanto e disinganno, di illusione e realtà.
Il cast coinvolge dall’inizio alla fine. Tiene con il fiato sospeso, ti fa parteggiare per l’una e l’altra fazione e ti coinvolge emotivamente scendendo direttamente in platea, ricostruendo uno scenario storico con il pubblico partecipe degli accadimenti.
Lo spartito è quello di Gérard Presgurvic riadattato nella versione italiana da Vincenzo Incenzo, ed i protagonisti – tutti, dai cantanti, ai ballerini, agli acrobati – conducono costantemente la partitura con una eleganza di gesto ed una padronanza musicale straordinaria.
Una Giulietta (Giulia Luzi) dolce, soave e deliziosa come la sua timbrica morbida e sonora che scivola sulle corde più grevi e potenti di una nutrice (Silvia Querci) dissoluta e sorprendente nel dominio dei suoi vocalizzi. Lady Capuleti (Barbara Cola) e Lady Montecchi (Roberta Faccani) madri, padrone e spose sottomesse, lacerano con la loro eco potente e autorevole; mentre un tenebroso re di Verona (Leonardo Di Minno – registro vocale intenso e impetuoso) riporta alla realtà degli eventi che vedono contrapporsi un incompreso e melanconico Tebaldo (Gianluca Merolli – voce incisiva e trascinante) ad uno sfacciato, sfrontato e sventurato Mercuzio (Luca Giacomelli Ferrarini – plasticità ed estensione vocale mirabolante).
Ad un padre amorevole ma assolutistico ed autoritario (Graziano Galatone – accenti intensi) si contrappone la tenerezza di un Romeo (Davide Merlini – vibrazioni armoniche e flessibili), incantato e rapito dal suo amore, sostenuto dall’indipendenza e dall’amicizia del carissimo Benvoglio (Riccardo Maccaferri – timbrica sensibile e molto mobile).
Sulle vicende che animano una Verona consapevole, cosciente e inerme scivola inesorabile la verità crudele di Frate Lorenzo (Emiliano Geppetti – voce bruciante e marcata) che trova riparo in un’espiazione che avrà pace solo nel suo tragico epilogo.
Personaggi tutti vittime degli eventi, dolorosamente belli e suggestivi, forti e docili, libertini e arrendevoli. Davvero un dramma fuori dal tempo che riflette un’incredibile modernità e che riecheggia in quei versi meravigliosi colmi di amore e speranza trafitti dall’odio e dalla contesa che William Shakespeare descrisse con tanto ‘… dolce dolore’.
“Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo”, è l’ultima testimonianza della creatività e del talento visionario di David Zard che insieme al figlio Clemente, lo ha “costruito” non per sbalordire ma per coinvolgere, riproducendo quel senso estetico dell’autentica bellezza che riesce a rivelare in un’emozione crescente la storia d’amore più grande e disperata di tutti i tempi.
Applausi! Ovazione!