Presente e futuro nella collezione di Gaetano Navarra
La parola aleggia ovunque, e le risposte sono diverse.
C’è, ma non facciamoci troppo caso; c’è, ma non possiamo deprimerci ripetendola troppo spesso, c’è allora cerchiamo di dimenticarla in qualche modo, c’è allora rimbocchiamoci le maniche e guardiamo avanti.
Stiamo parlando della crisi.
Gaetano Navarra risolve il problema a modo suo, traendo dal momento presente una fonte di ispirazione per lavorare su una doppia tastiera. Concetti ed immaginari diversi; soluzioni ed elementi stilistici in contrasto.
Innanzitutto ha pensato una donna austera consapevole del presente, ma la ha proiettata nel futuro assegnandogli come modello la donna replicante di Blade Runner. E ciò è inquietante perché Rachel, l’eroina del film, risulta non essere in senso stretto una donna, ma un replicante (la copia di un essere umano che non è in grado di provare sentimenti) e vive inoltre il dramma di non conoscere con certezza la propria identità. E allora viene da chiedersi: assegnando alla donna ispiratrice della collezione il ruolo di Rachel, Gaetano Navarra sta pensando a una donna senza sentimenti, o a una donna in crisi di identità? Preferiamo pensare, e il contenuto della collezione ce lo conferma, che si tratta di una donna che deve definire meglio la sua identità, sollecitata da due estreme rappresentazioni di se stessa: austera e spettacolare; severa e retorica; semplice e ridondante; rigorosa e indulgente; essenziale e complessa; consapevole del tempo presente, ma catturata dal futuro.
Gaetano Navarra gioca con perizia a mettere in campo i contrasti.
Parte da un guardaroba essenziale giacca e pantalone, blusa e gonna, abito, toglie persino gli accessori non solo gli occhiali, ma persino la borsa tanto amata dalle donna a significare un elemento di austerità. Ma ecco che compare l’accessorio spettacolare, il cappello in fogge decisamente inusuali, inquietante, una maschera che lascia libero solo un occhio, sormontato da un grande fiore dello stesso tessuto e colore; e poi il copricapo guerriero in lamine lucenti.
All’essenzialità dei capi fa da contrasto la ridondanza dei volumi che Gaetano Navarra costruisce con grande competenza, fino a ridefinire la silhouette: stecche da crinolina che staccano baschina della giacca dal corpo, gonfiano in modo eccessivo,a jambon, una sola manica della camicia, costruiscono corpetti come corazze che chiudono e irrigidiscono in modo innaturale il corpo. Se il busto è rigido -la vita è rigorosamente segnata da cinture-, la gonna, anche se dritta, ha una linea più mossa grazie a nodi e drappeggi sui fianchi; i pantaloni stretti alla caviglia sono ampli sul davanti, grazie ad un lembo di stoffa riportata sul davanti. Blazer e spencer, abiti e cappotti, bluse e maglie, hanno in comune le spalline a pagoda presenti anche se mancano le maniche. E sorprendentemente le ritroviamo sui fianchi: per riportarci all’atmosfera di Blade Runner?
E poi le lamine lucenti, i jais ed le canutiglie che rivestono i capi, ne segnano i profili, creano inserti e decori, disegnano spalline; il “piumaggio” di lana arricchito di jais. Non ci porta tutto ciò ad un futuro prossimo? Anche perché, ci dice la cartella stampa, le lamine paiono di metallo ma sono in realtà di plastica, derivata dal riciclaggio delle bottiglie. A contrasto di ciò una paletta cromatica essenziale e severa, fatta di solo poche, assolute tonalità nero, blu notte, grigio, cammello.
Presente, anzi passato, e futuro si fondono nel trattamento materiali. Le lane nei classicissimi gessati e Principe di Galles sono plissettate a scaglie fissate a caldo. Il gessato ritorna riprodotto a trompe-l’oeil dal velluto e dal lurex. Il panno è laserato e plissettato. La seta intessuta di fili metallici è mossa a craquelé. L’astrakan si presta a disegnare inserti e profili, ma anche gonne “total fur”.
In conclusione ancora una buona prova delle capacità sartoriali di Gaetano Navarra, ma novità stilistiche poche.