“Power soft” per la donna Fendi dell’ A/I 20-21
Due diversi registri per la collezione A/I 2020-21 presentata a Milano da Fendi. Sotto il titolo il “Potere della Femminilità”, Silvia Venturini Fendi direttore creativo della Maison pensa a una donna dalla doppia identità. Severa e rigorosa negli abiti da giorno, quelli che utilizza per esprimere il suo “power soft”, come lo definisce Silvia Venturini, nella professione o nei momenti informali della sua vita; sensuale fino all’erotismo quando il “power soft” lo esercita in modo deciso e prorompente attraverso il corpo rivestito da abiti bustier e tessuti trasparenti per le performans vespertine più audaci.
Ma andiamo ai punti salienti della collezione che si impone all’attenzione per la determinazione con cui ogni outfit è definito.
A partire dalla costruzione: i tagli sono netti, il corpino aderente negli abiti e anche per i capispalla in pelle, blazer e capotti dal taglio militare; la vita è stretta e sottolineata da cintura più o meno importante. La linea delle spalle è decisa, scende oltre l’omero e lì le maniche prendono volume, si gonfiano talvolta in modo spropositato per chiudersi al polso, rimanendo più o meno rigide secondo il materiale: quasi sezioni di colonne che allargano la parte superiore della silhouette e richiamano all’immaginazione un robot o ad un astronauta. Se si tratta di tessuto cascante, voile o seta l’impressione di rigidità è meno accentuata; il capo acquista addirittura morbidezza nei maglioni over con la manica che si serra nuovamente sul polso; anche nei capi in pelliccia l’effetto manica “robotica” è sorprendentemente attenuata. Non conosciamo il percorso, all’interno dell’ufficio stile Fendi, per arrivare alla definizione di questa scelta, ma ci piace pensare che la collezione potrebbe rappresentare la sperimentazione di una forma nuova, appunto la forma della manica e lo studio di come i materiali diversi sono in grado di renderne la novità. Comunque, le spalle, anche dove la manica rimane tubolare, sono sempre accentuate proprio a sottolineare il potere femminile che Silvia Venturini vuole evidenziare attraverso l’abito.
Ma ci sono altre caratteristiche della collezione. Le pelli rigide sono plissettate come nel tailleur ruggine; rivestono il busto come un guanto, basta ammirare il bellissimo abito/soprabito nero dalle spalle importanti che con il punto vita disegnano un perfetto triangolo, o tuta sempre in pelle nera; sopportano il particolare volume delle maniche che abbiamo descritto nei capispalla over. Abbiamo già menzionato che il corpino è aderente in quasi tutti i capi, ha la forma del bustier, addirittura sono simulate le stecche e talvolta la forma del seno è evidenziata e disegnata come fosse la coppa del reggiseno: anche in questo particolare la materia si sottomette alle esigenze stilistiche che fanno da filo conduttore della collezione. Infine il taglio della scollatura di alcuni outfit ricorda sorprendentemente una antica serratura.
Ma non finiscono qui le novità. Interessante il modo di rendere diverso l’uso del maculato. Silvia Venturini lo disegna dentro i paisley che utilizza nel cappotto di pelliccia, nello spolverino, nei tailleur, nel completo cappotto e gonna; e viceversa ottiene l’effetto maculato applicando il disegno paisley su tessuti e maglieria.
Rimanendo sulle novità, in epoca di modelle eccessivamente magre, ecco in passerella donne più in carne indossare un soprabito in pelle giallo pastello, o un abito nero di mezza sera, sensuale con quell’effetto bustier che glissa nelle spalline in pizzo.
Gli accessori. L’attenzione va alle borse: la Peekaboo è sempre presente in misure e color differenti accompagna le uscite in rosa, salmone, a righe, verde, ruggine, con frange o rivestita di pizzo; accanto maxi bag in rosa simili alle shopper. Ma sono gli accessori “piccoli” a richiamare l’attenzione, micro bag piccole tanto da corredare le cinture; divertenti orecchini a forma di penna per scrivere; custodie per smartphone e porta auricolari. Le scarpe e gli stivali accentuano l’effetto boudoir della collezione perché trattenuti da cinturini molto simili a giarrettiere.
Il rosa in diverse tonalità è il colore dominante, accoglie gli spettatori nella sala, anticipando così il messaggio dell’intera collezion; e poi giallo, arancione, siena, grigio, nero, verde bosco.
Quale giudizio per la collezione? Molto coerente la parte dedicata agli abiti che abbiamo definito da giorno dove è anche più evidente un lavoro di ricerca sulla resa dei materiali, tessuti, pelli e pellicce; più confusa la seconda parte dove non c è un pensiero definito rimane solo l’impressione di volersi far ricordare con un pizzico di erotismo: ma le collezioni Fendi non hanno bisogno di questi escamotages per farsi ammirare.