La luce -e non solo- nella collezione di Tiziano Guardini per l’A/I 2020-21
È trascorso poco più di un mese dall’ultima settimana milanese della moda che ha annunciato le tendenze per il prossimo autunno/inverno 2020/21.
Poco più di un mese. Sembra un’eternità.
L’inverno passato, con le sue rassicuranti giornate sciorinate tra corse forsennate e impegni inderogabili. L’inverno futuro, con le sue lunghissime e nebulose ombre nelle quali si fa davvero fatica a intravvedere qualcosa che sia simile al chiarore.
In mezzo, qualcosa che inaspettatamente ha rivoluzionato, scosso, destrutturato la nostra vita e il suo scorrere.
Una calma apparente in cui la lotta intrapresa ha il sentore dell’imponderabilità, del fluire con la paura di perdersi, di un immaginario senza tempo…
Una primavera traboccante che, imperterrita, fa il suo miracoloso lavoro di sempre, ignara del fatto di avere davanti uno scenario inusuale…..
È faticoso dover descrivere la bellezza, in questo momento.
È faticoso, ma occorre aggrapparsi alla sua forza per convincerci, con lo sguardo in avanti, quanto essa possa essere terapeutica, resistente, combattiva.
“La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori”, scriveva Alda Merini.
Già!
“Nel buio si cela la luce”, il titolo di una affascinante mostra fotografica di Erminio Annunzi vista lo scorso anno a Milano. Una ricerca la sua che diventa “…esplorazione del mondo interiore che s’intreccia con un paesaggio divenuto metafora delle nostre oscurità insondabili e della morte, ma anche di una nostra possibile emersione verso la luce e la speranza…”.
Ancora la parola magica, luce….
Ed esattamente “luce” appare nel titolo del comunicato stampa di Tiziano Guardini, un giovane e innovativo fashion designer che definisce il suo approccio alla moda, a partire dall’amore per la natura e la sostenibilità traslate in tutte le sue creazioni, ECOuture.
BE LIGHT, il nome dato alla sua collezione per la prossima stagione fredda: ESSERE LUCE.
E, proprio abbarbicandoci a questa sua perentoria e salda affermazione, anche noi, rinfrancati e fiduciosi, proviamo a buttarci nel tempo a venire. È da brividi rileggere oggi l’incipit di quel foglio che ci guidava alla scoperta dei capi -magistralmente ambientati nell’abbacinante store milanese di Kartell– che indosseremo e che conforteranno il nostro corpo e, forse, anche il nostro desiderio di rassicurazione:
“È tempo di tornare a casa. L’Autunno/Inverno di Tiziano Guardini, più che una collezione, è la narrazione di una storia. Quella del legame indissolubile tra uomo e natura e della linea sottile che stabilisce il confine tra reale e illusorio. La storia parla del ritorno ad una casa abbandonata, quella d’origine, vestita di carte da parati antiche e permeata di ricordi. La dimora si colloca vicino a un lago, nel mezzo di una vegetazione indomabile. È proprio la natura il fil rouge della narrazione, che ci ricorda che non siamo mai soli ma parte di un insieme, che tutto è strettamente connesso e che dal battito d’ali di una farfalla è possibile che si scateni anche un terremoto”.
Musa dello stilista l’artista statunitense Kiki Smith, visionaria ed eclettica indagatrice del rapporto atavico tra esseri viventi e natura, con spiccato interesse verso il tema delle origini e della rinascita. Da lei, abile nel trasporre su arazzi, illustrazioni e sculture l’animo femminile, Guardini mutua la veemente passione per vestire una donna -collocata nel viaggio della propria storia- con pezzi realizzati in tessuti che vivono una seconda vita.
Forte in lui il concetto di passato. Passato senza cui è impossibile immaginare un futuro degno di attenzione e di pienezza.
In questo suo percorso, quasi onirico ma impregnato di salde certezze, la condivisione con molti tra i più importanti professionisti nazionali e internazionali dedicati alla valorizzazione della qualità, della sostenibilità e della ricerca per dare plusvalore etico alle proprie aziende. (cfr. Collezione T. Guardini P/E 2020)
Ecco allora un mix di eccellenze dove i tessuti check di LANIFICIO CERRUTI vanno a “costruire” pantaloni, gonne e blazer sposandosi a materiali rigenerati di TEX MODA, usati anche per i cappotti.
I piumini creati con il nylon rigenerato ECONYL -marchio registrato- di Aquafit, ricavato da reti di pesca recuperate in spiagge abbandonate.
L’urlato motto “Heart needs Earth” posto sulla consapevole maglieria.
Storiche tessiture come quella di LUIGI BEVILACQUA e aziende territoriali aderenti a Confartigianato Imprese Veneto per dare afflato all’artigianalità locale, capace nel ridare vita alla tradizione.
Meraviglioso il sodalizio con VEGEA, l’azienda che dagli scarti della produzione vinicola italiana fa nascere tessuti spalmati di grande attrattiva usati per realizzare capispalla memorabili.
E ancora… animali totem per proteggere -come avi benevoli- una figura femminile che si inoltra di notte nei boschi per stringere ancora di più il legame con ciò che la circonda e la ingloba. Accessori rappresentanti animali fantastici -ognuno volto a diventare guida su un particolare aspetto della vita- concepiti da SWAROVSKI in Upcycled Crystal, a dimostrazione che “ciò che già esiste può acquisire un valore nuovo in una vita diversa”.
A forma di Gargoyle -come quelle applicate a ridosso delle guglie delle cattedrali gotiche a protezione dell’edificio e per preservarne la sacralità- i sempre encomiabili gioielli del designer salentino GIANNI DE BENEDITTIS, questa volta preposti a trasformarsi in luminosi custodi -da qui il filo narrativo voluto da Guardini-.
Comunione di intenti, di valori, di sforzi tra il sensibile Tiziano e le aziende abbracciate.
Un’etichetta esplicativa con il nome dell'”autore” su ogni capo uscito da tale sinergia per rispondere alla domanda “WHO MADE MY CLOTHES”. Un numero su ogni pezzo -come accade al mercato dell’arte- per dare visibilità al pregio di una collezione realizzata con tessuti d’archivio delle varie aziende.
Siamo alla fine della descrizione, ma tutto prelude ad avvertire un suono di promessa. La voglia di rimettere in moto ciò che pareva perduto è insita in chi ha ben chiaro il concetto di soglia, di porta, di limite e in chi sa ben destreggiarsi per non commettere errori. È un abitare tra sogno e realtà, tra buio e luce, tra dentro e fuori, tra chiuso e aperto, tra casa e mondo.
Questo ci ha suggerito l’animo gentile di Tiziano Guardini. E noi ne facciamo tesoro per aprirci al domani.