Apertura dell’anno accademico allo IED
Apertura dell’Anno Accademico in formato globale. Ci ha pensato lo IED che ha riunito intorno allo schermo alle ore 17 del 28 ottobre 8.000 studenti dei tre Paesi in cui è presente il Gruppo IED – Italia, Spagna e Brasile- ad ascoltare gli interventi di Karole P. B. Vail, Direttrice della Collezione Peggy Guggenheim e Direttrice per l’Italia della Fondazione Solomon R. Guggenheim, Martina Caironi campionessa paralimpica e Hervé Falciani esperto finanziario e informatico impegnato contro le frodi bancarie.
Tre i temi di riflessione che hanno segnato l’andamento dell’incontro: normalità e distanza, cambiamento, trasformazione e lungimiranza. Riflessioni interessanti nel periodo di pandemia che stiamo vivendo e che i relatori hanno saputo inquadrare in una prospettiva positiva di opportunità.
Riccardo Balbo, Direttore Accademico del Gruppo IED ha argomentato sul concetto di normalità, partendo da una domanda: sappiamo cosa è la normalità? L’imprevisto che ci coglie inaspettato, non dovrebbe essere nella nostra vita l’imprevedibile che abbiamo previsto e atteso?. “La vita di ognuno di noi – ha detto- per quanto ci si possa sforzare è solo in piccola parte l’esito di una pianificazione accurata in confronto agli eventi inaspettati; possiamo dire che la vita reale è inaspettata. Noi tutti dovremmo prestare attenzione a questo, e su questo aspetto investire e costruire, non su idee di una normalità che non esiste. Sono le sfide piccole e grandi a farci crescere come individui e globalmente, a farci correre in avanti, non la normalità” Non ha trascurato un altro elemento di cui stiamo facendo esperienza di questo periodo: la distanza a cui ci ha costretto per lungo tempo il lockdowon; abbiamo però imparato a superarla e a sfruttarla, ed anche ad arricchirla nel suo contenuto semantico “Singolare che questa parola – la distanza – sia cresciuta di popolarità solo grazie al virus. Come molti altri concetti, il fatto che abbiano un valore positivo o negativo dipende dal contesto, o meglio dal progetto che si ha. La distanza trovo che sia un bellissimo punto di partenza su cui un designer dovrebbe riflettere. La distanza è lo spazio che permette un viaggio, l’occasione per andare a conoscere qualcosa o qualcuno. Per noi significa essere curiosi. E la curiosità vince sempre sulla paura”.
Positive le considerazioni su cambiamento di Karole P. B. Vail. Rivolgendosi direttamente gli studenti li ha esortati a guardare il cambiamento come una sfida: “Prendete questo momento di separazione e distanza sì, come un momento di prova e sfida, ma anche come un’occasione di crescita, esperienza e cambiamento. ….. Contro ogni previsione e nonostante i numerosi ostacoli e cambiamenti che state vivendo, ricordate che l’incertezza può esservi d’ispirazione e costringervi a pensare outside the box, fuori dagli schemi. Il cambiamento è sempre presente, la vita cambia, deve cambiare e andare avanti, niente è statico e, anche in tempi difficili, come questi, il cambiamento deve avvenire”.
Significativo l’intervento di Martina Caironi. Già campionessa paralimpica sui 100 metri piani ai giochi di Londra 2012, sui 100 metri piani e medaglia d’argento nel salto in lungo ai giochi di Rio 2016, parteciperà anche ai prossimi giochi di Tokyo. Martina Caironi ha di recente collaborato con IED: le protesi che indosserà alle Olimpiadi di Tokyo 2021 saranno firmate da due giovani talenti IED, Silvia Borri (Master in Creative Direction) – che ha realizzato una gamba in versione optical per i 100 metri – e Maddalena Pavanello (Master in Graphic Design) – con una gamba in veste etno pop per il salto in lungo. “…… Avere degli stimoli è il sale della vita. Senza siamo tutti un po’ persi, credo che ve ne siate accorti durante il lockdown, o no?…. trovo dei parallelismi con quello che può essere il percorso accademico: ci sono sfide, ci possono essere difficoltà, ci si può sentire lontani dal risultato, a volte si è soli nel prendere le decisioni importanti, ma si può sempre contare su una guida più esperta di noi. E ogni volta che sarete stanchi, non dimenticatevi che per ogni scopo c’è un mezzo giusto per raggiungerlo e se non siete ancora riusciti vuol dire che bisogna cambiare metodo, strumento”.
Non poteva mancare l’accenno alla sfida digitale che stiamo affrontando in questi mese ed anche uno sguardo verso un futuro di tecnologie ancora più avanzate. Lo ha menzionato Hervé Falciani,: “La trasformazione digitale è presente ovunque nelle nostre vite. Oggi, tutti noi abbiamo a disposizione un device connesso e siamo sempre più dipendenti da questa connettività. Abbiamo un urgente bisogno di ottenere le informazioni più recenti. Tuttavia, credo che presto questi dispositivi scompariranno per far posto a processi più immersivi che includano tecnologie come la realtà aumentata”, cioè quella tecnologia che sfrutta i display dei dispositivi mobile, dei dispositivi indossabili (wearable device), dei vetri dei veicoli e delle vetrine interattive per aggiungere informazioni a ciò che vediamo. La percezione sensoriale umana è così arricchita attraverso informazioni che non sarebbero percepibili con i cinque sensi.