Un fiume d’Ambra
Fiume principale della Sicilia con un bacino idrografico di circa 4000 kmq, il Simeto è citato in miti antichissimi, tutti riferibili al dio Adrano, legato agli elementi del fuoco e dell’acqua (considerato la personificazione del vulcano Etna, era sposo della ninfa Talia che viveva nel fiume stesso, e padre dei Gemelli Palici, incarnazione di due sorgenti). Il Simeto è noto da millenni per la pregiata ambra che trasporta (ossia la simetite, meglio conosciuta con l’appellativo di “ambra del Simeto” appunto), la quale in passato veniva raccolta sulle rive, tra detriti e alghe, e soprattutto alla foce, da esperti ricercatori, prevalentemente in primavera e in estate, poi lavorata da artigiani catanesi in monili, anelli, oggetti ornamentali (vasi, coppe, teche, ecc.). Oggi piuttosto rara, questa gemma è reperibile anche nel fiume Salso che scorre nella parte orientale dell’isola. La si può ancora trovare, comunque, lungo l’intera fascia costiera siciliana.
Ammirata anche da Goethe quando lì giunse durante il suo Grand Tour italiano, l’ambra del Simeto proviene da sedimenti molassici, sabbie, argille mioceniche, erosa dalle falde delle Madonie e poi trascinata a valle dalle correnti. Nata milioni di anni fa, questa creatura gemmologica si presenta in dimensioni e forme diverse, dopo una secolare “metamorfosi” da resina vegetale sub-fossile (copale) a splendida gemma, favorita da condizioni termiche e pressorie ad hoc sotto una spessa coltre di acqua e sabbia.
L’ambra del Simeto reca in vari casi inclusioni di resti vegetali (ad esempio aghi di conifera) e animali (insetti), che ne aumentano l’interesse ed il pregio. Tra le maggiori virtù di questa gemma vi è quella di essere fluorescente anche alla luce del sole, per effetti estetici eccezionali.
Va aggiunto che quest’ambra è molto rara e di notevole qualità. Dal punto di vista gemmologico, è la più pregiata al mondo, essendo la più elastica e resistente, facilmente lavorabile e disponibile in un’ampia gamma cromatica.
La “scoperta” da parte dell’arte orafa di questa gemma, nota sin dall’epoca preistorica, risale al 1600. La sua lavorazione divenne presto una tipicità artigianale della città di Catania, dove vennero realizzati monili di superbo fascino e splendidi ornamenti per le statue delle chiese; tra gli impieghi più inusuali, la polvere di ambra era utilizzata dai maestri liutai per lucidare gli strumenti più sofisticati.
Il ricerca dell’ambra si intreccia anche con un altro antico sapere locale. I principali cercatori del passato, infatti, erano i pescatori di telline, che con il loro rastrello rinvenivano, oltre ai piccoli molluschi, anche la preziosa ambra. Da questi ritrovamenti occasionali, la ricerca divenne poi sistematica, concentrandosi in particolare nel periodo che va da aprile a ottobre. Approfittando dell’azione combinata di mareggiate e piene del fiume, infatti, si poteva vedere la simetite scintillare al sole sui lidi da cui le onde si erano momentaneamente ritirate.
Ça va sans dire, l’ambra del Simeto divenne ben presto oggetto di collezionismo, come ben racconta la magnifica raccolta del Principe di Biscari Ignazio Paternò Castello, che mostrò le sue mirabilia niente meno che a Goethe durante il tour siciliano. Invece l’abate Francesco Ferrara poteva addirittura vantarne ottanta tipi diversi nella sua raccolta.
E oggi il mito continua…
SCHEDA SULL’AMBRA DEL SIMETO (fonte: Istituto Gemmologico Italiano)
CARATTERISTICHE GEMMOLOGICHE
Colore arancione brunastro, arancione giallastro, bruno, rosso brunastro
Trasparenza da trasparente a opaca
Indice di rifrazione 1.54 (a distanza)
Frattura: concoide
Carattere ottico amorfa
Densità 1.05-1.10
Fluorescenza UV bianco bluastra, verde gialla
Durezza Mohs 2,5
Punto di fusione 300-380° C
Caratteristiche interne: insetti (mosche, moscerini, formiche,ragni, farfalle); inclusioni organiche (foglie); inclusioni di ristalli (solfato di calcio, raro quarzo e sale);
bolle.