Rivestirsi coraggiosamente di fiducia
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“….Sotto la neve il bulbo attende
il segno magico dell’anno.
Verrà il giorno! Rifioriranno
le più ineffabili leggende.”
Così Oreste Ferrari -sensibile letterato e raffinato poeta nato a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900- scacciava la sensazione di timore che inconsciamente, nel cuore del lungo buio invernale e nel momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno, prende ognuno di noi riguardo a quel che verrà.
Aveva ragione. È difficile immaginare nuovamente la luce quando non la si vede da un po’.
È un dovere però credere nella sua potenza a non esaurirsi mai, anche quando sembra latitare.
“Ma ci fu dunque un giorno
su questa terra il sole?
Ci fùr rose e viole,
luce, sorriso, ardor?”, scriveva Carducci tristemente avvolto “nella nebbia di verno immondo”.
Quanti dubbi, quanta incertezza, quanto scetticismo…
Allora forse occorre mettersi davvero in attesa, certi del fatto che, come anche rassicura il fantastico titolo di un film di Ermanno Olmi -una ballata malinconica e al contempo ricca di promesse-, prima o poi, sciolto il gelo, “torneranno i prati”…
Che il 2022 possa dunque con amorevole generosità tenderci una mano e riesca a trovare lo slancio per far sì che la nostra fatica sia in qualche modo ripagata da una recuperata bellezza.
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