La luce dentro
Forse non sono in molti a conoscere Joaquín Sorolla y Bastida fuori dalla Spagna, ma questo artista – sui generis da un lato e dall’altro interprete pieno del suo tempo a cavallo tra Otto e Novecento – fu uno dei massimi maestri della luce e del colore, e merita sicuramente di essere approfondito, specie da chi ama l’arte e le cose belle tout court. E’ benvenuta quindi la grande mostra antologica “Joaquín Sorolla pittore di luce” – che Palazzo Reale a Milano per la prima volta in Italia – gli dedica dal 25 febbraio al 26 giugno, ripercorrendone la ricca produzione pittorica e riconoscendone il contributo determinato e determinante al rinnovamento dell’arte contemporanea nel segno dell’apertura alla Belle Époque.
Quanti non conoscono Sorolla resteranno piacevolmente sorpresi e ammirati davanti alle sue tele che vibrano dei bagliori e dei caldi colori dell’estate, irradiando splendidi toni di bianco, rosa, violetto nel cielo e nell’acqua, nei giardini e sulla pelle femminile. In effetti sono le opere en plein air, dove Sorolla si fa esponente di un riuscito impressionismo mediterraneo, a mostrare la sua vena più profonda: i quadri dipinti davanti al mare, come Cosiendo la vela (1896), esposto alla Biennale nel 1905 e poi acquistato dalla città di Venezia, dove una famiglia di pescatori cuce una vela bianca; il Pescador del 1904; El bote blanco del 1905, o la donna che si cambia in un capanno del Después del baño. E poi la nostalgica e borghese Instantánea del 1906, dove Sorolla ritrae la moglie Clotilde, sua musa diletta, chic e affascinante in abito lungo e cappello, mentre sulla spiaggia di Biarritz aggiusta la lente di una macchina fotografica Kodak.
Nato a Valencia nel 1863, Sorolla fu un talento precoce, un artista poliedrico e prolifico (realizzò oltre 2000 opere), ambizioso ed abile promotore di se stesso. Dalla giovinezza alla maturità viaggiò di continuo tra Inghilterra, Italia, Francia e Spagna: partecipò ai Salon e all’Esposizione universale di Parigi del 1900, vendette moltissimo negli Stati Uniti e a New York si conquistò una ricca commissione dalla Hispanic Society of America per raffigurare la vita popolare spagnola. A Londra nel 1908 viene acclamato come “il più grande pittore vivente al mondo”.
A conferma dell’originalità della sua arte e delle numerose fonti di ispirazione, possiamo citare altri dipinti come il Desnudo de mujer (1902) che ci mostra una donna di spalle, nuda e adagiata tra molli coltri rosate: un evidente omaggio ai grandi Maestri Francisco Goya e Diego Velázquez dei quali Sorolla si sentiva in qualche modo epigono. Si intravede lo spirito di Goya e della sua Duchessa d’Alba anche in María con Mantilla (1902), che ritrae sua figlia maggiore, mentre i riferimenti a Las Meninas di Velázquez vanno dai colori e composizione di Mis hijos (1904) al Retrato de Ralph Clarkson (1911), dipinto in sole due ore durante un soggiorno a Chicago, dove sullo sfondo si intravede l’infanta Margarita del celeberrimo dipinto velazquiano.
Joaquìn Sorolla frequentò spesso l’Italia dal 1885 in poi. In particolare, visse per un certo periodo ad Assisi e comunque partecipò assiduamente alle Biennali di Venezia, sin dalla sua prima edizione nel 1895, e alla famosa Esposizione Internazionale di Roma nel 1911.
La mostra inaugurata a Palazzo Reale – curata Micol Forti e Consuelo Luca de Tena – si presenta quindi come un’occasione straordinaria per ricucire i fili tra il grande maestro di luce ed il nostro amato Paese, un’opportunità per far conoscere al vasto pubblico la sua eccezionale arte attraverso alcuni dei capolavori più significativi della sua estesa produzione pittorica. Attraverso una sessantina di dipinti l’evento espositivo narra il percorso di questo artista appassionato e intenso che nutrì la sua tecnica con la continua ricerca della “verità” dell’immagine da riportare sulla tela: una fedeltà che può nascere solo da una reale partecipazione e una profonda emozione.
Quella di Sorolla, che morì a Cercedilla nel 1923, è stata in effetti un’esperienza artistica totalizzante all’insegna della fusione tra vita e pittura, fatta di gioie e di sofferenze, di gratificazioni e di studio, nella quale l’esame della luce, rigorosamente dal vero e en plein air anche per i soggetti più impegnativi e di grande formato, rappresentò la via maestra del rinnovamento pittorico verso un linguaggio raffinato, spontaneo e immediato.
La mostra milanese vede la collaborazione di prestigiose istituzioni museali pubbliche e private tra le quali il Museo de Bellas Artes di Valencia, l’Hispanic Society di New York, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia, i Civici Musei di Udine, Musei di Nervi Raccolte Frugone, e gode del Patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, del Consolato Generale spagnolo a Milano, dell’Ente del Turismo spagnolo. Il progetto è del Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e CMS.Cultura in collaborazione con il Museo Sorolla e la Fondazione Museo Sorolla. Magnifico e pieno di luce – ça va sans dire – il catalogo di Skira editore.