“Ritmo” ad Altaroma per Gaia Caramazza
Metti una sera di inizio febbraio, metti un’elegante galleria d’arte, -la Marchetti- in via Margutta e una collezione di gioielli intrisa di significati sottesi ad un’estetica interessante.
Luci soffuse, musica di sottofondo, opere d’arte alle pareti, modelle con indosso una tuta nera aderente predisposta a far da lavagna, sulla quale “scrivere” una storia fatta di pezzi unici, irripetibili, gravidi una estetica sostanziale e formale. Facilmente indossabili. Qualche calice di vino e un via vai di ospiti, intenditori, appassionati d’arte, giornalisti, fotografi e artisti.
La proposta di Gaia Caramazza, -jewellery designer- inserita nel Calendario di Altaroma di febbraio 2022 nella sezione in Town, ha preso vita dalla passione dell’artista per il teatro e le sue varie forme, protocolli che si susseguono quotidianamente sui palcoscenici, scadenzati da un fattore comune: il ritmo.
Una successione di impulsi intervallati tra loro da uno spazio di tempo, più o meno regolare e costante. Da qui “Ritmo” il nome della collezione. La proposta si ispira a temi dalle sembianze eclettiche, movimentate e sinuose, ma anche statiche, come la pietra. Il “ritmo”, movimento con un tempo e una direzione, prende forma in collane, anelli, spilloni e un orecchino singolo, creazioni che ricordano il respiro, dal disegno ipnotico che si allarga e restringe ciclicamente.
Il ritmo ha in comune la radice sanscrita “RT”, con almeno altre quattro parole legate al movimento, osserva l’artista – arte, inerte, rito e diritto – l’ispirazione nasce spontanea, e genera nella mente venti pezzi unici, in argento e bronzo, realizzati con le tecniche della fusione a cera persa e al banchetto.
Tra le prime forme “d’arte” c’è quella del teatro dove l’uomo, per ingraziarsi gli dei, si esprimeva muovendo il proprio corpo con gesti voluttuosi e morbidi, figure in movimento e circolari, da qui collane, orecchini, spilloni, bracciali e anelli dalle forme moderne.
All’opposto dell’arte c’è “l’inerte”, la staticità, tradotta in anelli e orecchini dall’allure ferma, rigida, netta. Creazioni uniche composte da gemme poliforme di cianite, dall’inconfondibile azzurro acceso racchiuse in elementi che ricordano pietre.
Il “rito” poi, altro tema caro a Gaia, ha la funzione di conferire valore agli atti, che vengono rappresentati in una parure richiamante cerimoniali e simbolismi dell’antichità, come quelli cui si ricorreva a propiziare una nascita.
E poi arriva il “diritto”, norme della pacifica convivenza: quindi, parole ripetute in movimenti ordinati e traforati, su di una lastra di bronzo, atte a dare forma ad una collana e a un bracciale. Gaia desidera coinvolgere e focalizzare il pubblico, attraverso la propria espressione artistica sul pregio dell’unicità di pezzi irripetibili realizzati da maestranze artigianali. Ed è proprio questa forma di lavorazione che regala respiro al pezzo rendendolo unico.