Bianco e solo bianco per la collezione A/I 2023-24 di Simonetta Ravizza
Il suono del bianco è come un silenzio di cui all’improvviso si riesce a capire il significato. È un nulla giovane o, più esattamente, un nulla anteriore al principio, alla nascita. Cosi risuonava forse la terra nei bianchi periodi dell’era glaciale.
Questo afferma Wassily Kandinsky nel 1910 in uno dei suoi scritti più singolari, “Lo spirituale dell’arte”. Curioso conoscitore del linguaggio delle forme e sensibile esperto nell’intonare i colori con la musica e le altre arti, ecco che nel descrivere il bianco si ferma, riflette, quasi si emoziona davanti a una riscoperta interiorità.
E si incanta.
Capita infatti a tutti -proprio tutti- di rimanere per un attimo abbagliati di fronte a un “quadro” (che sia esso una tela, un paesaggio, una sposa che incede a passo lento verso il suo amore, una performance, una suggestione) total white. Come se si dovesse stare in raccoglimento per trarne energia e beneficio.
Un tableau vivant di questo tipo ha scelto Simonetta Ravizza per presentare la collezione A/I 2023/24 durante la Milano Fashion Week appena terminata con vivido successo. In via Montenapoleone, dopo aver attraversato il cortile di un palazzo storico, ecco aprirsi un piccolo igloo completamente candido abitato da eteree indossatrici simili a giunchi innevati.
“La mia montagna chic”, il titolo della collezione che la stilista ha dato a questa sua creatura per la prossima stagione fredda.
Soprascarpe per avvicinarsi e pareti cocoon accoglienti e impalpabili.
Difronte ai nostri occhi una “precisione estetica” che abbraccia tutto lo sguardo.
La maglieria pregiata accostata a volteggianti gonne in chiffon o a pantaloni cargo con dettagli in tessuto scuba o tecnico; i giacconi oversize bianco ottico che paiono nuvole appena formatesi; i piumini bianco latte che riparano dalle temperature più rigide senza darne l’impressione tanto risultano “leggeri”; i lunghi gilet e i capispalla in mongolia, in capra-cashmere, in montone pensati per proteggere il corpo con nuove fogge e nuovi volumi; i pellami ricavati dagli scarti alimentari che danno vita a guarnizioni inusuali e si apprestano a trasformare con originalità gli accessori.
Tutto ondeggia, fluttua, riveste, si posa.
Le fasce, le sciarpe/cappuccio, i colbacchi fanno da sentinella al rigore del gelo che minaccia la pelle del viso. Ogni pezzo è trasformabile e potrebbe sostituirsi all’altro in modo giocoso e inaspettato -come in un volo di aironi-.
Ci sentiamo dire che “i contrasti più suggestivi sono celebrati da mix and match tra tutti gli elementi che riescono a coniugare un’idea di sporty chic capace di rendere l’inverno una passerella a cielo aperto”.
Sì. Una “mano di bianco” -di luce- su tutto per coprire asperità e grigiore. Per dare leggerezza, creare attesa e armonia, allentare lacci e costrizioni, immaginare un’eleganza pulita e chiara….