Il brutto si copre, la donna elegante si veste
Vedere il corpo umano comporta non vedere soltanto un corpo, ma tutta la persona di cui quel corpo è simbolo. Se il vestito è prolungamento del corpo, in quanto ne amplifica l’espressività e la capacità di relazione, allora la moda. Di un vestito che camuffa come una maschera, o di un vestito che imbruttisce, si dice comunemente che non “dona”, ossia che non rispetta il valore simbolico del corpoDiceva Coco Chanel che “quando la donna è mal vestita si nota il vestito, mentre se è ben vestita si nota la donna”. Vedere il corpo umano comporta non vedere soltanto un corpo, ma tutta la persona di cui quel corpo è simbolo.
Quand’è, infatti, che si dice che un ritratto è ben riuscito? Non tanto quando è particolarmente somigliante e il soggetto è riconoscibile, ma soprattutto quando l’artista ha colto la personalità nel volto, ossia mi ha mostrato che quel corpo rimanda a qualcos’altro che corpo non è.
E’ questo il valore simbolico del corpo umano: il simbolo ha un senso immediato, che rinvia a un significato più profondo. Simbolo è quel frammento che rimanda al tutto, quel particolare che ha la funzione di far scorgere l’universale: ogni simbolo è fatto contemporaneamente di rinvio e di nascondimento.
Il corpo umano, dunque, svela e nasconde: segnala una presenza, ma indica anche che quella presenza non si esaurisce nella semplice evidenza fisica, rinviando a qualcos’altro che dà significato umano al corpo. Solo ritornando alla nozione autentica di simbolo si può cogliere il valore dell’arte e, nel caso del corpo, solo ritornando al valore simbolico del corpo umano, si può fare un’arte del corpo, come la moda.
Se il vestito è prolungamento del corpo, in quanto ne amplifica l’espressività e la capacità di relazione, allora l’autentica arte del vestire dovrà favorire questa possibilità.
Di un vestito che camuffa come una maschera, o di un vestito che imbruttisce, si dice comunemente che non “dona”, ossia che non rispetta il valore simbolico del corpo. Non solo non ne favorisce l’espressività, ma la impedisce; anziché renderci più originali, ci con-forma al mucchio anonimo.
Un vestito che orienta lo sguardo esclusivamente su alcune parti corporee, a scapito della figura intera, non valorizza il significato simbolico del corpo, ma costringe a limitarsi alla pura fisicità e a vedere solo quella.
Balzac affermava che “il bruto si copre, la persona di cattivo gusto si para, l’uomo elegante si veste”. Recuperare la nozione di stile e di eleganza è oggi più che mai un compito e una sfida per la creazione di moda.