Una mostra dedicata a Mila Schön
Linee, colori, superfici. Questo il titolo della mostra che Milano dedica a Mila Schön, in occasione del 50° anniversario della nascita dell’atelier. Le meravigliose sale di Palazzo Reale fanno da sfondo ad un viaggio all’interno dello stile e della filosofia di una delle principali couturier che ha fatto la storia dell’alta moda italiana e internazionale
Un percorso diviso per aree tematiche, ognuna delle quali condensa le principali intuizioni e le conseguenti creazioni della stilista meneghina. Geometrie, sincronie, stereometrie, epicentro: ecco i nomi dati alle sale che espongono gli abiti più significativi e rivoluzionari di 50 anni di moda e che riassumono in maniera netta ed efficace le linee guida dello stile e del pensiero di Mila Schön.
La prima sala, accanto a due capi della collezione autunno inverno 2008/2009 concepiti dalla nuova stilista della maison Bianca Gervasio, espone abiti risalenti alla fine degli anni ’60 e ’80.
Sono creazioni di un rigore estremo, sia nei tagli, dritti e lineari, sia negli inserti in strass e paillettes, caratterizzati da una precisione geometrica che esalta la preziosità dei capi e dà vita all’eleganza insita in essi.
La sala successiva rende omaggio all’arte contemporanea, attraverso creazioni che manifestano quanto la produzione di Mila Schon fosse sensibilmente influenzata dalle innovazioni pittoriche e scultoree di personaggi del calibro di Klimt, Fontana, Vasarely, Calder e Noland. Negli abiti esposti è ancora evidente la semplicità delle sue forme, questa volta però declinata attraverso i particolari. Potrebbe sembrare un ossimoro, ma nel trionfo di strass, paillettes e ricami, su tessuti dai colori accesi come l’oro, il rosa e il verde, è ancora lampante e inconfondibile la raffinatezza targata Mila Schon.
Nella sala intitolata “stereometrie” i volumi si moltiplicano, i tessuti leggerissimi appaiono solidi, retti da un’architettura imponente ma funzionale.
Dominano il bianco e il nero, colori favoriti dalla stilista, insieme al viola, al rosa e al fucsia. Le due creazioni che chiudono questa parte della mostra, una cappa bianca e un abito rosa dai molteplici veli sovrapposti, fanno parte dell’ultima collezione presentata dalla maison e testimoniano la volontà di seguire la strada tracciata dalla Schön, anche dopo la sua scomparsa.
L’esposizione continua con una riproduzione dello studio di Mila Schon, laboratorio creativo e fucina di nuovi progetti e idee per il futuro.
La storia e la carriera di Mila Schon sono caratterizzate da notevoli successi e numerosi attestati di stima nel panorama internazionale della moda.
Di origini dalmate, si trasferisce a Milano nell’immediato dopoguerra dopo aver sposato Aurelio Schön, commerciante di preziosi. Nel 1958 apre un piccolo atelier di alta moda in via San Pietro all’Orto, con l’obiettivo di esprimere il proprio punto di vista sulla moda, rifuggendo dall’opulenza romana e dalla frivolezza parigina, facendosi interprete dello stile di vita e del gusto della borghesia milanese, in cui predominano l’eleganza e la discrezione. Sono anni di grandi cambiamenti, soprattutto economici, che investono pesantemente l’industria della moda e dell’artigianato made in Italy. Nel 1965 viene invitata da Giovan Battista Giorgini a presentare la propria collezione a Palazzo Pitti, occasione che le permetterà di ottenere un successo sorprendente. L’anno dopo inaugura la sua prima boutique a Milano, in via Montenapoleone 2, che diventa presto ritrovo di artisti e intellettuali. Ed è proprio questo uno dei tratti che rendono Mila Schön unica nel suo genere: la commistione fra arte e moda. Attenta al dibattito culturale e vicina ai maggiori esponenti dell’arte dell’epoca, riesce a portare la sperimentazione in sartoria senza però mai perdere di vista il proprio stile.
Anzi, le sue intuizioni e la sua sensibilità si accordano perfettamente con le direttrici stilistiche di artisti quali Fontana, Klimt, Vasarely, Calder e Noland, come testimonia l’esposizione della seconda sala.
L’abito, essenziale e scarno, è pensato come la tela dell’artista, puro supporto per l’immagine. Un’immagine fatta di geometrie pure e rigorose costruzioni che prendono vita su tessuti preziosi e selezionatissimi. Non mancano però i particolari, ravvisabili nell’utilizzo di materiali ricercati che si innestano in maniera leggera, fluida su forme e colori caratterizzati da una semplicità austera e inconfondibile. Taglienti chevron, cerchi concentrici, , intrecci geometrici e bidimensionali, uniti a preziosi ricami fatti di pietre, paillettes e strass, sono i fili conduttori di quel minimalismo sofisticato, mai eccessivo, avulso dagli orpelli, che ha reso Mila un’artista eclettica e geniale.
Altro aspetto interessante delle creazioni di questa grande stilista è senz’altro la monocromia. È stata infatti una delle prime ad utilizzare colori come il viola, il marrone, il ruggine, esaltando ed enfatizzando la linearità e il rigore della sagoma.
Testimonianza di questo carattere quasi “spaziale” delle forme è stato l’inserimento di un suo abito nella mostra “Cubism and fashion” al Metropolitan di New York nel 1998-1999.
Alla precisione delle forme e delle linee si accompagna la perfezione dei disegni, sia stampati sia lavorati, che rientra perfettamente nella filosofia e nelle scelte di Mila Schön, promotrice e capofila di una nuova concezione dell’eleganza femminile. In un contesto come quello degli anni ’60 e ’70 in cui dominano la stravaganza, l’esagerazione e l’eccentricità, lo stile della Schön si distingue per la sua austerità, declinata attraverso abiti che diventano sinonimo di purezza, rigore e semplicità. “L’eleganza è l’opposto della stravaganza ed è la personalità di uno stile”: frase d’apertura della mostra e manifesto di una filosofia sottostante a 50 anni di moda.
Dal 1992 il marchio è di proprietà del gruppo giapponese Itochu che nel 2007 l’ha affidato a Brand Extension con il compito di rilanciarlo sul panorama internazionale della moda. A Bianca Gervasio, ventottenne nominata design director, l’arduo compito di continuare la storia del marchio con un’attenta riscoperta delle origini, nella consapevolezza che la formula inventata dalla signora Mila è destinata a rimanere intramontabile e atemporale. Decisamente oltre la moda.