Grimaldi & Giardina, 10 anni di altamoda
Hanno festeggiato i loro primi 10 anni di marchio di altamoda a AltaRoma con un libro e una medaglia d’argento consegnata prima della sfilata dalla vicesindaco di Roma Maria Pia Garavaglia.
I due giovani stilisti propongono l’allegria dell’Italia del Sud insieme a tagli altamente sartoriali. Dal folklore all’altamoda sulla passerella al compleso monumentale di Santo Spirito in Saxia.
Grimaldi e Giardina propongono una collezione tutta bianco e nero, vestiti lunghi, da grand soirée, pensati per le protagoniste dello star sistem (tante attrici alla loro sfilata), con tagli molto particolari per maniche, colli, linee -in alcuni casi asimmetriche- che avvolgono il corpo esaltandone la femminilità.
Hanno festeggiato i loro primi 10 anni. Hanno lavorato insieme per Gattinoni (alla sfilata c’era anche Stefano Dominella) e poi hanno deciso di fondare un nuovo marchio di altamoda.
Roma non ci ha capiti subito -dicono-, ma ci ha accolti la Francia. Abbiamo sfilato per 3 volte nel calendario ufficiale dell’altamoda parigina. E per noi è stato un grande successo”.
A scoprirli è stato Emanuel Ungaro che li ha portati nella capitale francese.
Ma cosa ha amato di voi Ungaro?
“Forse l’unicità e il saper essere sempre fedeli al nostro concetto di bellezza, nonostante le mode e le tendenze andassero in senso opposto”.
Qual è il vostro concetto di femminilità, di bellezza?
“Vogliamo esaltare le forme del corpo, nasconderne i difetti. L’abito è fondamentale per far sentire bella una donna”.
E come avviene questo, con questa collezione per esempio?
“Abbiamo puntato sulla leggerezza dei tessuti, che si
“costruiscono sul corpo, linee che fluiscono e abiti anche morbidi, sensuali. Abbiamo voluto destrutturare. Una giacca fatta tutti di inserti tagliati e ricostruiti. Linee che girano, che fanno evoluzioni, che giocano con l’abito. Abbiamo sperimentato molti modi di essere moderni, rimanendo fedeli alla nostra storia”.
Maniche, colli importanti, veli. La loro moda si distingue per i tagli decisi su tessuti impalpabili. Le stampe e i pizzi – dominante il cuore, portafortuna – sono stati disegnati tutti da loro.
Sono scenografici.
Si vede che hanno lavorato per il cinema e il teatro.
“Ci piacerebbe lavorare per la Traviata” dicono.
La sfilata ha avuto particolare successo per quel mix tra allegria da folclore delle città del Sud e alta artigianalità della haute couture.
“Siamo molto legati alle nostre città di origine, piccoli borghi del Sud (salernitano Grimaldi, di Mussomeli, piccolo borgo vicino a Caltanisetta, Sylvio Giardina). Ci danno energia, per noi significano famiglia, unità, stabilità, tradizione”.
Le modelle infatti, che sembravano dee e invece uscivano dalla lummata, le luminarie del salernitano, della festa del paese. Un mix che se non te lo spiegano non lo si capisce. Se non alla fine quando è uscita la banda musicale del paese ad accompagnare i due giovani stilisti.
Tra gli abiti proposti anche un abito d’argento omaggio al loro amico Egon Von Furstenberg, lo stilista mancato prematuramente.
La particolarità di G e G è di aver portato un pezzo della loro storia, delle loro origini, sulle passerelle, insieme all’arte imparata a Parigi.
Amano la leggerezza “Per noi gli abiti di altamoda devono essere leggeri, sono per donne che viaggiano e quindi si devono mettere in valigia con facilità”.