Pizzi e merletti per Marella Ferrera
Marella Ferrera lavora sulle stoffe, sul ricamo. Vedendo la sfilata ripensi al passato, alle tovaglie della nonna, alla biancheria lavorata a mano, alle tele, all’ordito. La stilista siciliana presenta abiti chiari, dal bianco all’avorio, ripensati in chiave contemporanea, effetto tutto nuovo. Una sfilata che fa sognare che fa pensare a un tempo lontano.
Marella Ferrera porta un po’ della sua Sicilia sulla passerella romana. I pizzi, i merletti della nonna, ripensati per una donna sposa, un po’ troppo trasparente e scollata anche se lei precisa “sono solo esigenze sceniche”. Lei è sempre stata attenta alla scenografia, alla storia del suo paese. Agli intrecci culturali. Le modelle sono personaggi di un romanzo “Mi sono ispirata al romanzo di Gaetano Salimbene – dice – Lady Chatterley e il mulattiere”. Il Mulattiere è di Taormina e gli ruotano attorno tanti personaggi tutti siciliani, anche i picciotti.
E’ assistere a uno spettacolo delicato, musica e luci comprese. I suoi abiti sono tutti lunghi, poco pensati dal punto di vista della forma, che allungano la figura.
L’attenzione è tutta sul tessuto, sulla decorazione, sulla lavorazione a mano. “Ho puntato molto sul ricamo – dice Marella – c’è una crescita. Qui è la novità. Tutto è rimaneggiato. Lo sfilato, i grembiuli lavorati con tecniche sperimentali, innovative”.
La sfilata è a doppio filo. Oltre alla dimensione letteraria, anche quella materica: “comincio con il tulle che diventa di lino, cotone, lana. Protagonista? il filo, in una sequenza di lavorazioni”.
Riprende le antiche tecniche di ricamo siciliano, anche il mezzo punto e lo ricostruisce con le tecniche attuali.
Utilizza materiali diffili: pensiamo al macramé di spago.
Chiari e scuri, color terra. Omaggio alla Sicilia, ma potrebbe essere la Grecia o la Spagna. E’ la moda del Mediterraneo, calda sensuale, passionale.
Per lei l’altamoda è soprattutto emozione: “L’altamoda è un concetto altissimo – dice – che dà spazio alla creatività, non deve diventare un prodotto. Una forma d’arte, se parliamo di arte con i fili e si rivolge a una nicchia di clienti”.
Le nuove tendenze per l’abito da sposa? “L’abito lungo, le linee si puliscono, i volumi si asciugamo, la silhouette è più esile. C’è più costruzione, per un effetto più austero. Nulla è lasciato al caso. Si torna al rigore anni 20 e alle geometrie e ai trapezi anni 60”.