Per Filo e per Senso. La TricotCouture di Giovanni Cavagna
Il motivo dominante – Per Filo e per Senso- dell’edizione luglio 2007 di AltaRomAltamoda si snoda nel sottotitolo della manifestazione “Dall’intreccio dei destini, dal tessuto dei pensieri prenderà vita la trama di questa storia fatta di mestieri nobili e antichi, di stupori giovanili e passioni umane”. Ma si materializza in una originale sfilata che vede impegnati, aziende italiane di eccellenza nel campo dei filati, uno stilista affermato e giovani studenti delle scuole di moda, che Giovanni Cavagna ha seguito come tutor in un percorso formativo all’interno delle aziende. Insieme hanno creato una collezione in cui la maglia diventa icona di eleganza
“Per Filo e per Senso” è il tema prescelto da Alta Roma per la manifestazione di luglio 2006. Traccia creativa per gli stilisti che partecipano alla manifestazione, che di buon grado ne hanno assecondato il percorso. Un “Filo” per costruire un evento. Il “Filo” per rievocare la costruzione del tessuto e della creazione del capo di abbigliamento; ma anche il “Filo” come elemento in continua evoluzione, sintesi tra antiche tradizioni e nuove tecnologie. ” Per Filo e Per senso” omaggio al tessile, perla dell’eccellenza del Made in Italy.
Ed infine il “Filo” legato alla “TricotCouture”, un progetto di Alta Roma dove l’antica tradizione di un mestiere si sposa al nuovo concetto di una maglia plasmato per l’Alta Moda e realizzato da un gruppo di giovani allievi delle scuole di Moda. Il progetto è stato affidato a Giovanni Cavagna professionista a Milano, direttore artistico di marchi prestigiosi, alla direzione di un team di ricerca nel settore delle materie prime, delle innovazioni tecniche.
Il progetto della “Tricotcouture” ha visto impegnati note aziende tessili italiane: Loro Piana, Lineapiù, Lora&Festa, Sesia, Lanificio dell’Olivo, Iafil e Millefili, che rappresentano l’eccellenza produttiva per Cashmere, Mohair e Viscosa, Merinos, Seta, Alpaca e Cotone. Con esse Cavagna ha firmato la collezione presentata a Roma.
E così la maglieria ed il filato diventano couture, acquistano una nuova dimensione: la sartorialità. “Nessuno ha mai pensato, in questi ultimi anni ad una collezione haute couture interamente dedicata alla maglia. Il tricot è sempre visto come un accessorio vecchio, démodé. Spesso legato al mito e alla leggenda di Coco Chanel” ha dichiarato Giovanni Cavagna. La nobiltà, l’arte e la sapienza dell’uso del filo, le materie, le forme e i colori sono protagonisti di una nuova dimensione: la sartorialità.
La maglia diventa icona di eleganza e di femminilità grazie alle fibre naturali e preziose, cashmere, alpaca, mohair, merinos, seta e un sorprendente uso del cotone: un filo si carica di luce e si accende la notte
I volumi, eccessivi, quasi esplosi, sono ripresi e modellati sulla silhouette femminile e diventano sottili, fluidi, leggermente ampi. Contrasti nei pesi, da ultrafini a pesantissimi e fortemente materici. Coprispalla a strisce di maglia inglese di alpaca e grosgrain; gonne in tricot di cashmere. Gli scolli sono molto ampi, ultrafemminili, matrici dello stile di Giovanni Cavagna