Roberta di Camerino: come attualizzare uno stile
Tanto bianco. Stampati, tridimensionali. Una collezione vastissima con attenzione agli accessori. Borse, scarpe cinture in tema con la storia della stilista veneta che avvicina la moda e l’arte contemporanea. Gli stampati sui tubini bianchi e i tailleur pantalone per una donna molto femminile.
Inedito il motivo della rosa con il gambo che finisce con la R, molto presente sulle borse. Il bianco domina nella collezione di Roberta di Camerino. “La femminilità m’importa prima di tutto. E poi c’è il mio marchio”. Dice la stilista attivissima che ha presentato una collezione primavera estate, fresca e all’insegna della leggerezza con una vasta rilettura del suo stile: dai tubini al jeans, ai tajelluer, ai caftani. Il bianco in omaggio alla purezza. Il ritmo è quello del blues, suonato dal vivo direttamente in passerella da Steven Mead, uno dei migliori solisti d’Euphomium.
Essere eleganti è un dovere di ogni donna e Giuliana Cohen (in arte Roberta di Camerino) riesce a impostare con quella sua caratteristica ricorrente del blu rosso verde che si vede in un inserto, sulle maniche, anche nelle scarpe bianche, abiti prèt à porter che hanno a che fare con l’arte contemporanea. Si riconosce la R di Roberta nelle fibbie delle cinture, rigorosamente in vita. Le gonne al ginocchio scendono morbide e per la sera, lunghe sino alla caviglia. Giacchine impostate con rigore. Abiti bianchi con tromp l’oeil, stampati, arancioni, motivi a volute. Gli schizzi preparatori dei pannelli trompe l’oeil di Roberta diventano tele applicate a bluse gonne e tubini bon ton. La schiena è invece in tinta unita. Profili in chiffon sfilacciato per giacche e gonne. Colori che vanno dal blu all’arancio. C’è il passato, il suo passato, i suoi colori, il tris del colore, la sua storia “Ma è un’attualizzazione” dice “con il computer, le nuove tecnologie, i lavori diventano tridimensionali”. Cosa propone per la prossima estate l’instancabile stilista veneziana che piaceva a Dalì per la sua capacità naturale di coniugare qualcosa dell’arte agli abiti? Bomber sartoriali di cotone bianco effetto stuoia, blazer in mikado di seta con mostrine militari e i suoi colori ricorrenti. Tubini con panneggi di chiffon che ricordano il mare, la Venezia lagunare.
Gli intrecci di righe finiscono negli incroci di striscioline in pelle per i bustini gilet di nappa bianca.
La rosa col gambo, oltre la R sulle fibbie, contrassegna le borse in stuoia.
Denim, jeans versione lusso, lavorato. Tricot-foulard, polo di seta davanti, maxi caftani in seta con bordi di maglia, top di seta drappeggiati e schiene di maglia. Anche un po’ di sapore marinaro nei suoi abiti bianchi e blu. Sulle t-shirt? Il casacchino del gondoliere.
Scarpe? Ballerine con fibbia e macro bottone personalizzato e sabot con lo stiletto e nastro tricolore RdC.
Giuliana Cohen nel back stage incontra gli amici. E’ dolcissima e per questo molto amata: sono arrivati per lei anche suoi ex modelli e modelle dal Brasile e dall’Australia.
E’ appassionata, dopo anni di carriera, ha ancora nello sguardo un grande entusiasmo e un desiderio di continuare a incidere sul gusto.
“Sui vestiti sono riprodotti i miei disegni”. L’eleganza? “Quando ci si veste secondo il proprio carattere, il proprio fisico, coordinando bene i colori”.
Missione della moda? “Rendere le donne più belle. Ma tante volte non è così”.
I suoi abiti? “Sono facili da portare”.
Perché il bianco? “Mi è sempre piaciuto. L’ho voluto riprendere, personalizzarlo, con tocchi di colore, per esempio ho voluto rieditare il tromp l’oeil”.