Primo giorno di sfilate a New York.
(da New York) Il giorno dell’inaugurazione di questa fashion week newyorkese è finalmente giunto. A Bryant Park, un grosso giardino dallo stile francese dove, in mezzo a palazzi e grattacieli, la gente va a rilassarsi nella pausa pranzo, magari giocando alla petanque (bocce) o a ping pong sotto gli alberi, è stata allestita la tensostruttura , abbastanza anonima, che ospita le tre passerelle sulle quali si alternano i 60 stilisti di questa edizione. Oggi hanno sfilato Michael Angel, BCBGMAXAZRIA, Davidelfin, Duckie Brown, Mara Hoffman, Nicholas K, Whitney Eve, Ports 1961,Rosa Chà e Cesar Galindo però in una location diversa.
12 ore di sfilate a ciclo continuo, che non lasciano molto tempo per riposarsi o riordinarere le idee, nonostante questo i parterre sono sempre affollati. L’organizzazione di questo evento concede molto spazio al broadcasting ovvero alle trasmissioni tv, d’altronde siamo nel paese della televisione, ma si dimentica che tra i tanti sedicenti giornalisti accreditati, ce ne sono parecchi che necessitano di una sala stampa attrezzata, quantomeno di una scrivania e non sanno cosa farsene di una Press Lounge, di soli 10mq con poltroncine più adatte ad un cocktail con amici o ad un massaggio alla cervicale che alla scrittura di un articolo. Per questo, oltre che per l’espresso, la nostalgia della fashion week milanese si fa più accesa.
Ma torniamo a parlare di sfilate, quelle che ci hanno colpito di più nel bene e nel male sono Davidelfin, BCBGMAXAZRIA, Ports 1961 e la giovanissima Whitney Eve.
Davidelfin
Stilista spagnolo, presenta a New York una collezione uomo donna incentrata sull’idea che a volte ci pervade di essere qualcun altro, anche solo per un istante. Questa è l’ispirazione della collezione di Davidelfin, che estremizzandone il concetto gioca tutto sull’ambiguità. Quasi una collezione monocolore diremmo total look e total color incentrata sul verde/ciano , poi sul blu e sul bianco. Gli stilisti spagnoli sono stati contagiati dal surrealismo, e anche il giovane Davidelfin non ne è immune. I suoi capi sorprendono ma non sono eccessivi. Come l’idea di riportare la foggia di un pantalone corto con tanto di risvolto, su un pantalone in realtà lungo alla caviglia. Chi l’ha detto che le maniche devono essere due? E allora lo spagnolo gioca aggiungendo e togliendo. La cravatta sui capi da donna e spalle lavorate per l’uomo. Una collezione tutto sommato gradevole dalle linee pulite, con tessuti che vanno dal sintetico al cotone, alla maglia , la seta, l’organza, gli inserti lucidi come le scarpe, quelle si, con una punta di rosso della suola, ma solo quello.
BCBG MAX AZRIA
Collezione molto pret-a-porter che non innova particolarmente. Lo stilista americano di origini tunisine propone tessuti colorati, quasi dipinti a pennellate sui toni del verde acqua del blu scuro e del nero, con spazio a punte di giallo e rosa shocking. Le gonne sopra il ginocchio e gli abiti invece lunghi fino alla caviglia”¦
PORTS 1961
Ci piace questa collezione, disegnata ispirandosi alla effimera bellezza della natura. La stilista, Tia Cibani interpreta la primavera 2010 con sapienza. Immaginando un giardino Zen, la collezione è delicata, fatta di rasi e sete d’oriente, di stampati a “pennellata” argentea, disegni floreali e geometrie orientali che ricordano gli origami. I volumi sono liberi perlopiù di collassare su loro stessi, le spalle a volte sono enfatizzate con leggerezza come sono leggere le ali di una farfalla. Un fil rouge lo troviamo nel voler sottolineare spesso il punto vita con cinture, alte e originali, nei materiali sempre di ispirazione orientale. Qualche capo appare elegantemente solo bianco è giocato sui tessuti con le lavorazioni e i materiali. Le borse sono impreziosite da veli, in vinile o in bamboo e le scarpe sembrano essere leggere, proprio per spiccare il volo. Una collezione precisa e poetica.
Witney Eve
Avete presente le ragazzine dei serial per teen ager americani? ecco Witney Port è così, appena ventiquattrenne è bella, elegante e esuberante, molto concentrata nel suo ruolo di giovane star della moda americana. Questo era il suo debutto, se l’è cavata bene, ma certo appare più un prodotto mediatico nelle mani di mamma, che una stilista con idee precise e voglia di sperimentare. Ci chiediamo che background possa avere e subito ci informano che ha fatto uno stage da Teen Vogue e poi ha fatto parte di un reality su MTV. Dimenticavo di dire che il papà di Whitney è proprietario di una società di moda chiamata Swarm. Allora tutto torna. Beh anche questo è la Mercedes Benz Fashion Week di New York.
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