La donna eterea ed elegantissima di Alberta Ferretti
Un lusso discreto, che filtra dal lavoro alle spalle del vestito, perfetto nelle linee bombate e nei tagli. Una signora ladylike che non eccede ma emoziona.
Alberta Ferretti ha disegnato una donna fedele a se stessa: non esagera mai, non è nel suo dna e nemmeno le viene in mente di farlo.
Del resto perchè cambiare ciò che si avvicina alla perfezione?
Partiamo da una premessa emotiva: la sfilata di Alberta Ferretti è stata una delle poche che abbia davvero emozionato.
La fashion week milanese appena conclusa ha confermato quello che in realtà già si sapeva: ha dato molto in termini di portabilità ed eleganza, moderato gli esotismi e regolato le eccentricità. Ha mostrato a chiare lettere che chi ama il minimalismo ha otto mesi circa per cambiare idea.
Ma ha avuto un grosso limite: non ha emozionato. O ha emozionato poco.
Uno di questi pochi momenti è stato quando è iniziata la sfilata di Alberta Ferretti.
Le semplici note di un pianoforte, e le modelle sono uscite una dopo l’altra. L’immagine è quella di una donna eterea ed elegantissima che incarna lo stile Ferretti senza mai annoiare, sempre con un lieve new touch. E’un lusso sottile, nascosto, che filtra dal lavoro alle spalle del vestito -perfetto nelle linee bombate e nei tagli-; che rifiuta il solito tacco a stiletto ma preferisce la sobrietà di una scarpina bassa a punta quadra.
Si guarda al passato, agli anni 60 e 80 -tralasciando i 70, troppo trasgressivi- per restituire alla moda alcuni elementi di un passato coniugato al presente, moderno, che emerge nei cappotti-cappe, nelle giacche a vita alta profilate da bordi di pelliccia e nelle pettinature, quel finto-scomposto in realtà appena uscito da un parrucchiere.
Rimangono i fiocchi, ed è l’unico appunto: nel momento in cui i fiocchi sono ovunque, sarebbe stato bello se fossero spariti per un pò, almeno da una delle passerelle che li ha lanciati.
Colori profondi e autunnali, tutte le sfumature del marrone, spruzzi di blu e azzurro, nero con misura, meravigliosi toni di viola. Qualche tocco oro, per illuminare qua e là.
I preferiti sono gli abiti corti dalla linea a palloncino, fermati dall’alta cinturina impero perfetti per una signora ladylike, che ama poco i pantaloni e piuttosto per ripararsi dal freddo sceglie lunghissimi cappotti e schicchissime pellicce che quasi sfiorano il pavimento.
Alberta Ferretti ha disegnato una donna fedele a se stessa: non eccede mai, non è nel suo dna e nemmeno le viene in mente di farlo. Del resto perchè cambiare ciò che si avvicina alla perfezione?