Il più alto artigianato in passerella da Ferragamo
In una delle migliori collezioni viste nella settimana della moda, Ferragamo dimostra tutto il valore dell’artigianato made in Italy.
Non c’è nessun bamboleggiamento nella lunga serie di outfit che lasciano il segno per la bellezza dei dettagli.
Niente altro da dire. Solo l’applauso a fine sfilata. Forse meritava la standing ovation.
Lo scorso Dicembre Ferragamo è stata la prima griffe a sfilare a Pechino all’interno delle mura della Città Proibita. Il marchio fa parte di una cordata che per il 2008 intende aprire a New Delhi il primo Mall asiatico che ospiti unicamente brand italiani del lusso.
Non si può dire che non siano attivi, sul fronte della promozione dell’artigianato italiano di rango nel mondo.
E se i capi sono come quelli che hanno sfilato nella settimana del prêt-à-porter milanese, possiamo stare tranquilli. Faremo una bella figura.
Al primo sguardo gli abiti riflettono l’immagine di una donna che fugge da inutili orpelli e quando si veste fa tutto tranne che agghindarsi. Vestito, cappotto, borsa e via ad affrontare la quotidianità. Niente pizzi e pochi ricami. Nessun bamboleggiamento. Gli accessori sono cinture e borse di ogni foggia, vanno dagli ampi borsoni a mano o a spalla, quelli nei quali sta tutta una vita, fino a piccole vezzose pochettine, passando per bauletti graziosi e borsine ricamate.
Tutto questo a prima vista.
Poi si scende nei dettagli, e sono impressionanti.
I plissè oblunghi di pelle scamosciata. Le perline di legno che formano manichine e tasche, lavoro non da sarto ma da ebanista scrupoloso. Le piccole piastrine pazientemente applicate a formare la scintillante tunichetta da sera dai riflessi color del miele. La pelliccia, che plissettata diventa borsa.
E vengono i brividi. C’è tutta l’altissima tradizione dell’artigianato italiano in questa collezione che forse non brilla per novità di linee ma è senza dubbio una delle più ricche, anche per numero di capi, viste nella settimana della moda.
Le linee sono pulite, avvolgono la figura e la proteggono dal gelido inverno. Da affrontare avvolte in ampi cappotti dai colli importanti e riscaldato anche dai colori: marrone e rossi rubino danno il la a una gamma di colori che, tranne poche eccezioni come l’azzurro ghiaccio del soprabito logo-printed, sceglie colori spessi e caldi.
Niente altro da dire. Solo l’applauso a fine sfilata. Peccato non sia stata standing ovation.