Ad ogni mano il suo guanto
Evocatori di tempi passati e simboli di raffinatezza ed eleganza. I guanti sono tornati alla ribalta riacquistando un nuovo protagonismo sulle passerella e nei nostri guardaroba. Capaci di reinterpretare lo stile e lo spirito del secolo sono riusciti a diventare veri must di stagione. Seri, divertenti, colorati, sportivi, da sera, corti o lunghi fino al gomito…i giorni in cui servivano solo a tenere caldo sono decisamente passati!
Accessori millenari, i guanti hanno saputo affrontare la storia. A volte desiderati altre volte ripudiati, i guanti erano già in uso presso gli Egizi e presto arrivarono anche in Grecia e a Roma, dove avevano più che altro una funzione simbolica durante le cerimonie. Nel Medioevo il guanto è parte del rito d’investitura feudale, segno di fiducia nella donna a cui veniva donato, segnale di sfida o di disprezzo se gettato o sbattuto. I primi guanti femminili compaiono solo nel IX secolo, sono in seta o in lana, chiusi al polso con tre bottoncini o con ampio risvolto spesso foderati di pelliccia. In pelle venivano indossati per l’equitazione, molto più preziosi e pregiati quelli di re e regine, ricamati con lamine d’oro e profumati da essenze. Dal 1300 i guanti sono di uso comune in Italia e durante il Rinascimento si impreziosiscono con gemme preziose. Quelli femminili, quasi interamente in fil d’oro, sono ormai così costosi che se ne occupano le leggi suntuarie: vietato possederne più di 32 paia. Il ‘600 vede una grande varietà: di raso, velluto, panno, arricchiti di merletti, frange e ricami. Sono corti o lunghi in proporzione alla lunghezza delle maniche dell’abito. Nell’800, con il ritorno a un abbigliamento elitario tornano di gran moda: una signora elegante non esce mai senza. Guanti anche fra le pareti domestiche: è il tempo dei mezzi guanti, o mitene, quasi sempre in rete. Per l’uomo sono gialli in pelle per il giorno, bianchi per la sera. Alla fine dell’Ottocento, i guanti non sono più così indispensabili al corredo dell’eleganza e diventano segno di distinzione, di distacco, come a difendere la mano dal contatto con altre persone. Dai primi anni del Novecento rispuntano i guanti lunghissimi, increspati sull’avambraccio, e seguono i gusti correnti cambiando continuamente sembianze: con inserti di colore, con rovesci alla moschettiera, in coccodrillo, in cinghiale, in paglia. Per l’estate, in seta o in rete.
È durante la rivoluzione sessantottina che l’espressione simbolica e di eleganza dei guanti cade nell’oblio. Indossare guanti, sia per le donne che per gli uomini, perde il suo fascino in quanto considerati simbolo di ricchezza e quindi borghesi.
Ma tornando ai nostri giorni, di certo i guanti non sono più necessari come una volta: per una donna porgere la mano nuda ad un uomo non è certo sintomo di cattiva educazione, così come nessun gentlemen possiede più almeno sei paia di guanti, uno per ogni occasione (così come consigliava l’elegante Conte d’Orsav). Ciò non toglie che i guanti siano ancora così affascinati e preziosi quasi come gioielli, simboli di raffinatezza ed eleganza: assoluta espressione della creatività e personalità di chi li indossa.
I più grandi gantier dicevano che ‘la vita di un guanto prende forma il giorno in cui il proprietario gli offre la mano’. Personali e su misura. Creazioni che sono vere e proprie opere d’arte: basti pensare al lavoro meticoloso di circa tre ore con almeno cento passaggi necessari per arrivare a un paio di guanti perfetti.
La capitale mondiale del guanto? Molti hanno acclamato a gran voce Aveyron, la piccola cittadina francese dove casa Causse dal 1892 ha mantenuto le sue preziose tradizioni per la fabbricazione dei guanti (trasmesse oralmente fin dal Medioevo). Oggi grazie alla direzione artistica di Nadine Carel e Manuel Rubio casa Causse ha contagiato tutti con il fascino chic e lo spirito secolare dei suoi guanti. Prevalentemente orientata sull’haute couture, l’azienda ha aperto una boutique in centro a Parigi per arrivare anche al grande pubblico. (Gantier Causse, 12 rue de Castiglione, Paris www.gant-causse.com).
Lussuosi ma irrinunciabili anche le case di moda hanno lanciato sfiziose collezioni. Da Extè a Miu Miu e Galliano… a voi l’imbarazzo della scelta!