Alberta Ferretti al 71° Festival del Cinema di Venezia
Chiusi i battenti della 71° edizione della Mostra del Cinema di Venezia -20 i film in concorso-, si ascoltano i primi commenti sul verdetto e i premi distribuiti dalla giuria.
Sintetizziamo le notizie sui premi per chi non avesse seguito l’esito della serata conclusiva. In breve. LEONE D’ORO per il miglior film a: A pigeon sat on a branch reflectin on existence dello svedese Roy Andersson; LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a: The Postman’s White Nights di Andrej Končalovskij; GRAN PREMIO DELLA GIURIA a: The look of silence di Joshua Oppenheimer; le due COPPE VOLI per le migliori interpretazioni maschili e femminili ai film italiano di Saverio Costanzo Hungry hearts a Adam Driver e Alba Rohrwacher; PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente, a Romain Paul in Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte.
Accanto alle notizie più pertinenti la Mostra non mancano i commenti sulle star, e il loro abbigliamento sul red carpet: pollice verso di assoluta condanna delle scelte o pollice in alto di soddisfazione ed approvazioni delle scelte.
Pollice alto per le star in Alberta Ferretti, presente anche lei sul red carpet accanto alle sue fan. Uno stile riconoscibile quello della stilista: femminile e delicato, morbido, quasi evanescente per la sovrapposizione di tessuti leggerissimi; romantico e seducente: capace regalare emozioni e di rassicurare la femminilità di chi li indossa. Le linee fluide e semplici guadagnano in raffinatezza grazie ai tessuti pregiati, ai ricami, alle applicazioni. Il risultato non è mai approssimativo o indeciso ma determinato; a tale risultato ci sembra che la stilista pervenga grazie a due fattori: la sua assoluta chiarezza nelle scelte stilistiche che di volta in volta opera per raggiungere una eleganza che risulti autentica e naturale, e d’altra parte non vanno trascurati i risultati che ottiene grazie ad un paziente lavoro sartoriale che le consenti di raggiungere un risultato di elevata qualità.
Gli abiti firmati Alberta Ferretti e indossati al Festival di Venezia 2014 possono essere raggruppati in 3 serie, perché presentano evidenti parallelismi, similitudini, talvolta accentuate.
Il primo gruppo che consideriamo sono abiti che si discostano dallo stile Alberta Ferretti. Sono quelli indossati dalla modella brasiliana Alessandra Ambrosio, Nieves Alvarez e Alessandra Mastronardi: tre abiti strutturati lunghi. Rosso ciliegia per Alessandra Ambrosio senza spalline, orlo più corto sul davanti, il corpino ci è sembrato eccessivamente piatto e la scollatura dritta troppo bassa sul torace che risultava “sguarnito” nonostante il bel collier. Rosso lampone per Nieves Alvarez, profonda scollatura a V sul davanti, dietro le spalle parzialmente scoperte fino in vita, gonna rigida con un accenno di coda, che sicuramente rende più scultoreo l’abito; importante il collier che avrebbe anche consentito di prescindere dagli orecchini che invece sono anche essi importanti; pesante il trucco degli occhi e disordinata la pettinatura. Abito sorprendente, rispetto allo stile Ferretti quello di Alessandra Mastronardi, originale, ma eccessivamente simile nella stampa e texture alla gonna di Sienna Guillory.
Gruppo a se gli abiti neri con applicazioni di rouches, piume nei corpino o nella gonna indossati della stessa Alberta Ferretti; per Joan Chen scollatura a V profondissima e applicazioni di paillettes sul corpino e piume sulla gonna. Per Liya Kebede un bel corpino costruito con rouches su una gonna lunga ricca di strati di tulle nero: le spalle eccessivamente magre della top model etiope avrebbero suggerito di coprirle anche con un semplice strato di tulle; saggiamente la Kebede limita gli accessori a splendidi orecchini. Decisamente infelice la scelta di Mia Moretti, abito nero con piume pizzi, trasparenze di una audacia al limite del buon gusto ed lunga mantella con strascico, il tutto decisamente di cattivo gusto; pollice verso anche per Madalina Ghenea gonna asimmetrica doppiata in tulle.
Ultima serie gli abiti color pastello in chiffon o tessuti comunque leggeri adatti a drappeggi e a plissettature che arricchiscono il corpino o la gonna e consentono alla stilista creazioni romantiche e femminili, adattissime ai red carpet. Isabella Ragonese ha scelto in un long dress fuxia bello, dal corpino drappeggiato che avrebbe meritato un collier più discreto o semplicemente degli orecchini chandelier per incorniciare il volto lasciato libero dai capelli fermati dietro. Constance Jablonski ha scelto un abito di costruzione asimmetrica, monospalla e ricchezza maggiore della gonna sul lato sinistro grazie a sovrapposizione di leggere balze di tessuto plissettato, in chiffon rosa polvere con ramages argentei applicati sul corpino con un asimmetrico triangolo di trasparenza. In altra occasione indossa un abito bianco lungo con coda e ricami floreali colorati sul corpino, semplice e di grande effetto. Rosa carne per l’attrice francese Rebecca Dayan, anche per lei un abito monospalla e anche per lei un leggero intreccio di drappeggi sul corpino che sottolineano il seno, il colore pallido del tessuto avrebbe suggerito accessori dai toni accesi per illuminare un incarnato pallido. Sveva Alviti ha scelto per il suo look un long dress azzurro scollatura a V corpino sottolineato da due nastri, gonna doppiata da una sopragonna più corta plissettata.
Per ultimo menzioniamo Zaha Hindi con un abito pastello nude doppiato in pizzo verde acqua; Ambra Angiolini abito rosa doppiato in verde muschio nella serata conclusiva.