Alla corte dell’Imperatore: le foto di Karl Lagerfeld in mostra
“La fotografia fa ormai parte della mia vita. Essa rappresenta la quadratura del cerchio delle mie “˜ansie’ artistiche e professionali. Non sono più capace di guardare la vita se non considerandola attraverso questa visione. Guardo il mondo e la moda con l’obiettivo fotografico. Questo conferisce al mio lavoro di base un distacco critico che mi aiuta molto più di quanto sospettassi (“¦)” dichiarava Karl Lagerfeld nel 1992.
Un’antologia fotografica raffinata e complessa, è materia della mostra “Karl Lagerfeld. Percorso di lavoro”, presentata a Parigi nel 2010 e ospitata dal 16 febbraio al 10 aprile 2011 presso il Chiostro del Bramante di Roma, con il patrocinio di AltaRoma, con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale. Jean-Luc Monterosso, Direttore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi racconta nel catalogo “Work in progress” (edito da Steidl) la genesi del fotografo a partire dalla genialità del grande stilista. Più di venti anni fa Karl Lagerfeld, non contento del lavoro fotografico realizzato per la sua ultima collezione, decise di superare la linea di demarcazione fra fashion designer e fotografo, scegliendo un approccio trasversale, cimentandosi in entrambi i linguaggi estetico-espressivi.
Il “Percorso” in mostra a Roma, sul lavoro fotografico e artistico del Kaiser della moda, si snoda fra volti e corpi di indicibile bellezza, ritratti e paesaggi naturali, profili cittadini e dettagli di architetture urbane; parte dagli scatti realizzati nel 1987 fino a includere diverse immagini del 2010. Sono esposte le foto del “The Cal” 2011, il lavoro intitolato “The Beauty of Violence”, il terzo e il quarto ciclo di immagini e variazioni sul tema “Body Freedom” (oltre agli scatti realizzati per lo stesso soggetto a partire dal 2008), le campagne pubblicitarie ideate per le collezioni primavera/estate 2011 di Chanel e di Fendi. Anja Rubik è protagonista fra gli scenari dipinti e “Fantasy” by Fendi, il tema “A summer in the south” evoca i contenuti stilistici della spring-summer 2011 della maison Chanel. Racconti d’inverno, nuvole rosa, facciate newyorkesi o giorni pieni di sole in Vermont, “Latin Lover(s)” o gli interni di una fantomatica “Suite 3906″, temi riconducibili a collezioni, cataloghi e campagne realizzate negli ultimi anni dal direttore creativo della maison italiana e della maison francese, racchiudono una visione dello stile difficilmente equiparabile: per la bellezza degli abiti e degli accessori, per la capacità dei soggetti di dialogare all’interno delle immagini con gli spazi aperti o chiusi, per la composizione aggraziata di tutti gli elementi, per l’uso dei colori e ancor di più per la sensibilità estrema, che rende l’artista capace di comprendere quando il colore è superfluo, quando diviene necessaria la sua assenza.
Il legame con l’universo della pittura è fortissimo; Lagerfeld sembra voler dialogare contemporaneamente con tutte le arti, con i diversi media, con il significato contemporaneo del linguaggio visuale e della comunicazione. Non mancano i servizi fotografici realizzati per le più importanti riviste mondiali, come il volto di Linda Evangelista coperto dal make-up “espressionista” di Stéphane Marais, in un “Omaggio a Jawlensky” apparso su Vogue America nel 1992 . Zhang Ziyi è raffigurata seguendo il gusto estetico della Pop Art, Andrèa come il protagonista dei fumetti Corto Maltese. Il balletto è evocato nelle immagini con Karen Elson del 1997 dal titolo “Homage to Oskar Schlemmer and his Triadic Ballet”. Il teatro, la danza (persino la variante dionisiaca), il cinema, compaiono come citazioni all’interno di foto-fotogrammi che sembrano fermo-immagine tratti da una pellicola: in serie di volti estrapolati da immagini a figura intera, capaci di suggerire la mutevolezza dell’espressione colta dalla macchina fotografica in un singolo istante, in interpretazioni e diverse varianti fluide del movimento della figura umana.
Se i ritratti esposti, di personaggi come David Lynch, Jack Nicholson, Gérard Depardieu o Nicole Kiddman descrivono un senso dell’identità e della personalità unico, tanto da rendere volutamente difficile l’identificazione, i contorni sfocati e incerti della figura, nella foto che fa venire in mente la poesia “A una passante” di Charles Baudelaire, sembrano introdurre alcuni quesiti universali come il rapporto dicotomico fra natura e città, fra sfera pubblica e sfera privata, fra passato e presente, fra quanto è mutevole e quanto deve, necessariamente, provare ad essere eterno. La mostra ospita foto private, foto di viaggi: i paesaggi e il modo di cogliere i dettagli architettonici, restituiscono una visione ed un’atmosfera intimistica. Fra location come Capri, New York, Monte Carlo e Biarritz spicca Parigi, la città è raccontata con uno sguardo pieno di amore. La serie stupenda di foto del 1998 intitolata “Paris” che potrebbe essere posta in dialogo con gli scatti dedicati alla reggia di Versailles, propone un’ambientazione settecentesca, sembra veramente di essere immersi nel clima della corte di Marie Antoinette invece si è penetrati in un’altra corte, la corte dell’imperatore Karl Lagerfeld.