Altaroma Giugno 2018: tra attualità e memoria
Altaroma è ancora alla ricerca di una sua definitiva identità ed anche una sua definitiva collocazione spazio/concettuale nell’universo delle grandi manifestazioni di moda in Italia. La scelta di spostare il headquarter presso gli Studi di Cinecittà ha una sua logica ed è possibile leggervi una finalità precisa, anche se forse non eccessivamente realistica.
Cinecittà! Un nome a cui riagganciarsi con la memoria, un luogo descritto come “unico e internazionale …..; simbolo di un periodo d’oro per il nostro Paese” e di Roma in particolare.
E’ vero, la moda ha un legame speciale con il cinema, e quella italiana in modo particolare perché il prêt-à-porter Made in Italy degli anni ’70, nasce negli anni ’50 all’ombra di Cinecittà. Non perché il set sia stato la passerella su cui sfilavano gli abiti che sarebbero stati di moda, e neppure perché gli stilisti affermati si trasformavano in costumisti; ma perché dive affermate, a Roma per girare un film negli Studi di Cinecittà con i più celebri registi di allora, frequentavano gli atelier romani delle Sorelle Fontana, di Fernanda Gattinoni, o di Roberto Capucci. In questo modo la moda italiana scavalcava l’Oceano per affascinare il jet set internazionale.
E’ chiaro quindi l’intento di offrire a giovani talenti, attraverso un luogo che evoca momenti magici per gli atelier romani, lo stimolo e il sogno per un impegno all’altezza di quei tempi. Hanno l’opportunità di presentare le proprie collezioni a Roma, e portare il proprio lavoro all’attenzione di stampa, buyer, addetti ai lavori, nazionali e internazionali.
Resta però il dubbio che cercando di riagganciare gli atelier storici e quelli recenti con sede a Roma al mondo del cinema, ciò sia sufficiente a rendere Roma un polo importante nello scenario della moda internazionale. L’intento è lodevole ma poco realistico; sarebbe necessario che le istituzioni romane si attribuissero il compito di rendere Cinecittà un luogo vivo dove ancora possono girarsi pellicole importanti che possano portare tante star del mondo dello spettacolo in genere. Non basta far visitare gli studi per fa rivivere una epoca; ci si muove solo sul piano della memoria.
Ammesso che questo sia l’intento perseguito – cioè riagganciare la moda romana al cinema-, saranno necessarie altre due riflessioni: come dare spazio e visibilità agli atelier romani, come sviluppare e orientare i giovani verso scuole di moda specializzate in alta moda. Interessante sarebbe, sviluppare la sezione Atelier della manifestazione -che si presenta come un contenitore di sfilate e presentazioni di maison di couture, neo-couture, piccoli atelier, sartorie e artigianalità- favorendo non solo le passerelle, ma moltiplicando l’apertura degli atelier romani ai visitatori.
Quali visitatori? Il mondo delle Ambasciate: Roma è l’unica città al mondo che le conta in numero doppio. Il mondo della diplomazia è uno dei pochi luoghi dove ancora si svolgono eventi che meritano un abito di alta moda, oltre ai pochi matrimoni della doppia aristocrazia romana -anche questa è doppia a Roma- che ancora si celebrano.
Come? Ci vuole un po’ di fantasia per scoprire una formula.
Ma a lavorarci un modo si potrà trovare!!!!