Ancora tracce di Futurismo nella collezione P/E ’19 di Laura Biagiotti
È ancora una volta la pittura Futurista di Giacomo Balla la fonte di ispirazione della collezione Laura Biagiotti P/E 2019. Non desta meraviglia. Attraverso la Fondazione Biagiotti Cigna la famiglia possiede ben 250 opere di Balla: dipinti, abiti, disegni e oggetti che sono contesi dai musei di mezzo mondo. Inoltre il Futurismo ha detto molto sull’abbigliamento, dimostrandosi un movimento di avanguardia rispetto al futuro della moda che oggi leggiamo a chiare lettere.
Cerchiamo di capirlo per comprendere le tracce del Movimento anche nella collezione Laura Biagiotti a firma Lavinia Cigna.
Uno dei postulati di base del movimento futurista sta nel raggiungimento di un’arte totale: l’arte non deve rimanere all’interno di un’ élite, ma deve rendersi capace di trasformare in senso estetico la società intera; inoltre, l’oggetto artistico deve essere «mobile e vivo», in una concreta comunicazione tra arte e vita.
Forse è azzardata l’ osservazione che stiamo per fare, ma ci sembra di intuire che la presenza di tracce di Futurismo nella collezioni Biagiotti sia dovuta alla assimilazione da parte delle stiliste –madre e figlia- proprio di questo principio: attraverso il loro lavoro, l’arte, concretamente quella espressa dalle opere di G. Balla -anche se si tratta solo di tracce riportate su un abito, ma la presentazione della collezione si svolgeva in un “palcoscenico” dove il fondale e la passerella riproducevano la “Futurlibecciata” di G. Balla – non rimane relegata ad un circolo ristretto, ma raggiunge cerchie più vaste e comunica quelli che sono i postulati sempre attuali del Movimento: dinamismo, ottimismo, leggerezza, sguardo verso il futuro, sperimentazione ed innovazione per superare l’immobilismo dei “borghesi”. Pur se “la donna Biagiotti –afferma Lavinia Cigna nel suo comunicato stampa-, non sarà una testimonial di art-à-porter ma un consapevole vortice di colore e leggerezza, semplicità e libertà”, proprio per questo porterà con sé le tracce del messaggio del movimento futurista.
Il Movimento Futurista aveva individuato nell’ abbigliamento lo strumento per una democratizzazione dell’arte, e guardavano all’abito in sé come possessore di un linguaggio. Anche se anni più tardi Barthes, presupponendo nell’abito un segno comunicativo, tenterà di comprendere ciò che l’abito può dire, con i Futuristi ci troviamo su una posizione diversa perché questi artisti assegnavano all’abito un compito, trasformandolo in simbolo atto a significare qualcosa: esprimere i loro postulati teorici e lo stile di vita che l’avvento del futurismo innestava sul vecchio mondo borghese e “passatista”, termine diffuso tra i futuristi per indicare attaccamento alle idee e ai costumi del passato. Con il vestito -che deve però seguire i canoni futuristi-, l’arte è portata nelle strade; ma perché l’abito di tutti i giorni sia una forma estetica deve poter cambiare l’aspetto continuamente e lo farà attraverso i “modificanti” -accessori, elementi geometrici di tessuto o colore-, applicati secondo la creatività di ognuno per cambiare e rinnovare costantemente la struttura dell’abito.
Ecco che troviamo nella collezione P/E di Lavinia Biagiotti Cigna una accentuazione del tema degli accessori con il nuovo progetto “See now wear now”, un’evoluzione del “See now buy now”, secondo la griffe. All’interno del Piccolo Teatro, dove si è svolto lo show, era allestito un corner dove era possibile acquistare alcuni accessori visti in sfilata: cerchietti futuristici vero must della stagione presenti in tutte le uscite, sciarpe, pullover, le T-shirt e gli occhiali biofuturistici (in materiale bio), oltre all’iconica borsa a secchiello.
Altro elemento di influenza del Futurismo sulla Moda è l’introduzione del colore, specialmente nell’abbigliamento maschile, blocchi di colore, come nel famoso “Gilet Futurista” di G. Balla in possesso della Fondazione Biagiotti Cigna: uno dei capi della collezione -un gilet su un pantalone rigato- è stato un immediato richiamo al gilet futurista. Sgargianti colori disegnano le losanghe brillanti e multicolor di gonna e gilet e abitino corto con spalline. Geometrie colorate in disordine, movimentano gli abiti, il cerchietto e gli occhiali, il secchiello FuturBalla, le scarpe chanel, rendendo gioioso l’abbigliamento, ma anche illuminante e dinamico.
Ispirazione futurista
Non abbiamo ancora terminato con le innovazioni degli artisti del Movimento riguardo la moda: operano interventi sull’uso del taglio per esprimere la novità rispetto al passato: non per nulla il collo a V ha avuto la sua origine nel 1913 in ambiente futurista; ma ancora più importate è che operano un rinnovamento assoluto della linea che perde la connotazione costrittiva ed acquista soluzioni moderne più ampie, spesso asimmetriche. La linea morbida dei pantaloni e delle giacche della collezione sembrano ispirarsi all’imperativo futurista che l’abito deve essere semplice e comodo.
Non mancano nella collezione il Bianco Biagiotti e i toni naturali espressi in garza di lino, anche in versione gessata e principe di galles, e la maglia sottile fino alla trasparenza, lavorata con punti inediti come quello “a conchiglia”; elementi che bilanciano i colori e le stampe di ispirazione futurista. Ovunque poi si può leggere, tessuto, stampato, laserato sulla pelle, il logo LB
I colori tenui e il Bianco Biagiotti