Arte nei calici
Un museo d’impresa diffuso e assolutamente originale è quello realizzato da Ca’ del Bosco, storica azienda vinicola di alto profilo della Franciacorta, per raccontare il proprio rapporto con la cultura e la società, ma soprattutto per illustrare la sua concezione di creatività e ingegno, preservando nel tempo una chiara visione. Senza necessariamente guardare ad un eventuale tornaconto economico – anzi, i musei d’impresa implicano spesso un notevole investimento di risorse e pochi ritorni immediati – bensì per il piacere di narrare una storia, una passione, un’idea, una vita – condividendola con il pubblico per farne non solo brand identity, ma anche sapienza e coscienza comuni.
In effetti, sin dagli anni ’80 Maurizio Zanella – lungimirante fondatore del marchio – ha installato nei vari siti produttivi dell’azienda – tra cantine, vigne, uffici – opere d’arte di rilievo internazionale, collezionando maestri del calibro di Botero, Mitoraj, Bombardieri, Pomodoro, Paladino, solo per citarne alcuni, ingaggiando persino i più famosi fotografi (da Helmut Newton a Georg Gerster passando per Mimmo Jodice e Don McCullin) per la messa in atto di un’esposizione e di un volume che documenta in bellezza i tempi della natura nei luoghi del vino e dell’arte.
Innovativo produttore di grandi etichette (tra cui la rinomata “Annamaria Clementi”), divenute simbolo nel mondo dell’eccellenza qualitativa italiana che si rinnova sotto il segno della tradizione coniugata all’evoluzione, Zanella ha incontrato quasi per caso la galassia dell’arte venendo in contatto con alcuni grandi artisti nelle più svariate circostanze e restando profondamente affascinato dai loro lavori. Fu certamente tra i primi nel suo settore a comprendere la valenza anche strategica dell’arte quale strumento per conferire personalità ed aura ad un bene di consumo come il vino in Italia, sino a pochi anni fa debolmente valorizzato. Intimamente persuaso dell’importanza di puntare all’eccellenza produttiva ed alla promozione del territorio vinicolo in un mix polivaloriale e polisensoriale, ha colto prontamente nell’arte il mezzo per perfezionare il suo disegno nel nome della cultura del bello e del buono.
Ne è derivata una collezione di gusto eclettico che si va arricchendo nel tempo, senza fretta, e che testimonia un dialogo continuo tra azienda e artisti, i quali sovente operano su commissione, ovvero concependo le loro opere specificamente per un luogo, come fossero gemme da incastonare in un gioiello naturale.
Così, senza battage pubblicitari particolari, Maurizio Zanella è andato costruendo una delle più estese collezioni artistiche aziendali, con una predilezione speciale per la statuaria. Tra le sculture più significative presenti nei vari siti di Ca’ del Bosco, citiamo il Testimone di Mimmo Paladino, Blue Guardians by Cracking Art, Codice genetico di Rabarama, Water in dripping by Zheng Lu, Eroi di Luce by Igor Mitoraj, Cancello Solare di Arnaldo Pomodoro, Il peso del tempo sospeso di Stefano Bombardieri. Valori intangibili resi visibili nella materialità incantevole dei paesaggi della Franciacorta.
Come ha affermato il grande Luigi Veronelli, che lo stesso Zanella sembra riecheggiare nelle sue iniziative anche in veste di “direttore artistico” del suo speciale museo, Il vino è un valore reale che ci dà l’irreale.