“Arte relazionale” e Solidarietà
Il 25 novembre 2015, “GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE”, si è svolta a Brescia una manifestazione degna di nota, tra le molte che sul territorio nazionale hanno invitato ad una riflessione su un tema tanto drammatico, troppo attuale. L’idea è di Patrizia Fratus, artista bergamasca che, passando dal cucito alla scultura, ha deciso di puntare l’occhio e fermare il suo obiettivo su di una forma espressiva nuova, adoperandosi creativamente nell’ “ARTE RELAZIONALE”.
L’Arte Relazionale ha un forte ruolo sociale, stimolando ad una riflessione al cambiamento, che per avvenire, deve obbligatoriamente passare dalla presa di coscienza. La consapevolezza dà la forza di agire e la forza di agire viene anche dal sostegno dato dalla solidarietà.
E questa è un’opera che parla, anzi oserei dire, urla di solidarietà e partecipazione.
Oltre 20mila carré di maglia di cinquanta centimetri l’uno, cuciti insieme quattro per quattro tanto da formare un metro quadro. Il risultato 5mila coperte unite da un filo rosso. Un social patchwork sferruzzato da migliaia di donne e uomini di tutto il mondo.
L’opera, allestita a Brescia dal 22 al 25 novembre, ha coperto interamente Piazza Vittoria con un ellisse colorata e suggestiva.
“Ho voluto disegnare un DNA ipotetico -mi dice Patrizia Fratus, l’ideatrice dell’opera- per rappresentare l’unicità irripetibile di ogni donna, che si confronta e si misura con l’unicità di altre donne”. Anche un invito a riflettere sull’indifferenza che spesso alimenta il pregiudizio. Sono sette milioni le donne nel mondo che hanno subito violenza e solo il 12% ha avuto il coraggio di denunciare.
Secondo l’ISTAT in Italia, nel quinquennio che va dal 2009 al 2014, sono il 31,5% le donne fra i sedici e i settant’anni che hanno subito violenza.
Martin Luther King diceva: “Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni”.
La violenza dei cattivi, certamente va fermata e occorre che la società, tutta, sia solidale e condanni un crimine che non solo distrugge le donne, ma annienta l’energia essenziale della vita, l’essenza del bello, di cui tutte le donne del pianeta sono portatrici.