Aspettando il Natale
A chi non è più bambino il Natale talvolta reca una vaga sensazione di malinconia, non facile da descrivere. E’ uno strano miscuglio di rimpianto e di tenerezza, che pure fa sorridere: un sorriso velato, che denota ombre di amarezza davanti agli aspetti più emblematici della festa, agli alberi addobbati, alle strade brulicanti di luci, alle tavole imbandite. La “dolce tristezza” che ci pervade cresce, soprattutto, di fronte alle espressioni dei bambini in trepida attesa di cose e fenomeni sorprendenti. Forse è proprio questo a suscitare la “sindrome del Natale”: l’inevitabile disincanto, unito al senso della realtà, che può indurci a vivere il grande rito – pagano o cristiano, a seconda di come l’intendiamo – con un certo disagio.
Tuttavia, contro tale malessere esistono, secondo noi, degli antidoti efficaci, che ci permettono di recuperare il più autentico sapore della festa, lo stupore, la gioia, l’allegria e tutte quelle tipiche emozioni infantili che sempre giovano anche agli adulti. Se poi l’atmosfera è quella della campagna, con il suo stile di vita genuino e le sue sapide tradizioni, lo “spleen” è sicuramente esorcizzato. Poco importa, allora, che sotto la giacca rossa e la barba bianca di Babbo Natale ci sia uno zio che recita per l’occasione davanti ai cuginetti estatici e divertiti: vogliamo per un attimo credere pure noi a quella “magia”?
L’incanto del Natale, d’altra parte, consiste anche nella scoperta, dentro di noi, di sentimenti che forse durante il resto dell’anno sono un po’ trascurati, come la felicità di donare, la solidarietà verso chi ha dei problemi, l’amore disinteressato. E teniamo bene a mente che le emozioni vere non sono prerogativa esclusiva dei piccoli, ma senza età! Tutti le possiamo provare, scongiurando il “male di vivere” e dando un senso più concreto ad una festa come questa.
E’ difficile, comunque, parlare di un simile evento – spirituale e materiale nello stesso tempo – senza cadere in triti luoghi comuni. Già per rispondere alla domanda: “Perché Natale è la festa più bella dell’anno quasi per tutti?”, faticheremmo a non lasciarci trascinare in un vortice di retorica melliflua… Ci limiteremo, quindi, a raccontare di semplici esperienze, convinti che forse solo la veracità possa redimere dalla caduta nel banale.
Ebbene, amiamo profondamente il Natale, che per noi rappresenta in assoluto la “festa delle feste”. Sarà la componente fanciullesca (Pascoli docet) che ancora galleggia nel nostro animo, sarà l’influenza delle persone che ci vivono accanto, sta di fatto che di questo evento sappiamo apprezzare molte sfaccettature, a cominciare dall’atmosfera calda, unica, sfavillante, con quei ritmi rallentati, i sapori della mensa familiare che nessuna nouvelle cuisine riesce a soppiantare, i suoni dolci in sottofondo, i decori fantasiosi, l’appassionante ricerca dei regali ed il piacere di scambiarli, e poi il “lusso” del tempo, della quiete, del silenzio… Ci sono molti, invece, che non sanno mai che doni acquistare, che si rammaricano dei soldi spesi, che non concepiscono tutto questo darsi da fare, che detestano la casa piena di parenti ed amici, ma sembrano spaventati anche dalla libertà a disposizione per se stessi.
Peccato. Peccato per chi si annoia o, peggio, si stressa e non sa cogliere i momenti che fanno di questa festa un’opportunità ogni volta speciale. E’ superfluo il consiglio, per tutti, di visitare i mercatini natalizi, ora non più prerogativa del solo Alto Adige, per respirare l’autentico fascino della tradizione. Lì – tra morbide luci che filtrano dai chioschi in legno, soavi note di melodie secolari, profumi dolci e speziati – si può acquistare (o anche solo guardare) tutto ciò che crea subito l’atmosfera del Natale: addobbi per l’albero, statuette per il presepe, pregiati oggetti artigianali in legno, in vetro o in pietra, tessuti e ricami, candele in cera d’api, saponi naturali, tisane d’erbe, specialità gastronomiche, giacche in lana cotta, pantofole di feltro, merletti raffinati… E poi, senza necessariamente pensare allo sci, che dire dell’opportunità di fare una bella pattinata o di andare sulla slitta immersi in un paesaggio da fiaba, già romanticamente bianco?
D’altro lato, non hanno tutti i torti quanti affermano – noi per primi – che spesso il Natale si riduce a mero consumismo, che se ne sono persi molti valori, che il mostrarsi allegri sembra imposto quasi come un dovere, mentre chi soffre prova ancora più dolore e chi è solo si sente doppiamente abbandonato. Ma in tanti casi, se davvero lo vogliamo, può essere diverso. In fondo, c’è un po’ in tutti voglia di pace, di recuperare certi ideali e sentimenti, di credere in qualcosa ed anche, perché no, di lasciarsi andare alle più recondite sensazioni. Il Natale, almeno per noi, è proprio questo.