# ASTRO-MODA
“Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare…” cantava Franco Battiato. Non sappiamo per ora se attraversando lo spazio staremo meglio, ma di recente è stata niente meno che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a lanciare l’iniziativa “Couture in Orbit”, con cui ha invitato le principali Scuole di Design europee a realizzare una collezione di abiti che utilizzino tecnologie “spaziali” e allo stesso tempo siano pratici, comodi, con un forte contenuto di design.
Gli istituti di formazione coinvolti sono: per l’Italia il Politecnico di Milano (con gli studenti del primo anno della Laurea Magistrale in Advanced Sportswear: un corso che presta particolare attenzione al côté tecnico della moda, come le caratteristiche dei materiali e i metodi di lavorazione), per l’Inghilterra il Royal College of Art, per la Danimarca la Fashion Design Akademiet, per la Francia e la Germania ESMOD. Si tratta quindi di scuole d’eccellenza dei Paesi di origine degli astronauti che dal 2014 ad oggi hanno soggiornato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale – ISS (tra cui la nostra Samantha Cristoforetti).
I risultati finali dell’”astronomico” progetto sono stati presentati al Museo della Scienza di Londra a fine Maggio 2016 con un evento che ha unito Fashion Show ed Exhibit delle collezioni nonché delle tecnologie integrate nei capi. E’ superfluo annotare che gli studenti delle varie accademie hanno partecipato con entusiasmo a questo lavoro, prodigandovi notevole impegno. Le loro performance hanno dimostrato che l’abbigliamento spaziale è tutt’altro che fantascienza!
La moda quindi si è lasciata ispirare dal “vuoto” per dar vita agli abiti del futuro, che siano belli e funzionali, realizzati sfruttando l’alta tecnologia ESA, incluso quanto è stato appreso con gli esperimenti condotti sulla ISS dagli astronauti (i quali a volte hanno spiegato personalmente agli studenti del loro Paese le condizioni di clima, salute, nutrizione, descrivendo nei dettagli la vita quotidiana in assenza di gravità). Obiettivo: vestire bene per una vita migliore.
I tessuti certificati per lo spazio sono stati forniti dalla stessa ESA, affinché tutti i capi combinassero metodi e processi (produzione di energia rinnovabile) per monitorare i movimenti di chi li indossa, generare energia elettrica utilizzabile per regolare la loro temperatura e la traspirazione. Nel rispetto della sostenibilità ambientale e all’insegna dell’innovazione in prospettiva futurista.
Ogni scuola, a cui è stato assegnato un tema diverso tra tecnologia, ambiente, innovazione, salute e sport, ha potuto contare sui suoi sponsor per l’approvvigionamento di tecnologia e tessuti all’avanguardia. Questi ultimi, nella fattispecie, sono stati offerti da Sympatex, Bionic Yarn and 37.5® Technology by Cocona® e da Xsens, che ha messo a disposizione degli studenti un sistema di sensori di tracciabilità del movimento da incorporare nei loro bozzetti.
Vestivamo alla marinara… e vestiremo all’Astro-Samantha, dunque, ma sempre con stile.
Scriveva Sir Terry Pratchett: “Lo spazio non è davvero grande, è semplicemente da qualche parte per starci grandi dentro”.