Baiadera
Dalla notte dei tempi le danzatrici indiane sono sempre state l’emblema della sensualità e della femminilità. In molti resoconti di viaggio, i pellegrini passati per i territori orientali testimoniano di aver avuto il piacere di assistere alla danza di queste donne, avvolte in abiti che dai fianchi scendono fino a terra, con gonne aperte davanti e ampi pantaloni drappeggiati e fermati alle caviglie.
È importante sottolineare che sia la ballerina che il vestito prendono lo stesso nome, ossia Baiadera, per rafforzare lo stretto legame che è sempre esistito tra questi due elementi.
Oggi, tale termine serve, inoltre, a designare un tipo di tessuto stampato, utilizzato per confezionare abiti e accessori, a fasce multicolori parallele e in contrasto, che in origine era solo di seta, poi in altri filati. Anche la maison Gucci ha, infatti, dato questo nome ad una borsa con manico in bambù, chiaramente ispirata alle danzatrici indigene incontrate dai portoghesi alla conquista del nuovo mondo.
Gli amanti della danza classica non possono certo dimenticare che questa parola evoca “Bayadère”, il titolo di un balletto di Petipa, in cui un guerriero s’innamora di una danzatrice e dopo la morte di quest’ultima, in sogno, riesce a incontrarla di nuovo entrando nel regno delle ombre.