Bellezza al bagno
Un aspetto affascinante, sebbene poco indagato, della nostra cultura estetica è la pratica della toeletta – tanto intima quanto comune a tutti – la cui ritualità ha accompagnato l’intera evoluzione concettuale del nostro corpo. Che rapporto esiste tra questo tema e l’arte? In particolare che influenza sulla pittura hanno avuto i gesti ed i luoghi deputati alla pulizia e alla bellezza, specialmente femminile? Ha provato a rispondervi una curiosa mostra parigina intitolata La Toilette. Naissance de l’intime, allestita la scorsa estate presso il delizioso Musée Marmottan Monet, con l’intento di mostrare come le rappresentazioni della femme à la toilette, nel loro mutare nel tempo, abbiano rispecchiato fedelmente i costumi, la società, la censura, il senso del pudore.
Avvicinandosi al presente le raffigurazioni del corpo al bagno, focalizzate sempre più sulla cosmetica e condizionate dai codici del consumismo, si sono giovate di un approccio più giocoso tra la fisicità della donna, la moda, la pubblicità e le nuove forme di progresso tecnologico. Com’è dunque la toilette “a regola d’arte”?
Curata da Georges Vigarello (direttore dell’École des Hautes Etudes en Sciences Sociales) e Nadeije Laneyrie-Dagen (docente di Storia dell’Arte all’École Normale Supérieure), la rassegna del museo francese si è presentata come una retrospettiva tematica assolutamente inedita, in cui lo spettatore si trovava faccia a faccia con un’intimità senza veli. Il percorso espositivo comprendeva quadri, sculture, stampe, fotografie, tutte opere provenienti da importanti musei e collezioni private internazionali. Era suddivisa in tre fasi storiche, a cominciare da quella dedicata all’Ancien Régime, testimoniata da opere eccezionali quali le incisioni di Dürer e Primaticcio, nonché alcuni dipinti della Scuola di Fontainbleu.
La prima tematica da affrontare nello studio della toeletta è Le bain amoureux de la Renaissance dove l’acqua è guardata con diffidenza, come possibile vettore di malattie (persino Erasmo da Rotterdam ne diffidava). Non mancava nemmeno la simbologia amorosa, ovviamente, nei dipinti raffiguranti le dame al bagno. La seconda tematica è La toilette “classique”. Toilette sèche, toilette sociale, la quale documenta come nel Seicento scomparisse il bagno con le sue pratiche e rappresentazioni: siamo in un secolo in cui le abluzioni spesso si limitano alle mani, mentre i gesti e i codici si focalizzano su cipria e capelli. Il luogo per eccellenza diventa il tavolo da toilette, ricoperto da un tappeto, su cui sono posti lo specchio e gli unguenti. In questa camera la donna non è sola, ma attorniata da domestici e visitatori. Terza tematica è Illustres solitaires, che racconta come nell’Europa del Nord la pittura imbocchi la strada del realismo, concentrandosi sul nudo, sovente allo specchio. L’acqua è assente da queste scene, mentre è indagata l’intimità solitaria della donna. L’ultima tematica della prima parte della mostra riguardava Les Lumières: ablutions partielles, discrétions et indiscrétions, illustrando come nel secolo dei lumi si verificasse un progressivo ritorno all’elemento liquido e, di conseguenza, la diversità dei gesti intimi rendesse necessaria l’istituzionalizzazione di una pratica più riservata. Nelle arti visive questa è l’epoca di fenomeni discreti di voyeurismo, come quello di un intruso che entra nella camera oppure si nasconde dietro una tenda. Al riguardo, si possono ammirare le piccanti e maliziose tele di Boucher.
La seconda sezione espositiva documentava il profondo rinnovamento delle modalità di cura del corpo che ebbe luogo nell’Ottocento, allorché nacque il cabinet de toilette, luogo preposto alle pratiche di pulizia e cosmesi: i grandi impressionisti Manet, Degas, Morisot, Toulose-Lautrec erano affascinati dall’intimità della toeletta femminile. Una prima tematica è quindi Après 1800, la clôture de l’espace, dove si può osservare un radicale cambiamento nella nozione di “privato”: nasce il bagno a porte chiuse e la pittura circoscrive le rappresentazioni alle pettinature e all’abbigliamento, scevre di sensualità. Solo l’incisione mostra i corpi con un certo erotismo, che però suggerisce e non ostenta. Si giunge così a Fin XIX siècle: spécialisation du lieu et corps nouveau de la baigneuse dove la massima conquista è quella dell’acqua. Occorre tempo affinché questa sia distribuita nelle case e nei palazzi, ma una volta resa accessibile, anche la pratica delle abluzioni quotidiane diventa un’esigenza igienica. Ecco che il soggetto della donna al bagno ritorna nella pittura e anche il nudo viene rielaborato: il corpo umano appare nella sua imperfezione e la pittura diventa un ritratto fedele di nuovi gesti e pose. Il gabinetto è lo scenario di questa rappresentazione teatrale che si arricchisce di diversi elementi quali brocche e bacinelle.
La terza parte della mostra parigina era dedicata ai bagni moderni, dove finalmente si arriva ad una strutturazione domestica comprensiva di una stanza per la pulizia personale e la bellezza. Incontriamo quindi La toilette dans tous ses états modernes. La svolta nella rappresentazione della donna al bagno viene attuata da Degas alla fine del XIX secolo. Ma è soprattutto Bonnard ad esaltare una “strategia cromatica” nella raffigurazione della toilette come luogo di sogno e di rifugio dal mondo esterno. Avant-gardes. Le nu féminin, un problème formel?: nel XX secolo per gli artisti delle avanguardie il corpo è una sfida al ritratto della sensualità. Si tratta di approcci che dal realismo di matrice classica spaziano fino alla destrutturazione del fisico, privilegiando quindi l’emozione dello sguardo rispetto alla riproduzione fedele degli arti. Con Onguents et cosmétiques: la publicité et la peinture si affronta invece, all’indomani della Prima Guerra Mondiale, il ruolo di imprenditrici quali Helena Rubinstein, Esthée Lauder, Elizabeth Arden, che lanciarono le prime linee di cosmetici imponendo le cosiddette “case di bellezza”, in seguito promosse da massicce campagne pubblicitarie. Infine, Notre temps. Nei primi anni del terzo millennio diventa difficile individuare il tema del bagno. Con le conquiste dell’acqua e l’istituzionalizzazione della stanza da bagno, la rappresentazione del nudo che “si fa bello” non è più attuale. Rimane nella fotografia la volontà di inseguire il corpo femminile: moda e pubblicità stimolano nuove ricerche e si arriva a un’inedita maturazione estetica.
L’evoluzione del bagno è tutta qui. Ora, in definitiva, esso non è soltanto un luogo chiuso, ma è anche uno spazio privato dove l’individuo, su un confine spesso labile fra intimità ed esibizione, si interroga sul concetto di limite, di personale, di sguardo. In perfetto equilibro tra conoscenza ed emozione, la mostra La Toilette. Naissance de l’intime è riuscita a coinvolgere il visitatore in una storia che gli appartiene ab ovo. Non a caso l’argomento toilette è più che mai attuale, come si è visto anche a Venezia, dove nel padiglione centrale della Biennale, fra gli Elements of Architecture, era esposta una storia della toilette, che riflette l’evoluzione stessa della cultura umana.