Benedetta Acqua!
1107
Una mostra sorprendente quella proposta dal sempre creativo e originale Museo del Bijou di Casalmaggiore, che ha suscitato molto interesse e vivo apprezzamento con “Aqua Benedicta” (https://www.museodelbijou.it/it/mostre/2023/mostre-temporanee/aqua-benedicta/). Protagoniste le acquasantiere domestiche, ovvero le vaschette contenenti acqua benedetta in cui i fedeli intingevano le dita per compiere il segno della croce, appese negli ambienti di casa all’ingresso e soprattutto accanto ai letti. Un rito un tempo molto diffuso che rimarcava il valore della benedizione e della preghiera, nonché la richiesta di protezione e glorificazione di quello spazio così intimo e privato che è il luogo in cui si vive con la propria famiglia. La loro presenza, pure molto decorativa, spesso era un’esortazione agli atti di devozione in ogni momento della giornata, ma specialmente mattina e sera quando ci si alzava da letto e quando ci si coricava.
Le prime acquasantiere domestiche risalgono al XV secolo, ma fu nel XVI che si diffusero ampiamente, divenendo poi imprescindibili nel XVIII all’interno delle abitazioni di ogni tipo, da quelle aristocratiche a quelle popolari, oltre che del clero. Praticamente scomparse dal dopoguerra in poi, le acquasantiere erano iconograficamente assai varie, solitamente ispirate alla Madonna, ai santi, agli angeli e naturalmente a Gesù, le cui scene di vita più celebri – dalla natività alla passione – offrivano spunto di rappresentazione. In genere fatte di ceramica, materiale che ne garantiva prezzi accessibili a tutti, questi oggetti potevano essere realizzate anche in marmi pregiati, vetro, avorio, legno, metallo, gemme.
Le acquasantiere in mostra al Museo del Bijou – tutte deliziose – sono di epoca contemporanea e prodotte da ceramisti di Casalmaggiore (in primis Francesco Vitale) recuperando filologicamente e creativamente la storica attività manifatturiera delle locali fabbriche riunite placcato oro di
Casalmaggiore.
Come ha spiegato la intraprendente conservatrice del museo, Letizia Frigerio, l’iniziativa ha preso slancio dopo che lei stessa ha rinvenuto per caso in un comodino, dimenticato da decenni in una cantina, una vecchia acquasantiera domestica, di produzione locale, con la inequivocabile sigla FGM (federale-galluzzi-maffei di casalmaggiore). E’ arrivato un sussulto al cuore… una madeleine tuffata nell’infuso dei ricordi, degli affetti, delle emozioni… “Nel patrimonio di oltre 20mila pezzi, di fogge e materiali diversi, che sono custoditi nelle nostre teche, l’acquasantiera mancava” – ha precisato Frigerio, aggiungendo: “abbiamo curiosi oggetti in materiale plastico legati al sacro, ma nessuno destinato a contenere e dispensare acqua santa nelle case. Non è facile datare questa acquasantiera: sicuramente è successiva al 1926, anno nel quale le tre industrie locali si sono fuse; a detta di alcuni esperti potrebbe ricondursi agli anni ’30-’40 del secolo scorso per fattura e soggetto”. Vitale e i suoi allievi, insieme ad alcuni benemeriti prestatori (Ferdinando Amato, Paolo Marenzi, Alfio Micheletti e Giancarla Zuelli) hanno quindi reso possibile questa mostra così affascinante, preziosa e “benedetta”, che accende i riflettori su questi oggetti “fuori moda” e ormai lontani dall’uso domestico, ma secondo noi da rivalutare e auspicabilmente reintrodurre nelle pratiche religiose domestiche perché latori di un’etica cristiana profonda, messaggeri garanti e custodi di un pezzo di storia intriso di valori umani.
Meritano una menzione, infine, gli espositori dell’Associazione Ceramicarte che hanno aderito al progetto “Aqua Bedicta”: Magda Ballerini, Elena Contesini, Giuseppe Ferrari, Uber Ferrari, Brunella Finardi, Elisabetta Ghidini, Bianca Invernici, Renata Raschi, Maria Shcheglova, Massimiliano Valenti, Francesco Vitale.