Biagiotti: futurismo in passerella
Grafismi futuristi e contrasti cromatici come turchese, ciclamino e verde ottanio per una collezione che si distacca dal tradizionale bianco-Biagiotti, nel nome dell’arte.
Per l’inverno a venire la stilista romana pesca dagli archivi futuristi e trasforma in capispalla, robe-coat e mantelli il mood marinettiano.
Non è la prima volta che Laura Biagiotti prende ispirazione dall’arte, se poi per l’inverno 07 sale in passerella una collezione dal nome LaurArt non resteranno più molti dubbi interpretativi.
Nella più recente tappa del pluriennale connubio Biagiotti-arte-moda-industria, la stilista romana pesca dagli archivi futuristi e trasforma in capispalla e mantelli il mood marinettiano.
Del resto, se i Futuristi veri e propri interpretavano la realtà per trasferirla -a modo proprio- su tele e pagine bianche, non si vede perchè chi si occupa di moda non possa fare altrettanto con il Futurismo stesso.
Legge del contrappasso.
A completamento del tutto, va ricordato che una consistente parte delle opere di Balla appartiene alla Fondazione Biagiotti Cigna, istituita dalla stessa Biagiotti insieme al marito Gianni Cigna nel 1997.
Come dire? Una collezione nel futurista-mood era quasi un obbligo.
(Vale la pena ricordare, a proposito di connubi con l’arte, che in occasione del rogo che distrusse il teatro La Fenice nel 1996, fu Laura Biagiotti a contribuire al ripristino del prezioso sipario in velluto andato completamente distrutto).
Vestiti futuristi, dunque: aprono i bianchi-Biagiotti, colati su vesti fluide e cocooning, avvolgenti, che evidenziano il punto vita e le spalle lasciate nude da scolli a barca o cinte da cappe-sciarpa drappeggiate intorno alla figura.
Poi improvvisamente esplode una tavolozza di ciclamini, lilla, bluette e verde ottanio, mescolati secondo logiche geometriche, vagamente Boccioni, dagli imprevisti effetti animalier o floreali.
L’energia dei grafismi è senz’altro quella futurista, appplicata quasi per contrasto a stoffe morbide e ricche come cachemire, chiffon e mohair.
Per dare ulteriore morbidezza alle linee si punta sulle sovrapposizioni, giocate su differenti sfumature o su contrasti cromatici come turchese e ciclamino. Must della stagione a venire sarà il robe-coat, cappotto a due strati sovrapposti tra loro.
Le tinte neutre come il beige si arricchiscono con macro fiori ricamati mentre il nome Laura si intravede tra i panneggi delle lunghe gonne, effetto linotype.
La collezione è decisamente ricca non solo per la scelta dei tessuti ma per la poliedricità di ispirazione, che si distacca dal bianco-Biagiotti e propone qualcosa di altro-da-sè, pur rimanendo fedelmente ancorata al solco della tradizione di maison.