Biagiotti P/E 2018. Roma nel cuore
Tanta commozione alla sfilata P/E 2018 di Laura Biagiotti a MMD il 24 settembre 2017. Raggiunge l’apice alla proiezione di un breve video che, con il sottofondo della voce della protagonista, ripercorre una carriera di successi professionali e di impegni sociali. “For ever”, firmato Laura Biagiotti sullo schermo, scatena un lungo applauso; Lavinia Cigna Biagiotti a cui è toccato firmare la collezione, si unisce all’omaggio dei presenti: a significare la continuità di un lavoro appreso da sua madre ne porta al collo le forbici sostenute però da un nastro tricolore, forse a sottolineare il valore del Made in Italy, il “bello ben fatto”, un prêt-à-porter dove c’ è spazio per il “fatto a mano”.
Roma nel cuore. Come non riconoscere l’amore di Laura Biagiotti per Roma nelle stampe dei tessuti che riproducono, o meglio raccontano, le vedute romane di Carlo Labruzzi -l’acquarellista della via Appia vissuto tra la seconda metà del settecento e le prime due decadi dell’ottocento-, e nei mascheroni delle facciate di palazzi romani. E’ proprio qui dove il concetto del “fatto a mano” trova la sua espressione. I mascheroni sono ricamati e intarsiati sugli abiti bianchi in piquet, sul bustino dalle spalle nude, sul carrè della casacca bianca di piquet che accompagna i pantaloni di lino amplissimi; riprodotto in formato esagerato su una t-shirt bianca che completa un tailleur stampato con le opere di Labruzzi. Anche gli abiti in chiffon a balze sono stampati con le vedute dell’Appia Antica, ripetute anche su tessuti e completi strutturati giacca e pantaloni ampi.
“Fatto a mano” anche per i camicioni bianchi con applicate grandi rose e foglie disegnate da grosse impunture in nero o arancio; “fatto a mano” per i ricami ed applicazioni di pioggia di cristalli che disegnano lo scollo, il giro manica, la cintura e l’orlo, negli abiti bianco e nero di chiffon. Ancora ricami di rami foglie fiori e pietre applicati sul top di seta che completa la gonna lamé bellamente plissettata. Insomma un lavoro di artigianalità esclusiva, per definire ed esprimere una ricerca personale della stilista, espressione di amore verso qualcosa (Roma, la sua luce, il bello, la cultura, il “ben fatto” all’italiana) che vuole comunicare anche attraverso l’abito.
Cosa altro sottolineare? Bellissima la trasposizione del trench in un total look in seta stampata o bianca lucida: forma over nelle spalle e nelle maniche, vita sottolineata da una alta cintura.
Fedele al dna del marchio la serie di abiti bianchi: in pizzo e interpretabili come possibili abita da sposa; e quelli con un laborioso intreccio di tessuto plissettato e stretto come in un cordone per dar vita ad un corpino importante a complemento di un gonna chiffon bianca arricchita di pietre e perle e un top dolce vita o a scollo semplice in tulle grigio borchiato a pioggia da piccoli decori dai bagliori grigi; estremamente femminili quelli a balze con lo scollo che lascia scoperte le spalle e definito da una leggera rouche, ma che ritroviamo anche in abiti dalle spalle coperte quasi a trasformare in un carré la parte alta dell’abito .
Non potevano mancare i capi di maglieria e neanche gli accessori gioiello: collane e bracciali in onice, quarzi, lasciati grezzi e naturali; pietre che compaiono sulle borse e sandali o sui sabot spesso dello stesso colore e materiale dell’abito e come abbiamo descritto la luce di cristalli Swarovski sullo chiffon e sul tulle regala agli abiti colori e riflessi sorprendenti.