Boselli: la moda italiana detta le regole
Ecco i commenti di Mario Boselli. Parla dell’accordo con la Francia per far fronte alla concorrenza dell’est. Per difendere il made in Italy. La moda italiana continua ad essere al centro dell’interesse. L’importanza dei tessuti: dagli stampati alle tinte unite. Ma ci parla anche di elenganza, dei colori: dell’uso del nero per essere sempre a posto; dell’azzurro come colore adatto alle bionde e del rosso per le brune.Intervistiamo nel suo ufficio, il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana e industriale tessile Mario Boselli.
– Perché l’accusano di difendere il sistema Francia?
“La signora Mariuccia Mandelli, che merita molto rispetto, ha questa strana idea, e non si capisce perché, che noi siamo particolarmente attenti alle esigenze dei francesi.
Credo invece che stipulando l’alleanza con i francesi abbiamo aggiunto al valore degli stilisti italiani una credibilità istituzionale che la moda italiana, come sistema, all’estero non ha mai avuto”
– Perché?
“Abbiamo ripristinato la nostra credibilità tenendo fede agli impegni assunti”.
– Le tappe dell’accordo?
“Due firme, alla presenza dei due Ministri, italiano e francese, il 26 giugno 2000 e il 17 gennaio 2005″
– Cosa ha portato?
” Molti effetti positivi derivati dai vari temi che riuniti in questo accordo vanno dallo sviluppo di una visione comune sull’avvenire dei nostri settori, alla pubblicazione dei calendari delle sfilate di moda europee; dalla promozione a Bruxelles di un’azione comune per far rispettare le condizioni di base sulla proprietà intellettuale ed industriale, alla condivisione dello stesso orientamento, da parte di Milano e Parigi, sull’informazione e sulla trasmissione televisiva delle loro collezioni, nonché alla cooperazione attiva in materia di formazione e coinvolgimento delle istituzioni europee. Ed inoltre l’obbligatorietà del marchio di origine, la creazione di un sistema di monitoraggio a priori delle importazioni provenienti da Paesi extracomunitari e la realizzazione dell’integrazione con i Paesi della zona pan-euromediterranea per perfezionare e incrementare il livello di competitività della Comunità Europea”.
– Nonostante la pessima settimana della moda di settembre?
“In quella occasione il problema non è stato con i francesi ma con gli americani che, agendo direttamente con alcuni stilisti hanno ridotto i giorni forti con una troppo intensa concentrazione di sfilate”.
– E poi?
“Per l’edizione di febbraio di Milano Moda Donna, autunno inverno 2007, abbiamo convocato una Consulta il 12 dicembre. La Camera, con coraggio, ha fatto di tutto e di più e mi sembra sia andato tutto secondo il previsto”.
– Quindi tutto bene?
“Sì anche per la disponibilità di Armani e Cavalli. Il primo ha dato inizio alle sfilate e Cavalli ha concluso”.
– E le novità, le nuove tendenze, le sono piaciute?
“Non ho visto tutte le sfilate. Quelle che ho visto sono state molto ricche di proposte e molto articolate”.
– Molta ricerca dei materiali, per contrastare la Cina che avanza?
“Certo e lo dico come presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana prima che come produttore tessile. Il tessile è il motore della moda che differenzia l’Italia in termini di innovazione e creatività”.
– Cambiando argomento, per essere eleganti? Griffe o basta Zara?
“Voi ragazze siete trasversali nei vostri comportamenti d’acquisto: andate in rosticceria ma anche nei supermarket. Così per la moda. Scegliete grandi brand e andate ai grandi magazzini. Si tratta di mercati complementari. Ma non voglio parlare di aziende che soprattutto copiano chi invece fa grossi investimenti in ricerca e sviluppo delle collezioni”.
– Quanto contano i budget pubblicitari in questo settore?
“Moltissimo”.
– La donna elegante di oggi?
“Molto coerente con se stessa”.
– Colore o nero?
“Il nero è molto pratico. Si può partire al mattino e stare sino a sera vestite di nero, cambiando qualcosa, un accessorio. Vestirsi a cipolla è poi molto comodo”.
– Colore dell’anno?
“Azzurro. Mia moglie è bionda e vedo che le sta molto bene”.
– E per le brune?
“Il rosso”.
– Non è troppo aggressivo?
“Il nero è sempre elegante. Ma se deve essere colore che colore sia”.
– Lo stampato solo per le più giovani o anche per quelle più grandi?
“Dipende dallo stampato. C’è stampato e stampato, con varie tecniche, vedasi il “˜ton sur ton’. E’ concepito anche come modo per dar movimento al tessuto, basta pensare al tessuto devoré, che ho ideato e prodotto per Gianni Versace: oggi è in tutti i più prestigiosi musei de mondo”.
– Cosa augura alla moda italiana?
“Portare in questo mondo greve, con qualche egoismo di troppo, colpi di luce, di speranza, di pace di cui abbiamo tutti bisogno. Le tensioni vanno superate volando alto”.