Breve storia del braccialetto
Ornamento del polso e del braccio, in genere di metallo prezioso ed a forma di cerchio. E’ la definizione classica di braccialetto, che tutti conosciamo. Ma che cosa sappiamo delle sue origini e della sua storia?
L’uso del braccialetto è attestato fin dai tempi più remoti con l’introduzione dei metalli. I tre tipi fondamentali, realizzati in tutte le antiche civiltà, sono: a cerchio, a nastro, a serpente. Nelle culture protostoriche occidentali sono documentati braccialetti di bronzo e di ferro, solitamente a cerchio od a nastro, piuttosto rozzi. Nel mondo orientale, invece, furono foggiati con metalli preziosi, con gemme incastonate e tanto gli uomini quanto le donne se ne adornavano le caviglie ed i polsi. Nel mondo preellenico le prime testimonianze risalgono al III millennio a.C.
Anche fra i Greci il braccialetto fu portato come ornamento per le braccia e per le caviglie. Particolare favore godette il serpentiforme, poi trasmesso alla Magna Grecia, all’Etruria e quindi a Roma: il rettile è rappresentato con un cerchio tubolare o con un cerchio semplice, a tubo od a nastro, secondo una tipologia di importazione assira.
I braccialetti etruschi si duffusero largamente nel VII secolo a.C. ed in essi il gusto indigeno si unì agli influssi dell’arte ionica dando origine ad opere preziose come gli esemplari di Vetulonia.
A Roma l’armilla (così era denominato genericamente il braccialetto) era un oggetto tipicamente femminile, usato dagli uomini solo come insegna del valore militare. Ma diversi sono i nomi latini del braccialetto: sphinter (con cerchio interrotto), spatalium (per il polso), dextrocherium (per il braccio destro).
Oltre a quello con forma a serpente, è noto il braccialetto a emisfere, caratteristico di Pompei, derivato da modelli celtici.
Durante l’impero romano si assiste ad un progressivo impreziosirsi del gioiello, in forme rigide e snodate, traforate ed adorne di gemme, secondo quel gusto influenzato dalle correnti dei popoli stranieri, che si perpetuerà nell’arte barbarica.
Nel Medio Evo i bracciali furono molto meno usati in Europa e divennero ornamento esclusivamente femminile. Tra le genti orientali, invece, continuò a prevalere l’impiego da parte degli uomini. Famosi furono quelli dei re persiani ed indiani per la grandezza e il valore delle pietre incastonate.
Nel Rinascimento il braccialetto tornò ovunque in notevole auge, arricchito di nuove forme e di nuovi materiali, anche per merito di incisori e scultori insigni che non disdegnavano l’arte, cosiddetta “minore”, dell’oreficeria.
La moda del braccialetto proseguì nei secoli successivi, variando naturalmente la lavorazione e la decorazione, in ossequio ai vari gusti e stili imperanti. Così nel Settecento i braccialetti si ornarono di miniature ed il periodo neoclassico vide il trionfo del cammeo.
Nell’oreficeria di oggi, d’altro canto, si scorge un costante tentativo di rompere con i moduli tradizionali, anche se nella maggioranza dei casi le nuove forme proposte risentono di arti esotiche e primitive. E così, il “cerchio” del nostro braccialetto si chiude.